Chapter Nine

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Era notte fonda quando, per un motivo non ancora identificato, mi svegliai. Decisi di alzarmi per andare a prendere un bicchiere d'acqua ma, non appena uscii dalla camera, una luce attirò la mi attenzione e mi incamminai verso la stanza di Dorian. Bussai leggermente e aprii la porta socchiusa "non volevo svegliarti" disse lui con tono di scuse "non preoccuparti, volevo andare a prendere un bicchiere d'acqua e ho approfittato della luce accesa per venire a ringraziarti di nuovo per quello che stai facendo per me" sorrisi prima di aggiungere "beh direi che ti ho disturbato abbastanza vado" e senza dargli il tempo di rispondere uscii dalla stanza riportando la porta nella posizione originale.
Il tempo di andare in cucina e tornare che la luce di Dorian era spenta. Continuai con passo stanco fino alla camera dove mi buttai con non curanza su quel letto esageratamente comodo coprendomi poco dopo. Restai per un po' a fissare fuori dalla finestra le luci della città che, purtroppo, occludevano la vista delle stelle. Un leggero, quasi impercettibile, bussare mi fece distogliere l'attenzione dalla finestra e mi ritrovai a sussurrare un "avanti" prima di mettermi a sedere rivolgendomi verso di lui "posso?" chiese indicando il letto "è casa tua Dorian, sei libero di fare ciò che vuoi" risposi io con fare ovvio. Fece qualche passo avanti e si sedette di fronte a me allungando poi una mano verso la mia facendo intrecciare le nostre dita mentre il desiderio di averlo tutto per me tornò a tormentarmi come mai prima d'ora.
Rimase in silenzio osservando distrattamente le nostre mani ancora intrecciate, cominciavo a innervosirmi, "cosa stai facendo?", questa era la domanda che mi stava girando in testa da un paio di minuti seguita poi da "tutto questo è così irreale". La mia domanda sembrò ricevere risposta quando lasciò la mia mano e si spostò verso la testiera del letto invitandomi poi a raggiungerlo con un semplice "vieni qui" mentre allungava le braccia facendomi totalmente capire cosa intendesse. Non me lo feci ripetere due volte ed eliminai quei pochi centimetri che separavano i nostri corpi. Le sue braccia si chiusero attorno a me e mi tirò il più possibile verso di sé per poi appoggiare la testa sulla mia spalla "sono stato bene stasera" sussurrò lui "non voglio dormire da solo stanotte. Resta con me" terminò lui. In quel momento mi sentivo come trasportata su un altro pianeta, il suo respiro caldo sul mio collo, la sua voce dolce, il suo profumo che mi inebriava e del quale i miei sensi sembravano non poterne farne a meno, tutte cose che mi convinsero ad annuire prima di appoggiare la testa alla sua. "Non so cosa mi stia succedendo ma da quando ti conosco non riesco a fare a meno di starti vicino" disse lui con una naturalezza tale da farmi venire la pelle d'oca. Decisi così di girarmi verso di lui "e io non voglio fare a meno di te" mi limitai a pensare essendo in quel momento incapace di formulare una frase che potesse avere il minimo senso. Tutto quello che stava accadendo era dannatamente strano però giusto, in quel momento non importava da quanto effettivamente noi ci conoscessimo, non importava chi era lui, sentivo solo di essere nel posto giusto, un posto che forse poteva essere davvero paragonato a quella che tutti chiamano casa e forse fu anche per quello che quando Dorian mi baciò io non mi tirai indietro. La dolcezza di quel momento così intimo fece crollare tutte le mie barriere, le mie insicurezze e tristezze. In quel momento c'eravamo solo io e lui nessun pensiero a rovinare il tutto.
It was meant to be
Let it be
Baby just let it be
E fu così che anche quella notte la passammo nello stesso letto, felici come non mai, lui con la testa sul mio petto che mi stringeva a sé mentre io gli accarezzavo distrattamente i capelli. Inaspettato era l'unica parola a cui potevo pensare in quel momento. Così mi addormentai con il sorriso stampato in faccia tra le braccia di Dorian.

Sleeping With A F1 Pilot || Dorian BoccolacciWhere stories live. Discover now