Capitolo XVI

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- Che cosa assurda! Sembra quasi la scena di un film o di un libro. - Emi scuote il capo sconvolta, mentre usciamo da scuola.

Ho appena terminato di raccontarle della pedinatrice mandata da Matsuyama.

- Non dirlo a me. - sospiro.

- Certo che è davvero subdolo usare le persone in questo modo, non mi aspettavo una cosa del genere. Nemmeno da quella prima donna di Matsuyama. -

- Io oramai mi aspetto di tutto dalle persone. Ce ne sono alcune disposte davvero a tutto. -

- Oh... OH, OOOH! - si blocca sul posto, cominciando ad urlare a caso e facendo sussultare me.

Preoccupata - Che c'è? Che succ...ede...? - noto dov'è posato il suo sguardo.

Davanti all'entrata dell'accademia c'è Norio che aspetta.

- Un'altra scena da libro o film! - Emi si esalta.

- Ma di che parli, adesso? - la testa mi va nel pallone.

Perché Norio è qui?!

- Sta chiaramente aspettando te! - comincia a saltellare rispondendo alla mia domanda non espressa.

- Che ne sai? Potrebbe essere qui... che ne so... per... - tento inutilmente di trovare un'altra opzione.

- Ma per favore, nemmeno riesci a trovare una buona motivazione alternativa. - ridacchia - Su, va da lui. - mi dà una pacca sulla spalla.

- Cosa? Andare da lui? Se non te lo ricordi, io dovrei far finta di non conoscerlo. -

- A quanto pare non più. - il suo sorriso si allarga ulteriormente.

- Ma... -

- Niente "ma", tanto sta già venendo da questa parte. Ci vediamo domani, sappi che dovrai darmi tutti i dettagli. - se ne scappa via lasciandomi in balia degli sguardi di tutti.

Ed ora che faccio?

Norio sta davvero venendo verso di me?

Tutti, soprattutto le ragazze, lo stanno fissando come fosse un animale esotico su un ghiacciaio.

Di passo in passo sento il cuore accelerare sempre più.

Forse dovrei fuggire.

Ma... perché?

Oddio, tutto ciò mi sta facendo impazzire.

Cioè... per mesi ho dovuto fingere di non conoscerlo, se non di fama ed ora? Sta camminando verso di me, davanti a tutti gli studenti della mia scuola.

Inoltre, non vorrei sbagliarmi, ma in zona mi sembrano esserci pure molti più studenti dell'Università di giurisprudenza.

Di solito, benché il giardino sia condiviso, si ha come una sorta di linea divisoria invisibile.

Di solito... ma non oggi.

- Ayako? - me lo ritrovo davanti senza aver più vie di scampo.

- S-Sì? - non sono abituata ad avere così tanta gente che mi fissa.

Una volta, ad una recita delle elementari, finii pure per svenire a causa del panico da palcoscenico.

Infatti quando Norio mi chiese di fingere di non conoscerlo non mi diede fastidio, dopo averne saputo il perché.

Non volevo passare nuovamente esperienze di pedinamento o simili, però... non avevo considerato che, la cosa, mi era utile pure dal lato di non "notorietà".

Cosa che ora è svanita.

- Andiamo? - si volta tranquillo cominciando a camminare.

Aspettate... che?

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