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Attenzione:
Da questo capitolo in poi, non farò più in prima persona ma in terza.
Buona lettura!

"Keya... io ti amo"

Keya... morta.
Lo guardò per minuti che sembrarono essere infiniti per Jungkook. Adesso quest'ultimo si sentì molto a disagio e non sapeva come comportarsi. Aveva agito senza pensare. "Che stupido che sono!" pensò chiudendo gli occhi dalla vergogna. Non voleva vedere il viso di keya. Sarebbe stato imbarazzante, in fondo lo sapeva che non ricambiava i suoi stessi sentimenti... quindi perché glielo doveva dire?

"Jungkookie guardami" disse Keya e Jungkook aprì gli occhi titubante e con estrema lentezza. La ragazza avvolse il viso del minore con le sue delicate mani. Gli accarezza il viso in modo che si possa rilassare al suo tocco. Aveva notato che era agitato e questa era l'unica cosa che poteva fare Keya per tranquillizzarlo.

"Kookie io non so cosa provo per te. Non posso dire che ti amo perché non è vero... ma non posso nemmeno dire che non ti amo perché mi piaci tanto. Sei un bel ragazzo e hai un bel carattere. Al momento sono molto confusa, scusami" spiegò Keya e Jungkook annuì capendo lo stato della ragazza.

Keya semplicemente non riusciva a capire i suoi sentimenti. Da quando ha conosciuto Taehyung, non riesce più a capire nulla. Tae le ha confuso le idee e adesso keya non sa più cos'è l'amore. Non riesce a capire se è innamorata o meno.

"Quando chiarirai le idee, chiamami ok?" chiese Jungkook con occhi speranzosi. Quasi gli faceva pena ma in fondo non era colpa di Keya se non sapeva cosa realmente provava per lui. Non poteva dirgli che lo amava anche lei, altrimenti l'avrebbe mentito. E lei non voleva che poi stava male per causa sua. Quindi preferì lasciare tutto nel dubbio perché in effetti era così, dubbiosa... confusa.

Ad un tratto il telefono di Keya iniziò a squillare in modo insistente e squillante. Lo prese e vide che la stava chiamando Taehyung. Era indecisa se rispondergli o meno. Era molto arrabbiata con lui anzi, delusa.

"Che fai? Non rispondi?" chiese Jungkook con quei occhietti da cerbiatto. Arricciò il naso e strizzò gli occhi, era così tenero.

Sospirò per poi accettare la chiamata.

"Pronto..?" domandò Keya al telefono mentre il suo cuore palpitava a mille.

"Keya! Ti passo a prendere tra qualche minuto che torniamo a casa" rispose Taehyung sentendosi il rumore dell'accelleratore della macchina.

"Ok..." rispose keya chiudendo la chiamata. Era triste poi però alzo il viso sorridendo verso Jungkook. Non voleva che la vedesse combattuta, fragile. Jungkook istintivamente sorrise di conseguenza.

"Ci vediamo domani a scuola kook! Ora devo andare. Ciao!" urlò Keya abbracciandolo forte per poi uscire di casa. Chiuse gli occhi e si cullò al dolce vento che le accarezzava delicatamente il viso. Taehyung le aveva detto che sarebbe arrivato tra qualche minuto quindi rimase a rilassarsi per qualche secondo. Il vento le sventolava i capelli e un senso di felicità pervase l'animo della giovane. Respirò a pieni polmoni l'aria circostante. Poi però, il suono di un clacson, scheggiò quel momento riposante. Aprì gli occhi e trovo davanti a lei la macchina di Tae. Aprì lo sportello ed entrò senza degnargli di uno sguardo.

Si allacciò la cintura e guardò davanti a sè.
Taehyung si sporse lentamente in avanti per guardarla in viso. Le sembrava strana, da quella mattina che non lo curava per niente. Ed era strano dato che in questi giorni si stavano trovando parecchio in sintonia tra loro. La cosa gli puzzava un po'.
Si appoggiò al sedile e accese il motore per poi partire.
Durante il tragitto, il silenzio saturò dappertutto dentro il veicolo. Nessuno voleva fare la prima mossa a parlare. Taehyung ogni tanto la guardava con l'intenzione di parlarle ma qualcosa lo bloccava. Apriva la bocca ma da lì non usciva niente, soltanto un sospiro.

"Keya... cosa hai fatto da Jungkook?" chiese Taehyung finalmente trovando il coraggio di parlarle.

"Giocato" rispose fredda keya guardando fuori dal finestrino. Taehyung si girò velocemente per guardarla non riuscendo a capire cosa le stesse prendendo.

"A cosa?" chiese allora il moro cercando di far durare più a lungo la conversazione.

"Ai videogame" rispose Keya sempre con quel suo tono acido e ghiacciante.

"Avete fatto qualcos'altro poi?" domandò Taehyung e Keya sbuffò.

"Mi stai facendo un interrogatorio per caso?!" esclamò furiosa la bionda non riuscendo più a contenere la sua rabbia.

"Scusami se voglio creare conversazione con te!" rispose Taehyung nervoso.
La situazione nella macchina si stava facendo più preoccupante del solito.

"Ah ma quindi adesso esisto per te?" chiese Keya facendo centro al discorso a cui vorrebbe arrivare. Più che altro al mistero che vorrebbe scoprire, cioè scoprire chi cacchio era quella tizia.

"Che cosa vorresti dire con questo? Sai che tengo a te" rispose Taehyung abbassando il tono della voce. Sembrava dispiaciuto.

"Intanto a pomeriggio hai preferito uscire con quella ragazza che stare con me. Mi hai affidata a Jungkook!! Non sono una bambina ok?! Jungkook non è il mio babysitter!" esclamò Keya e Taehyung fermò la macchina appena avanti l'appartamento.

"Keya ti sbagli quella ragaz-" non riuscì in tempo a finire la frase che Keya uscì dalla macchina.
Taehyung, con furia, colpì il manubrio con un pugno. Ogni volta che cercava di dirle o presentargli quella ragazza, se ne andava. Non riusciva nemmeno a darle spiegazioni.
Sbuffò e uscì anch'esso dalla macchina per poi entrare in casa trovando nessuna traccia di Keya.

"Keya?" urlò preoccupato Taehyung gironzolando fra le stanze fino ad arrivare alla camera della ragazza. Era ferma, in piedi... sembrava una statua. Si avvicinò a lei e le toccò il polso. Era gelido. Le guardò il viso ed era diventato pallido. Ok, adesso si poteva veramente definire una statua. Anzi, un morto. La scuote per vari secondi ma non da segni di vita. Ha gli occhi spalancati verso la scrivania. Allora Taehyung si gira di scatto verso il mobile e ci trovò sopra un foglio. Lo prese e lesse.

"Ti sono mancata amore? Ti ricordi di me vero? Ho scoperto dove abiti. Uno di questi giorni ti farò una visitina ;)"

Non poteva essere...

Hyungsik era tornato...

Non prometteva nulla di buono.

CAMBIO POV'S

Jimin percorse l'intero viale di rose a piedi. Lo attraversava sempre quando era pensieroso. Gli ricordava lui da piccolo quando faceva le passeggiate con il padre.
Alzò lo sguardo al cielo sospirando facendo uscire tutta l'aria che aveva nei polmoni.
Era il semplice ragazzo bad boy a scuola. Tutti cercavano di evitarlo perché è molto scontroso e non si dimentica facilmente dei torti che la gente gli fa. Cerca in ogni modo di rivendicarsi con qualcuno. Tutti hanno timore di lui a scuola. Però nessuno conosceva l'altro lato di Jimin. A scuola e con gli amici era cattivo, ma in realtà è un ragazzo gentile. Era il contrario di quello che mostrava in pubblico. Anzi è fin troppo delicato, proprio questo fu il motivo del suo cambiamento. Tutti alle medie lo chiamavano o "frocio" o "gay" per il suo carattere troppo dolce. Per questo decise di cambiare comportamento così da sembrare duro.

In sintesi, Jimin ha cambiato carattere per smettere di soffrire di quei nomignoli che gli davano.

Sospirò guardando una nuvola. Ad un tratto dietro di lui qualcuno o qualcosa, gli tocca la spalla.

Si gira per vedere chi sia.

Ah.

𝐏𝗼𝐬𝐬𝐞𝐬𝐬𝐢𝐯𝐞 •|𝐓𝐇|Where stories live. Discover now