Chapter Six

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"La sera migliore della mia vita" mi ritrovai a sussurrargli verso la metà del secondo film. Non credevo che lo avrei mai detto ma stavo davvero bene lì, tra le sue braccia, con il suo respiro caldo che ritmicamente si infrangeva sul mio collo "non ho obiezioni." Tutto ciò poteva essere davvero essere comparato la paradiso ma sappiamo che se c'è paradiso c'è anche inferno e mai affermazione fu più azzeccata in quel momento. Il bussare alla porta mi riscosse dal torpore di quel momento. Scattai in piedi spingendo Dorian verso la finestra "esci, muoviti" dissi con fare sbrigativo "aspettami qui fuori o vai a casa, fai quello che vuoi". Accostai la finestra e tossendo leggermente, ci mancava anche il raffreddore ora, andai ad aprire la porta "non sei scesa per cena" disse mio padre "non ho fame e adesso se non ti dispiace vorrei che te ne andassi, non sono dell'umore". Mi spostai dalla porta in modo tale da chiuderla ma mio padre la bloccò con il piede "non fai tu le regole in questa casa e se ti dico che devi mangiare allora ti muovi e scendi a mangiare" sbuffai in risposta negando di nuovo. Fortuna volle che il campanello di casa suonò avvisando l'arrivo dei soliti amici di famiglia "la discussione non finisce qui" aggiunse infine prima di andarsene definitivamente.
Richiusi la porta a chiave tornando a letto, nuovamente triste "Dorian?" domandai nel vuoto della stanza per invitarlo a rientrare "sono qui chéri, non preoccuparti" disse lui scavalcando rimettendo piede in casa per poi sdraiarsi di nuovo a letto "che ne dici se spegniamo il film?" chiese prima di chiudere il pc che giaceva sul letto e spostarlo sul comodino "vieni qui. Non importa se poi mi ammalerò". Non me lo feci ripetere due volte.
Mi lasciai andare tra le sue braccia mentre lui posava un bacio sulla mia fronte. "Dormi con me stanotte" e il suo silenzio aveva un solo significato, sarebbe restato con me.
Per il resto della serata non facemmo granché, mi parlò della sua famiglia, della sua carriera e di tutto ciò che gli passava per la mente mentre io, dal canto mio, ascoltavo con attenzione ogni parola che usciva dalla sua bocca restando a tratti affascinata dalla vita di quel fantastico e talentuoso pilota. "Sarà meglio che andiamo a dormire, non credi? Non è tanto tardi ma tu, nelle tue condizioni, devi riposare e io non voglio più annoiarti con le mie chiacchiere" sorrise lui mentre si alzava per togliersi le scarpe "non voglio sembrare sfacciata ma mettiti pure comodo, fa come se fossi a casa tua, non voglio che tu stia scomodo" blaterai io cercando di non far notare le mie guance arrossate "se volevi vedermi a petto nudo bastava chiedere. Potevi evitare di usare questa banale scusa" e se possibile io arrossii ancora di più, "che diavolo sto facendo" pensai "sembro una quindicenne davanti alla sua prima cotta" il che non era del tutto errato. Si rimise a letto sollevando leggermente le coperte facendo entrare quel briciolo d'aria fredda che mi fece rabbrividire.
In men che non si dica mi ritrovai di nuovo accanto a lui con i visi a qualche palmo l'uno dall'altro. Lo guardai intensamente mentre cercavo di imprimere ogni suo dettaglio angelico nella mia mente. Ero così assorta da tutto quello che stava accadendo, in quel momento eravamo solo lui ed io, i cuori che battevano all'unisono, il respiro sincronizzato e un solo pensiero per la testa per quanto strano possa essere visto il poco tempo passato insieme
Stay with me
'Cause you're all I need
This ain't love, it's clear to see
But, darling, stay with me.

Sleeping With A F1 Pilot || Dorian BoccolacciWo Geschichten leben. Entdecke jetzt