Chapter Fifteen

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La gara fu ovviamente sospesa, al suo posto la FIA aveva organizzato una celebrazione in memoria di Charles. Quella mattina dopo esserci svegliati all'alba, sempre a causa degli incubi di Dorian, decidemmo di non tornare più a dormire e approfittare di quel momento per parlare di "noi" se così ci potevamo definire. Rientrammo così in casa e andammo a sederci sul divano, non molto distanti l'uno dall'altra con le mani che si sfioravano. Rimasi a fissare il televisore spento mentre lui iniziò a parlarmi, non lo stavo ascoltando, ero immersa nei miei pensieri. Dal canto mio non sapevo ancora cosa provavo, cioè, quel ragazzo era irrimediabilmente dolce e amorevole, due doti da non sottovalutare, e avevo una cotta per lui da molti anni ma tra il dire e il fare, come dice il detto, c'è di mezzo il mare, che senza dubbio mi terrorizzava. Queste sarebbero state le parole che gli avrei propinato fino all'altro ieri, ma oggi, dopo averlo visto a pezzi e aver capito effettivamente quanto ci tiene, gli avrei dato una risposta secca, senza giri di parole, questa volta avrei accolto il rischio, lo avrei fatto diventare parte della mia vita come Dorian aveva fatto anni fa con il suo lavoro. Le responsabilità erano tante, senza ombra di dubbio, ma santo cielo! Era giunto il momento anche per me di iniziare a vivere la mia vita e se la scelta era vivere con o senza di lui, la risposta era piuttosto ovvia. Tutto questo ragionamento appena fatto mi aveva totalmente distratto da quello che il pilota stava dicendo, non che questo non fosse importante ma adesso ero pronta e glielo dimostrai avvicinando un dito alle sue labbra zittendolo per poi scostarlo e semplicemente dire "voglio te, non importano i 'se' e i 'ma' voglio te nella mia vita, ti desidero come mai qualcosa prima d'ora. Quindi si, accetto i rischi, la distanza e tutto ciò che questa relazione porterà. Dopo quello che è successo ieri e dopo averti visto in quel modo, ho pensato di non voler essere responsabile della tua tristezza. Non ti dico che ti amo, non so ancora cosa provo di preciso, di sicuro non è indifferenza ma non può essere amore" farneticai io prima che lui mi zittisse premendo leggermente le sue labbra sulle mie "non dire altro. Vieni con me alla commemorazione oggi, avrò bisogno di te" e chi ero io per dire di no?.
Le ore che ci separavano dall'evento sembrarono volare. Mi feci accompagnare a casa a prendere un vestito adeguato, approfittando del fatto che i miei genitori non erano in casa. I miei genitori, un'altra questione da affrontare e che non volevo fare. Entrammo così in casa e, con mia grande sorpresa, mia sorella era a casa "che ci fai a casa?" chiesi io stranita "oh ciao anche a te Leslie, come stai? È da tanto che non ci vediamo" rispose lei con tono sarcastico facendo ridere Dorian dietro di me il quale si beccò una gomitata nello stomaco che lo zittì immediatamente facendolo mugolare leggermente "comunque sto bene, grazie. E tu devi raccontarmi qualcosa?" disse lei facendo passare lo sguardo tra me e quello che a tutti gli effetti poteva essere considerato un bambino "piacere io sono Leslie" aggiunse poco dopo allungando la mano verso di lui "piacere Dorian. È bello fare la tua conoscenza" rispose lui sorridendo in modo accattivante, diciamo che sapeva come conquistare consensi. "Bene, adesso che abbiamo fatto gli onori di casa Leslie puoi venirmi ad aiutare?" e dopo aver ricevuto risposta affermativa andammo in camera mettendo qualche muro di distanza tra noi e il pilota.
Vorrei dire che la permanenza a casa sia stata fantastica ma no, è stata tutto meno che quello. Eravamo quasi arrivati al circuito, Dorian si stava innervosendo e non poco. Tutti questo divenne più evidente una volta parcheggiata l'auto vicino al suo box. Allungai la mia mano sulla sua e la strinsi leggermente "ci sono io ok. Andrà tutto bene, oggi e per sempre" dissi io guardandolo negli occhi "grazie" sospirò lui mentre incastrava dolcemente le sue dita con le mie. L'aria era carica di tensione i nostri occhi sembravano fare l'amore tra loro, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo mentre il desiderio di baciarlo diventava sempre più grande ma il fato sembrava non essere dalla mia parte stavolta. Qualcuno bussò al finestrino abbassandosi successivamente per guardarci attraverso "Dorian, amico, stiamo per cominciare" disse Norris rivolgendoci poi un sorriso spento "arriviamo Lando dacci un secondo". Com'era arrivato sparì e il mio pilota scese dall'auto per venire ad aprirmi la portiera "prima andiamo prima finisce" disse lui cercando di nascondere il principio di lacrime "io sono qui" risposi io allungandomi a lasciargli un bacio sulla guancia mentre le nostre dita si intrecciavano per la seconda volta "adesso andiamo. Tuo fratello sarà sempre vicino a te anche dall'alto. Oggi ricordiamolo per com'era. Onora la sua memoria e rendilo fiero di te".

Sleeping With A F1 Pilot || Dorian BoccolacciWhere stories live. Discover now