Harry Potter e il Ritorno del Male

CAPITOLO 30 - Il sogno

Scorpius alla fine non fece parola di nessuno di quello che era successo a Fred anche se era ancora dell'idea di doverlo dire a qualcuno, magari a Hermione visto che era l'unica persona ragionevole che gli venisse in mente e che quindi avrebbe aspettato ad attaccare la Umbridge. La cosa che però lo fece irritare di più era il comportamento di Rookwood, e non perché lo stesse stuzzicando ogni giorno, ma proprio perché ormai non lo faceva dalla partita Grifondoro contro Serpeverde. La cosa gli puzzava un po', ma decise di ascoltare Albus e pensare che fosse solo perché Rookwood non voleva perdere il posto nella squadra di Quidditch.

Alla fine faceva talmente freddo che tutti gli allenamenti di Quidditch furono annullati, così come le lezioni di Erbologia, dando più tempo per studiare agli studenti del quinto e del settimo anno. L'unica persona che sembrava proseguire fuori all'esterno, con l'aria di una che neanche un terremoto l'avrebbe potuta fermare, era proprio la professoressa Grubbly-Plank. Per quanto a Scorpius, Albus e Rose dava fastidio ammetterlo, la supplente era più brava di Hagrid in quel ruolo, ma non lo dissero ad alta voce per non dare quella soddisfazione al resto dei Serpeverde.

Ma quello che in quel momento tormentava Scorpius non era il freddo pungente che provava durante le lezioni di Cura delle Creature Magiche, il troppo studio o l'assenza del Quidditch. No, quello che più gli premeva era la sensazione che suo padre non gli avesse detto tutto a proposito del suo passato. Da una parte non poteva non biasimarlo, anche lui si sarebbe vergognato di andare in giro con il segno indelebile del Marchio Nero, ma dall'altra parte in qualità di figlio voleva sapere tutto.

Perché Rose e Albus sapevano più di lui in proposito della Seconda Guerra Magica? Perché suo padre si era ostinato a vivere nell'ombra, servendosi ogni tanto della lacrime per svuotarsi da quel peso che doveva aver portato sulle spalle per tutti quegli anni? Della vita di suo padre sapeva solamente che era un fastidioso e presuntuoso purosangue, che diventò nemico di Harry e Ron, che entrò a far parte dei Mangiamorte a sedici anni, che dopo la guerra era cambiato e che si era innamorato di Astoria e con lei aveva avuto un figlio, lui, Scorpius Hyperion Malfoy.

Lui era il figlio tanto voluto, tanto cercato. I suoi genitori avevano fatto in modo che vivesse un'infanzia felice, sbagliando in due punti: il primo quando non capirono le iniziali divergenze fra lui e suo nonno, il secondo sbaglio fu non raccontargli una parte fondamentale del passato della sua famiglia.

Scorpius aveva sempre saputo che la gente, prima ancora di conoscerlo, lo odiava per il suo cognome, perché la sua era stata una delle famiglie più in vista fra i Mangiamorte. Ma gli mancava un tassello, sentiva uno spazio vuoto occupato da un punto interrogativo. Sapeva che le rispose che cercava gliele avrebbe dovute dare suo padre, ed esclusivamente suo padre. Se no avrebbe chiesto a Rose, Albus o Fred perché loro avevano l'aria di sapere qualcosa di cui lui era all'oscuro.

«Sei sicuro di stare bene?» gli chiese Rose per la centesima volta, quando lui rischiò di crollare per il sonno con la testa appoggiata al volume di Trasfigurazione.

Erano in biblioteca, come tutte le sere. C'erano lui, Rose, Albus, Fred, Vanessa, Liz che studiavano per i G.U.F.O. mentre James, Jack e Dominique studiavano per i M.A.G.O., gli esami che avrebbero permesso a tutti e tre di uscire da quella scuola. In realtà erano tutti stanchi ma Scorpius, con la mente sempre più affollata di pensieri, sembrava il più moribondo.

E in più c'era il fatto che lui continuava a rivedere la morte di Claire e Petar durante il sonno. Ormai era una cosa che succedeva ogni notte, lo dimostrava anche Albus svegliandosi contemporaneamente a lui nel cuore della notte, quindi il trio non ne parlava più. Una cosa che però aveva notato Scorpius, una cosa che aveva notato essere cambiata in quel sogno che continuava a disturbare il suo sonno, era che i contorni delle immagini si facevano sempre più nitidi. Non ne aveva mai parlato di quello né a Rose né ad Albus, quindi non poteva sapere se anche per loro era così.