CAPITOLO 26 - Patronus

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La mattina dopo Scorpius entrò nella Sala Grande insieme ad Albus per fare colazione. Appena si sedettero al loro tavolo, Lumacorno passò a distribuire gli orari. Scorpius, incrociando le dita speranzoso, guardò il suo: due ore di Storia della Magia, due ore di Pozioni, una di Babbanologia e due di Difesa Contro le Arti Oscure. L'unica cosa positiva di quell'orario, a parte Babbanologia, era che almeno avevano tutte le ore con i Grifondoro.

Prima che qualcuno potesse dire o fare qualsiasi cosa, Rose piombò al tavolo dei Serpeverde e si sedette accanto a Scorpius, che potè bearsi dell'odore di quei capelli rossi quando gli finirono in faccia.

«Avete visto? Due ore con quella vecchia megera!» Rose era irritata e non poco.

«Non dobbiamo reagire se ci provoca, lo sai che ci odia» Albus infilò il suo orario in una tasca della divisa.

«Hai ragione, sono anch'io convinta che sfogherà il suo odio per zio Harry su...»

«Hem Hem»

A quel suono Albus e Alexander alzarono lo sguardo dai loro piatti e Scorpius e Rose si girarono contemporaneamente, trovandosi faccia a faccia con la professoressa Umbridge. E non era un'esagerazione dire faccia a faccia visto che era talmente bassa che arrivava poco sopra alla testa di Scorpius, e lui oltretutto era seduto.

«Sì, professoressa?» Rose si era sforzata di usare un tono gentile, si notava dalla sua voce tremante per la rabbia che minacciava di scoppiare.

«Signorina Weasley, sbaglio o lei è una Grifondoro?» la professoressa Umbridge usò un tono talmente lezioso che a Scorpius salì un conato di vomito. O forse, quell'improvvisa nausea, era dovuta alla visione di quell'orrendo cardigan rosa?

«Non sbaglia, professoressa»

«E allora perché è seduta al tavolo dei Serpeverde?»

Rose, mentre guardava quella sottospecie di rospo con uno sguardo per niente amichevole, parve cercare un modo educato per dire quello che voleva dire.

«Da quando non si può, mi scusi?» intervenne Scorpius perché, come tutte le persone che ormai si erano girare, sapeva bene che Rose avrebbe risposto a tono finendo nei guai.

La Umbridge puntò i suoi occhi su di lui, sorridendo in un modo lezioso quanto il suo tono. «Tu devi essere il figlio di Draco Malfoy nonché nipote di Lucius Malfoy, giusto?»

«Giusto» il tono era talmente freddo da far rabbrividire persino se stesso.

«È stato un grande piacere insegnare ai tuoi genitori, erano delle brave persone»

«Erano? Ah, già, non sono più dei pazzi maniaci della purezza del sangue»

«Signor Malfoy, vuole una punizione ancora prima del nostro primo incontro ufficiale?» ora la Umbridge aveva un tono diverso, più acuto.

«Mi dica, inciderà anche a lui Non devo dire bugie su una mano?» Albus, dal suo angolo nella panchina, aveva cercato con tutte le sue forze di trattenersi ma alla fine era scoppiato.

«Degno figlio di suo padre, signor Potter» fu l'ultima cosa che la Umbridge disse prima di uscire dalla Sala Grande.

Scorpius vide appena in tempo Rose sfoderare la bacchetta e, visto che la Umbridge era ancora a portata di Fattura o Schiantesimo, le trattenne il braccio. Non voleva che finisse nei guai, non voleva che finisse in punizione con quel vecchio rospo rugoso, soprattutto dopo quello che aveva sentito.

«Signorina Weasley,» la McGonagall li raggiunse, fermandosi nell'esatto punto in cui poco prima c'era la Umbridge «per quanto lo desideri anch'io, la prego di non attaccare la professoressa Umbridge»

Harry Potter e il Ritorno del Male Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora