Capitolo 611: La parola è l'ombra dell'azione.

153 13 32
                                    

"Per ogni tratto le città e le terre sono ingombrate a freno e a terrore di forche, eppure questo non basta a franare l'insolenza di suddette barbare nazioni. Quindi conviene aprire gli occhi – e nel dire ciò, Dipintore sollevò anche un indice ammonitore – in tempo, e prevedere le tristi vicende future avvedutamente, lasciando stare, che non per Santa Chiesa sollecita questo acquisto il papa, ma per un suo figliolo, al quale a non lontano successore al Trono, accadrà lo stesso, che sotto agli occhi nostri succedere vediamo al figliuolo legittimo del pontefice passato, di vivere cioè dimentico da tutti e quasi annientato. Questa catastrofe è frequente negli Stati della Chiesa. I forlivesi non è gran tempo che invidiavano la felicità altrui, ora altri paesi invidiano quella dei forlivesi. A ragione si acclamano e si sperimentano gli odierni Signori per giusti, provvidi, amanti liberali, ma di quelli che da alcuni vengono presagiti come futuri, si osservi se altro oltre ciò vi sia luogo a sospettare."

L'Auditore si prese un istante per recuperare il fiato. Diede un'occhiata significativa a Tornielli che, in prima fila, lo fissava con gli occhi scuri, ma annuendo di quando in quando. Preferì non guardare Ottaviano, anche perché aveva sentito benissimo che il ragazzo, durante l'ultima parte, aveva fatto mezzo passo indietro, quasi a volersi discostare dalle parole scritte dalla madre.

"Finalmente – riprese l'uomo, voltando la pagina – Madonna Caterina a onta di ogni contrario riguardo, per l'amore che nutre verso i suoi sudditi, vuole a ogni costo morire signora di Imola e Forlì e giura sopra la sua fede che così come saprà sempre essere grata e amica dei suoi amici, e crede di averne dato ognora luminose riprove, così saprà ugualmente essere inesorabile nel prendersi giusta soddisfazione dei suoi nemici!"

La risposta dei forlivesi fu immediata ed esplosiva. Come se la voce dell'Auditore avesse avuto il potere di risvegliare definitivamente le loro coscienze, tutti gli uomini presenti cominciarono a inneggiare alla Tigre, professandosi in ogni modo suoi fedeli servi.

L'unico – ma Dipintore, dalla sua posizione, non avrebbe potuto vederlo nemmeno se avesse voluto coglierlo in fragrante – a non esprimere il proprio entusiasmo fu Andrea Bernardi. Era arrivato nella sala grande tra i primi, ma poi aveva fatto in modo che i suoi concittadini lo attorniassero fin quasi a nasconderlo, in modo da non dover per forza controllare le proprie espressioni facciali.

Nel sentire quel passo, in cui si ricordava dell'immensa riconoscenza che la Sforza sapeva tributare ai suoi amici, il barbiere aveva fatto un mezzo sbuffo e poi, mentre tutti si infervoravano applaudendo e gridando, lui se n'era rimasto con le braccia conserte e lo sguardo torvo.

L'Auditore, però, vedeva davanti a sé solo una ressa esultante e dello storico risentito non ebbe nemmeno il più vago sentore.

Si poteva dire che quella parte del discorso fosse un autentico successo, ma, a quel punto, per evitare un effetto a valanga che avrebbe portato a decisioni affrettate e facilmente rinnegabili, fu il Capo dei Magistrati Tornielli a prendere la parola. Salendo sul rialzo su cui stava ancora Dipintore – mentre Ottaviano, defilato, aveva già sceso il gradino e restava con le mani in mano in disparte – l'uomo richiamò l'attenzione di tutti sollevando le braccia e ottenendo in fretta il silenzio.

"Anche in città ognuno fa meraviglia, vedendo l'ingiusto impegno del papa, dato che è pubblica la soddisfazione del suo credito." ammise, accolto subito da qualche applauso: "Pure se l'impegno lo portasse a inviare l'esercito contro Forlì, dovrà pensare che i forlivesi sono sempre stati svisceratissimi per i loro padroni, e anche se lui, con il favore e l'aiuto del re di Francia ostenti di essere poderoso e di incutere molto timore, non riuscirà comunque a rendere timidi i forlivesi, essendo che chiunque impugni le armi a favore e difesa dei propri figlioli, della sua roba, della sua patria e della sua casa, si rende assai più valoroso che quattro, o cinque di quelli che non hanno altro motivo se non lo scarso soldo e un forzato ingaggio. Senza parlare la giustizia della causa, che verrà assecondata e protetta dal Dio degli eserciti e dai Santi Protettori."

Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)Where stories live. Discover now