Capitolo XXII

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- Oddio, Ayako!! - vengo travolta dall'abbraccio stritolatore di Koyuki.

A seguito pure la mia famiglia, Taki ed Emi.

Tutti hanno raggiunto me e Norio in centrale, dove siamo da più di cinque ore.

- Quando il tuo vicino mi ha telefonato non potevo crederci. È davvero arrivato fino a qui? - mia madre mi accarezza la testa, l'unico punto del mio corpo fuori dalle "grinfie" della mia migliore amica.

- Ora è in arresto. - mi limito a rispondere.

- Come diavolo ha fatto a trovarti? Sono sempre stata attenta a non farmi seguire. Ho pure utilizzato la macchina di mio padre, al posto della mia. Come ulteriore precauzione. - Koyuki non accena a lasciarmi.

- Koyuki... così mi soffochi... - comincio a sentire la mancanza d'aria.

- Scusa. - mi lascia di colpo, guardandomi con occhi lucidi.

- Andrà tutto bene, piccola. - finisco tra le braccia di mio padre.

- La polizia ha detto di averlo interrogato. A quanto pare è riuscito a venir in possesso dei documenti dell'iscrizione di Ayako alla Sen-Iro. È lì che ha trovato l'indirizzo. - spiega Norio, al mio posto.

- Sapevo che quel maledetto non si sarebbe arreso, nemmeno dopo il tuo trasferimento. - ringhia mia madre.

- L'importante è che ora sia dietro le sbarre. - si accoda il mio fratellino.

- Sì, ma... la domanda è: ci resterà? Sappiamo come spesso va a finire. - sputa con tono acido Taki, il ragazzo di Koyuki.

- È accusato di stalking, molestie ed ha violato l'ordinanza restrittiva. Come se non bastasse ha pure ammesso di aver ottenuto illegalmente dei documenti privati ed aver compiuto altri atti altrettanto punibili penalmente. - Norio continua ad aiutarmi con le risposte.

Dall'arresto del mio ex non mi ha lasciata sola un istante.

Nemmeno durante le domande che la polizia ha continuato a ripetermi all'infinito.

Da ciò che ci è stato riferito, quell'essere, era qui da troppo.

Molto più di quel che avrei mai potuto temere.

Il ladro che vidi alla finestra? Era lui.

Per questo i suoi occhi mi erano così maledettamente familiari.

A quanto pare sapeva esserci un ladro in zona, ed ha approfittato della cosa per potersi avvicinare.

E la bussata misteriosa?

Non era opera della pedina di Matsuyama, pure lì era stato lui.

Voleva testare che io fossi effettivamente una residente della bifamiliare.

Pazzesco.

È davvero, estremamente, malato.

- Ha ammesso? - scatta sconvolta Emi, mentre mio padre allenta la presa su di me, permettendomi di liberarmi.

Stranamente non sembra essere ignara del tutto, eppure io non gliene ho mai parlato.

Probabilmente è stata Koyuki, mentre venivano qui assieme.

- È venuto pure uno psichiatra ad interrogarlo e... sembra essere affetto da un disturbo d'attaccamento. Dal suo punto di vista non pensa di aver fatto nulla di male, solo di aver recuperato il prezioso rapporto con la sua fidanzata. Per questo ha confessato senza un minimo di esitazione o senso di colpa. -

- Cosa? Questo non gli farà ridurre la pena? Sono certa che è tutta una messinscena per farla franca. - Koyuki si agita.

- No, non gliela farà ridurre perché ora è considerato come soggetto pericoloso. Semplicemente avrà una costante assistenza medica, durante il periodo di detenzione. -

Amore Inaspettato Where stories live. Discover now