3|Gli Élite

544 27 215
                                    

Nella mensa era appena entrato un gruppo di studenti privilegiati che, a giudicare dal grande numero di armi contenute nelle loro cinture, dovevano essere degli studenti addestrati per diventare delle guardie speciali o qualcosa del genere. Insomma, delle persone importanti, gerarchicamente parlando.

Dopo aver fatto la loro spettacolare entrata in scena e aver richiamato l'attenzione di tutti, il loro capitano, una tredicenne dai capelli neri e dai misteriosi e furbi occhi smeraldo, iniziò a parlare in tono solenne continuando a guardarci uno ad uno con sufficienza. «Rivolto a tutti i capogruppo: il direttore vuole vedervi tutti dopo pranzo. Assenze ingiustificate non saranno tollerate» Si rivolse infine a noialtri. «Quanto a voi, novellini, spero che abbiate studiato e siate pronti ad impegnarvi, la famosa settimana sta arrivando»

Sogghignò nel vedere le espressioni intimorite dei novellini e se ne andò seguita dagli altri Élite.
Anche loro ci guardavano con sufficienza, come se fossimo tante piccole e insignificanti formichine.
Spocchiosi.

Ci sedemmo finalmente al nostro tavolo e iniziammo a mangiare velocemente. Avevamo già perso troppo tempo a stare ad ascoltare quei ragazzi.
Marisol si avvicinò a me. «Quelli che hai visto sono gli Élite. Se ti interessa te ne posso parlare durante il periodo di svago in cortile»
«Volentieri, voglio proprio capire chi si credono di essere quei palloni gonfiati. Ci guardano come se noi non fossimo nulla al loro confronto! Non è giusto!» inforcai violentemente delle carote, rischiando di spezzare la forchetta di plastica dura.
«Fidati, noi non siamo veramente nulla al loro confronto. Siamo solo... novellini»

༺ 𓆩♱𓆪 ༻

Finito di mangiare uscimmo nel cortile dell'Accademia che era una vasta distesa di erba tagliata talmente bene che sembrava quella di un campo di calcio, circondata da una rete di ferro verde che la separava dal bosco.
Quel posto era senza uscite o entrate, come aveva fatto il furgone ad arrivare fin lì?
C'era lo zampino di quella strega, ne ero sicura.

Gli Élite erano seduti sulla loro panchina vicino al muro esterno dell'accademia e circondati da tutti i novellini che volevano fare i lecchini con loro per ottenere qualche trattamento di favore.

«Come ti ho già detto» disse Marisol avvicinandosi al mio orecchio. «Loro sono gli Élite e quindi sono dei ragazzi dall'intelligenza e dalle abilità fuori dal comune, quasi sovrumane. Sono stati scelti dal direttore Slave in persona e sono stati addestrati per essere spietati e soprattutto dediti alla causa del direttore»

«In pratica sono i suoi pupazzetti goth e aggressivi» sintetizzai.

La ragazza dagli occhi smeraldo mi rivolse un'occhiata sprezzante, come se avesse sentito ciò che avevo detto, poi ritornò a parlare con un ragazzo del gruppo 3 che le stava facendo la corte.

Martin tirò la manica della divisa Marisol e si rivolse anche ad Isabelle. «Voi che siete femmine, potreste aiutarmi a scegliere un fiore che piaccia ad una ragazza?»

I loro volti si illuminarono. «Certamente!» risposero in coro prendendolo a braccetto da entrambi i lati e andando verso il giardino botanico dell'Accademia.

Andai a sedermi sull'erba accanto ad Eleonora che stava strappando dei poveri e innocenti fili d'erba.
Le accarezzai la spalla e le sorrisi amichevolmente cercando di far scomparire dal suo volto quel broncio deprimente.

«Tutto bene?» le chiesi a bassa voce.

«A parte il fatto che siamo state rapite e portate in un'accademia-prigione... sto bene» mi rispose.

L'AccademiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora