- Hai già messo in pratica il mio suggerimento? - mi domanda, restando alle mie spalle.
- Che suggerimento? - cerco di ricordare esattamente la direzione da prendere.
- Quello di fingere di non conoscermi. -
- Ah, quello. Per me è lo stesso. - gli do poca corda.
Arrivata al parco con la fontana, dovevo girare a destra o sinistra?
- Perché corri, sei forse in ritardo? - insiste con le domande.
Come mai è così loquace, proprio ora che ho bisogno di silenzio?
Non poteva comportarsi così prima, quando mi sentivo a disagio?
- Potresti star zitto un attimo? Non riesco a pensare. -
- Ah, ho capito! Stai cercando di starmi davanti, per poter valutare quanto ricordi della strada da percorrere. Ho indovinato? - si affianca a me senza fatica.
- Sei fastidioso. - ribatto semplicemente, mica voglio dargli soddisfazione.
- Lo prenderò come un sì. - ridacchia, ma al mio sbuffo infastidito - Ok, cercherò di lasciarti fare. - arretra alzando le mani con fare divertito.
Minuto dopo minuto sento la meta sempre più vicina.
Ne sono certa, per ora sta filando tutto liscio.
- Ehm... - mi blocco sentendo il moro in procinto di dire altro.
- Che c'è, ora? - mi volto col nervoso.
- Sei stata brava fino a qui, ma a questo bivio dobbiamo andare a destra non a sinistra. - mi indica la giusta direzione.
- Lo stai facendo apposta? Non è che si va all'accademia anche andando a sinistra? - l'osservo guardinga.
- No, per di là c'è il centro commerciale. Però, se non mi credi puoi pure seguire quella direzione. - mi sfida con lo sguardo.
Devo credergli?
Uhm... mentire non avrebbe senso.
Anche lui deve andare a scuola.
Non credo voglia perdere tempo solo per prendermi in giro.
Alla fine, decidendo di credergli, scelgo la via di destra.
- Ma... eravamo proprio a due passi dall'arrivo. - rimango di sasso vedendo i due edifici.
In quell'istante mi trovo a sconvolgermi ancora di più, quando la sua mano si poggia sulla mia testa.
- Avevo detto che eri stata brava. - mi sorride.
Che diavolo...?
- G-Grazie! - arretro per sfuggire a quel tocco.
Che gli è preso all'improvviso?
Non doveva farlo.
- Che devi fare all'accademia? - domanda tranquillo, come niente fosse.
- P-Perché? - mi sento terribilmente a disagio.
- Aspetto che tu finisca per farti tornare a casa senza strane deviazioni. Io non ho molto da fare qui, solo guardare gli orari e le aule. -
- Io non ti ho chiesto nulla. - aggrotto la fronte diffidente.
Non era stato lui a dire che non dovevo disturbarlo? E soprattutto fingere di non conoscerlo?
- Non vorrei avere pesi sulla coscienza, in caso ti perdessi. -
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Amore Inaspettato
RomanceMi sentivo oppressa, sempre in ansia, con la paura di mettere anche solo un dito fuori casa. Per questo avevo preso la decisione di ripartire da zero. Volevo una possibilità per essere nuovamente me stessa. Ed è proprio nel mezzo del mio progetto ch...