CAPITOLO 21 - L'inizio

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Un urlo si levò da un punto imprecisato più in alto rispetto a dove si trovava, a terra, mentre continuava a perdere sangue. Da lì a poco sapeva che sarebbe morto dissanguato se qualcuno non interveniva subito e il fatto che Rose non aveva fatto ancora niente voleva dire che non sapeva che incantesimo usare.

Albus gli lasciò il polso e Rose si inginocchiò accanto a lui, in lacrime, scossa da singhiozzi. Qualcun'altro si inginocchiò vicino a lui e Scorpius vide sua madre puntargli la bacchetta contro, mormorando parole che non riusciva a sentire. Sentì subito il sangue ritornare nel suo corpo e le ferite ricucirsi. Ancora debole, appoggiandosi a Rose, si tirò su a sedere.

Lui, Rose e Albus erano circondati oltre che dai loro genitori anche da molti studenti che erano scesi dagli spalti.

Sentì una fitta al cuore quando vide i genitori di Claire e Petar inginocchiarsi accanto ai corpi senza vita dei figli, in lacrime, Madame Maxime e il professor Ivanov che cercavano di consolarli, invano.

Anche Dominique era scossa da forti singhiozzi mentre sua sorella Victoire e suo fratello Louis la stringevano fra le braccia e le accarezzavano delicatamente la testa.

«Dovete andare in infermeria» Hagrid tirò in piedi Scorpius e Rose prendendoli per il collo delle loro maglie. Scorpius barcollò un po' e Rose gli strinse più forte il braccio mentre Albus, dopo essersi alzato, lo teneva per l'altro.

«Sono d'accordo» Harry annuì e gli spinse verso l'uscita del campo. «Rose è ferita, Scorpius ha bisogno di rimettersi e Al deve fare qualche controllo di sicurezza»

Madame Pomfrey gli corse incontro e aiutò Rose e Albus a reggere Scorpius. Si sentiva ancora debole e aveva una gran voglia di vomitare, ma non disse niente cercando nel frattempo di non appoggiarsi troppo a Rose perché aveva notato che zoppicava.

Seguirono l'infermiera dentro il castello e poi entrarono nell'infermeria, dove Madame Pomfrey li sistemò i tre letti vicini.
Scorpius, guardando nel vuoto, continuò a bere le pozioni che l'infermiera gli metteva sul comodino.

«Rimarrà qualche cicatrice, ho fatto il possibile» borbottò Madame Pomfrey dopo avergli puntato la bacchetta contro e aver mormorato qualche incantesimo.

A Scorpius non importava niente delle cicatrici, riusciva solamente a pensare a cosa aveva fatto suo nonno. Come aveva potuto? Aveva cercato di ucciderlo. Suo nonno aveva cercato di ucciderlo. Non riusciva a pensare ad altro perché quel pensiero continuava a ritornargli in mente, ferendolo più dell'incantesimo che gli aveva lanciato.

Le lacrime iniziarono a scendergli dagli occhi, bagnandogli le guance. Rose nel letto accanto si liberò di Madame Pomfrey che le stava curando la gamba e insieme ad Albus si sedette nel suo. I suoi migliori amici lo abbracciarono e solo quando si staccarono Scorpius potè constatare che la maglia di Rose era completamente zuppa del suo sangue.

La porta dell'infermeria si aprì accompagnata dagli sbuffi di Madame Pomfrey e Harry, Ron, Hermione, Ginny, Draco, Astoria, Dominique, Alexander e la McGonagall fecero il loro ingresso. Scorpius sentì Rose stringersi di più contro il suo fianco.

«Ragazzi...» quella parola uscì a fatica dalla bocca di Draco, che guardò Scorpius negli occhi per poi abbassare lo sguardo, improvvisamente interressato dal pavimento.

«Ci dovete raccontare cos'è successo,» la McGonagall parlò talmente piano che i singhiozzi di Dominique riuscirono quasi a coprire la sua voce. «lo sapete?»

Scorpius si scambiò un'occhiata prima con Rose e poi anche con Albus, che prese un respiro profondo e iniziò a raccontare tutto nei minimi dettagli.
Nessuno lo interruppe, nemmeno i sussulti di Dominique e Alexander.

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