Capitolo XI

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D'un tratto, mentre piego bene le coperte del divano, sento suonare al campanello.

Emi non mi sembra il tipo di persona che bada al casino, ma ho comunque deciso di mettere almeno un pochino a posto.

Volevo far sparire dal tappeto tutti i pennelli, spatoline, colori e quant'altro che ci avevo lasciato. L'ultimo esercizio assegnatoci mi aveva messa un po' in crisi.

In ogni caso sono abbastanza soddisfatta dell'ordine fatto, soprattutto considerando che ho sistemato in un'ora e mezza.

Stamattina ero al lavoro ed Emi sarebbe dovuta venir qui tra un po', circa mezz'ora.

Alla fine sono passate ben due settimane da quando l'ho invitata, ma la colpa è di entrambe.

Tra i nostri lavori part-time e scuola siamo state davvero molto impegnate.

- È in anticipo. - constato controllando l'orologio.

Che abbia sbagliato a capire l'orario?

- Oh, Norio. Tutto ok? - mi sorprendo trovando lui davanti alla porta.

- Non proprio. - sbuffa poggiando la testa sullo stipite.

Guardandolo bene si nota non essere molto a posto.

Ha tutti i capelli per aria, gli occhi rossi ed un'espressione estremamente a disagio.

- Che succede? Hai bisogno d'aiuto? -

Non l'ho mai visto così.

Sembra abbia appena fatto la lotta con qualcuno.

- Ecco... è abbastanza imbarazzante chiedertelo, ma... potrei stare da te per un po'? - gli scappa poi uno starnuto.

- Ehm... certo, ma che succede? - lo faccio accomodare.

In queste condizioni mi sento più in ansia per lui che per altro.

- C'è un gatto pazzo in casa mia. - distoglie subito lo sguardo.

- Eh? Un gatto? - sbarro gli occhi confusa.

- Stavo facendo prendere aria alla stanza quando è entrato dalla finestra. Ho provato a mandarlo via, ma si è nascosto sotto al divano. Al che ho tentato di prenderlo, ma ha cominciato a graffiarmi. - mi mostra le braccia piene di segni - In fine non sono più riuscito a reggere e sono dovuto uscire. Spero che a breve se ne vada, gli ho lasciato la finestra aperta. - starnutisce nuovamente.

- Sei allergico al pelo dei gatti? - realizzo la cosa.

- Già e sono pure rimasto a corto di antistaminici. Non è un'allergia così grave, ma è molto fastidiosa. Probabilmente dovrò lavare tutta casa, dopo. - sbuffa.

Sorpresa rimango a fissarlo mentre si sfrega le mani sulla faccia.

È strano che io lo trovi carino proprio in questa situazione?

Me lo fa sembrare ancora più umano e coetaneo.

- Senti, ti va se provo a farlo uscire io? Adesso dev'essere spaventato. Potrebbe rimanere sotto il tuo divano per delle ore. -

- Per ore?! - sbarra gli occhi per poi acconsentire - Stai attenta, è una belva pazza. Mettiti dei guanti da cucina. -

- È un micio spaventato non una tigre. - ridacchio.

- Lo so. Con una tigre i guanti da cucina non servirebbero a nulla. -

Ed è così che vado nel suo appartamento e... niente.

Dopo più di dieci minuti di tentativi non sono minimamente riuscita a farlo calmare od a prenderlo.

L'unica cosa che sono riuscita a recuperare è il suo collare, con la medaglietta.

Amore Inaspettato Where stories live. Discover now