Chapter Three

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Mi svegliai. Non so che ore fossero ma in giro era ancora tutto buio. La prima cosa che notai era il fatto che il posto in cui ero non era assolutamente paragonabile a casa mia, la seconda invece era il corpo caldo, quasi bollente sul quale stavo dormendo.
Mi allontanai leggermente da lui e i miei dubbi furono confermati: ero a casa di Dorian Boccolacci e stavo dormendo nel suo letto. Questa rivelazione mi fece irrigidire, non tanto per il fatto che stavamo dormendo insieme, ma lo fece perché lui era sveglio e mi stava guardando. Arrossii, avevo fatto un'altra figura di merda e per di più con lui. "Non volevo addormentarmi, scusa" dissi cercando di mantenere il tono più pacato possibile "non è un problema Alethea, davvero. Sono contento di averti qui con me". Il suo tono sincero mi calmò leggermente tanto da permettermi di buttarmi di nuovo a letto e questa azione lo fece ridere leggermente "non sei proprio abituata a questo genere di cose vero?" non risposi e mi limitai ad annuire prima di rispondere "non accadeva da molti anni. Ma non voglio parlarne adesso sono troppo felice per riportare alla luce qualcosa di così brutto". Mi girai verso di lui e sorrisi cercando di fargli capire che stavo bene "teoricamente dovrei tornare a casa" dissi con tono dispiaciuto "non voglio restare e creare altro disturbo" aggiunsi "non crei nessun disturbo, puoi restare quanto vuoi". Non sapevo se credere o no a queste parole, volevo con tutta me stessa tornare a casa ma questa volta diedi ascolto a quella piccola parte di me che mi diceva di restare "allora resto, se per te non è un problema. Non ho voglia di tornare a casa" risposi io mentre alzavo la testa per guardarlo in volto "non desideravo altro". Fu questa affermazione a farmi sorridere di cuore mentre mi giravo sistemandomi per tornare a dormire.
"Alethea" sussurrò lui "dimmi D" mi maledii subito per il soprannome usato "D?" disse lui con una punta di stupore "si sai Dorian fa così uomo vissuto, D è un po' più giovanile" risposi "mi piace, lo adoro" e giuro che mai cosa fu più dolce. Poco dopo stavo per prendere sonno quando sentii il letto muoversi e un braccio che mi tirava verso di se. Lo lasciai fare essendo troppo stanca per ribattere. Mi accoccolai su di lui mentre sentivo il suo respiro caldo sbattere contro di me. Mi sentivo bene, finalmente in pace, sentivo che quello era il mio posto peccato che lui era una stella della F1 mentre io ero una normale impiegata d'ufficio.
Le ore passavano e io non riuscivo a prendere sonno e il perché della mia insonnia dormiva indisturbato sotto di me. Mi alzai. Notai solo ora che quelli che stavo indossando non erano i miei vestiti e stranamente la cosa non mi interessò. Mi avvicinai alla grossa vetrata della camera da letto, al suo esterno scorsi una terrazza e decisi di approfittarne. Dopo aver aperto e chiuso la porta finestra cercando di fare meno rumore possibile mi avvicinai al parapetto. Rimasi incantata da quella vista. La Tour Eiffel risplendeva di fronte a me, rimasi senza parole, era bellissima, mozzafiato, un'emozione indescrivibile.
Ero così presa da questa bellezza unica che nemmeno il freddo di quella sera riuscì a farmi rientrare. Rimasi per non so quanto tempo a fissarla, l'ultima cosa che ricordo è che mi sono sdraiata sul lettino da spiaggia per poi addormentarmi felicemente.

Sleeping With A F1 Pilot || Dorian BoccolacciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora