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J.J. guardò la catena che lo legava al muro.

Purtroppo si era fidato della persona sbagliata, era stato tradito e catturato prima che potesse avvisare gli altri.

Naxos gli aveva messo delle protezioni mentali, chiuse gli occhi. Portò alla mente ogni minimo ricordo di Albert. Il suo compagno, il suo mate.

Emise un ringhio dando un colpo alle catene.

Molte credenze e molti cliché sui licantropi, dicevano che l'argento li uccidesse, ovvio che una fottuta pallottola sparata in testa o diretta al cuore ti uccida, ma non è che il materiale cambi qualcosa.

Trame di film e di romanzi avevano confuso le menti di stupidi umani, ma non di tutti, gli Hunter sapevano.

Le manette che lo legavano al muro erano in acciaio, come le catene, ma non era quello che lo stava rendendo umano.

Era quel collare, come un cane.

Un collare che era un misto fra i collari inibitori, che un tempo mettevano agli omega, per evitare comunicassero con i loro mate. E un collare simile a quello dei mannari, ma rivolto ai licantropi.

Ora era più umano di un umano.

Emise un altro ringhio tirando quelle catene. Con l'unico risultato che si feriva i polsi.

E poi la sentì ancora, la porta aprirsi.

Ed eccolo il suo personale "Torturatore", uno di quelli che dopo il lavaggio del cervello, era impazzito, e quindi gli avevano fatto una semi-lobotomia ed era un automa.

Ordinavano e loro eseguivano.

Senza sentimenti, né empatia, senza rimpianti.

Guardò quegli occhi vacui, un tempo di un bellissimo oro vivo, così simile ai suoi.

Sapeva perché mandavano quel corpo senza anima, per farlo odiare, quel corpo che un tempo era suo fratello, ma ora non lo era più, suo fratello era morto il giorno che gli avevano infilato degli elettrodi dentro il cervello e lo avevano bruciato davanti ai suoi occhi.

J.J. lo fissò un ultima volta, prima di chiudere gli occhi e pensare di nuovo ad Albert. Al suo odore, alla sua voce, a quel calore che aveva sentito nella sua mente e nel suo cuore quando Naxos lo aveva portato da lui.

Sorrise e attese.

E non attese molto, perché lo sentì subito il primo colpo arrivargli sul volto, sulla bocca, spaccandogli un labbro, e riempiendogli la bocca del gusto ferroso del suo stesso sangue.

Quella era la decima, o l'undicesima, volta che veniva da lui. Nelle ultime tre nemmeno facevano più domande.

Ma lui sapeva come proteggere la sua mente, lo avevano addestrato proprio loro, e con le protezioni di Naxos, sapeva dove rifugiarsi.

Là nulla potevano.

Sentiva colpo su colpo, il corpo vibrare alla forza inaudita che l'automa usava.

Aspettando che emettesse un gemito, o un suono dalle labbra. Ma lui continuava a far silenzio. Mentre il corpo sempre più scosso, con sempre più ferocia, si rifugiava nel buio.

Ore di violenze sul corpo, e il troppo dolore mandava in black-out il suo fisico, unico modo per farlo crollare.

Mentre la sua mente chiamava il suo amore.

Albert.

Poi svenne.

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Naxos guardava preoccupato il piccolo Omega.

Ed vicino ad entrambi.

-Gli hanno fatto qualcosa....-Albert ansimava.

-Come lo sai?- mormorò piano Ed.

-Lo sento...lo sento qui...-Indicò il petto, il cuore. -Sento il vuoto, come se mi avessero strappato il cuore...-

Naxos emise un sospiro.

Albert lo guardò. -Lo senti anche tu...-

Lo stregone annuì.-C'è un traditore...-

Ed fissò Il più vecchio. -E con il fatto che J.J. è tornato negli Hunter...-

-Daranno la colpa a lui...avendo anche interrotto il nostro legame...-Singhiozzò Albert.

-Chi potrebbe essere?- Ed guardò Naxos.

-Chiunque...- La voce dello stregone era grave.

-No...impossibile...siamo una famiglia...un branco...gli unici sconosciuti arrivati ora sono...i Siberian e ...-Albert guardò Ed.

-La mia famiglia, posso mettere la mano sul fuoco su ogni mio familiare, daremmo la vita uno per l'altro, anche se non siamo legati dal sangue, loro hanno la mia vita nelle loro mani.-

Naxos annuì.

-Nemmeno il branco di Wonder, o quello dei giovani di Marcus, siamo cresciuti tutti insieme...come tanti fratelli e sorelle...- Finì continuando il ragionamento Albert.

-Restano i Siberian...- Soffiò Ed.

-E nemmeno un licantropo...ma qualcuno con dei "poteri".- Continuò Naxos.

-Vampiri, sigma...- Ed si passò una mano fra i capelli.

-E un drago...non dimenticatevi di Lucian...- Disse Naxos.

-Un drago che tradisce la sua gente? Non credo sia possibile...-

-Non riesce a guardare negli occhi Silver, nemmeno Cassiopea...e non credo abbia nemmeno rivolto fiato a Crystal...- Albert sorrise tristemente ai due che lo osservarono sorpresi.-Noi omega siamo grandi osservatori, o meglio, chi come me che oltre ad essere un omega è anche timido, quindi, punti sull'osservazione altrui, diventi empatico, oltre che riconoscere tic nervosi, o come gli altri si pongono con te. Ascolto, osservo...e lui...non so...ha qualcosa...all'inizio lo reputavo per il senso di colpa, verso Cassiopea e Silver...ora...però...-

-È inverosimile...un drago traditore...perché farebbe una cosa simile?- Disse sconvolto Ed.

-Sì è strano, ma ci deve essere un motivo molto pesante , per portare un drago al tradimento...- Sibilò lo stregone.

-Come minacciare qualcuno che ami...-Mormorò Albert, facendo voltare verso di lui gli altri due.

-Dobbiamo velocizzare la cosa con il trio, Naxos...-

Albert guardò Ed. -Il trio....saresti tu, Diamond e Star...e Naxos...- Guardò i due. -Sapevate già tutto questo?-

-No...ma avevamo sospetti...ho messo i miei fratelli e le mie sorelle a controllare i vampiri e il sigma...-

Albert emise un gemito portandosi la mano al cuore. -Gli....stanno facendo del male...-Delle lacrime scesero dai suoi occhi chiusi e serrati in una smorfia di dolore.

Lo stregone posò una mano sulla nuca dell'omega, mentre Ed gli prendeva una mano.

OMEGAVERSE 4 *FABULOUS*Where stories live. Discover now