Capitolo IV

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Sono passati cinque giorni da quando mi sono trasferita.

Oramai ho svuotato quasi tutti gli scatoloni e, oggi, Koyuki verrà a trovarmi.

Ieri sono pure andata a fare una bella spesa, così da dimostrarle che ho mantenuto la parola data.

Anche se, ad essere completamente onesta, ho sgarrato per un paio di pasti, a forza di spostare mobili e sistemare ero così distrutta da riuscire solo a mettere in forno cibi surgelati.

In ogni caso sono comunque orgogliosa di me stessa.

Sono riuscita ad andare e tornare dal supermercato da sola, senza problemi.

Certo, le due volte precedenti ho girato a vuoto per mezz'ora, ma in fine ho memorizzato il percorso.

Per fortuna aggiungerei.

In questi giorni ho cercato d'uscire il minimo indispensabile, così da non dover chiedere aiuto a Norio.

Dopo quella volta a scuola non faccio altro che sentirmi leggermente a disagio, quando lo vedo.

Più ci penso e meno ne capisco il motivo.

Pertanto ho deciso di buttarmi a capofitto sui lavori e stargli lontano.

Mentre sto riflettendo su tutto ciò sento suonare il campanello e, confermato l'ospite, apro - Benvenuta nella mia umile dimora. - faccio entrare la mia amica con fare teatrale.

- Niente male, mi avevi mandato alcune foto, ma senza tutti quegli scatoloni tra i piedi è proprio adorabile. - i suoi occhi color nocciola scrutano attentamente il posto.

- Grazie, mi sono impegnata. - le sorrido - A te come va? Il negozio? Casa? -

- Basta con i convenevoli. - allarga le braccia verso di me.

Subito mi preparo ad uno dei suoi abbracci stritolatori, ma... passando oltre si dirige verso la cucina - Vediamo se la mia piccola peste si nutre come si deve. -

- Ehi! - mi volto offesa, al che scoppia a ridere per poi gettarmi le braccia al collo - Mi sei mancata anche tu, sciocca! -

- Cattiva. - bofonchio.

- Eddai, stavo scherzando. Beh, per metà. Voglio davvero controllare la dispensa. - si stacca ridacchiando.

- Grazie della fiducia. -

- A proposito di fiducia, dov'è questo famoso vicino? - fa retro front verso la porta.

- Eh? Che c'entra lui con la fiducia? E dove stai andando? - l'afferro per un braccio.

- A conoscerlo, mi pare ovvio. E la fiducia c'entra eccome con lui, devo valutarlo per poter star completamente ed assolutamente tranquilla. -

- Sei peggio di mia madre. - sbuffo costringendola a sedersi sul divano.

- Oh, sbagli. Sono qui non solo per mia volontà, ma anche per fare le veci di tua mamma. -

- Ah. Avrei dovuto immaginarlo. - scuoto il capo.

Me la vedo già mentre istruisce Koyuki su cosa dover fare qui.

- Comunque... - comincia a dondolarsi sul sofà - Questo appartamento trasuda Ayako da tutte le parti. - si sistema una rossa ciocca ribelle.

- Stai forse dicendo che casa mia puzza? - la fisso storto.

- Ma... cosa? - scoppia di nuovo a ridere.

Mi era mancata la sua risata, è sempre stata contagiosa per chiunque la sentisse.

- No che non puzza. Intendevo che ti rispecchia. Hai pure disegnato su quel muro, proprio come in quello della tua camera d'infanzia. - aggiunge subito dopo.

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