614:PerScaricarsiLoroNonSeHannoCuratoCheLaImpresaVengaSopraVostraSignoria

118 19 16
                                    

Una volta chiusasi in stanza, Caterina si mise alla scrivania. Si passò nervosamente le mani sulle gambe, andando a stirare un po' le pieghe delle brache e poi si decise a scoprire che cosa il Calmeta volesse farle sapere. Spiegò con calma la lettera e poi, dopo aver fatto un respiro profondo, cominciò a leggerla.

Per prima cosa vide che la missiva era stata scritta il 31 ottobre. Il fatto che fosse arrivata già il 4 novembre significava che, in un modo o nell'altro, Vincenzo Colli doveva aver trovato una via di trasmissione non solo sicura, ma anche abbastanza rapida, viste le condizioni delle strade.

Nelle prime righe, il letterato le voleva dire che non avrebbe scritto solo dei dati di fatto, ma anche ciò che aveva visto e sentito e le sue relative congetture in merito.

Come prima notizia, l'uomo faceva presente che, secondo i suoi calcoli, l'esercito dei francesi sarebbe partito per la Romagna entro circa dieci giorni dall'arrivo della lettera. E questo già era un fatto che alla Sforza interessava molto. Anche se continuava a ripetersi che il Borja avrebbe presto fatto rotta verso di lei, in realtà nella sua mente aveva sempre continuato a posticipare e ora capiva che non era più il momento di farlo.

Sempre parlando dei francesi e della loro posizione in merito all'impresa che il figlio di Alessandro VI si accingeva a compiere, poi, il Calmeta aggiungeva: 'Costoro prima per levare el papa da tale fantasia, li hanno recusato di non voler pigliar la impresa allegando non haver denari e che hanno speso assai in questa impresa de Milano. El Papa ha domandato alla maestà del Re solamente gente imprestito e l'artiglaria e che lui vuole fare del tucto la spesa.'.

La Sforza si morse il labbro, mentre leggeva come alla fine Luigi avesse prestato al pontefice alcune armi moderne, oltre che una guardia per l'artiglieria di ben cento lance. Il Calmeta sosteneva di essersi lamentato con Gian Giacomo da Trivulzio del fatto che quello non era ciò che era stato stabilito all'inizio, ma ovviamente nessuno l'aveva ascoltato.

'Lui me resbose – scriveva il Colli, riferendosi al nuovo Governatore di Milano – queste formale parole, se ve facti el male voi medesimi non ve posso ajutare io.'.

Vincenzo sosteneva di non aver capito quelle parole subito, ma solo quando aveva scoperto una serie di accordi abbastanza segreti, di cui pregava la Tigre di non informare nessuno.

Dopo esser stato inizialmente vago, l'uomo aveva scritto, premendo sul foglio molto più del necessario: 'e che gli e tradita da ogniuno e per ognuno sattende a la desfactione e ruina de Vostra Signoria stien larma maximamente dal canto de Roma donde viene tucto el male de quella.'.

La Leonessa non trovava in fondo nulla di nuovo in quelle parole. Sapeva più che bene che il papa era la sua croce, ma ciò che seguiva le fece storcere la bocca. Il Calmeta insinuava che in Vaticano uno dei suoi più grandi pericoli fosse il Cardinale di San Giorgio, ovvero suo cugino Raffaele.

Il Colli a quel punto sottolineava come si fosse preso la libertà di parlare al re in persona della questione di Imola e Forlì e di come Luigi avesse risposto: 'me disse queste poche parole in francese: Noi non siamo judici del papa, che li possiamo vetare che in le terre sue non possa usar la jurusdictione a suo modo, et che coj Capitani da ogni altra potentia ne potevano defendere ma contra del Papa al quale siti censuarie non era licito.'.

Dopodiché la lettera proseguiva spiegando come il figlio del papa elargisse con anticipo le paghe ai soldati, rendendoli pronti a partire anche nel giro di due giorni, se necessario. Il consiglio che ne derivava era chiaro e semplice: 'Non bisogna più qui mandare cosa alchuna ne astributare ne presentare, ma attendere a la defensione e pigliar altre vie. Ben recordo a Vostra Signoria che voglia fare el preparatorio animosamente e non perdersi in coraggio perche bon partito non li porra mandare.'.

Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo. (Parte IV)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora