17|Missione (parte 1)

283 15 52
                                    

La mattina fui costretta dalla mia sveglia ad alzarmi presto. Non la controllavo io, purtroppo. Era una sveglia radio controllata direttamente dal direttore e non sapete quante volte avrei voluto buttarla fuori dalla finestra, ma, come se non bastasse già sentire il rumore assordante la mattina presto, era inchiodata al comodino.

Dopo che ebbe finito di torturarmi col suo "beep beep" acuto e fastidioso, mi alzai dal letto e mi vestii accuratamente allacciandomi poi la pesante cintura delle armi.
L'avevo riempita di coltellini di ogni genere, fumogeni e lacrimogeni, ma ero sicura che non li avrei usati a meno che non fossi stata obbligata. 
Infine rinfoderai Ametron e me la misi a tracolla dietro la schiena.

Non nascondo che mi sentivo piuttosto emozionata. Uscire da quel posto mi sembrava un evento più felice della Pasqua o del Natale.
Volevo respirare l'aria della libertà ancora una volta, anche se questo avrebbe voluto dire catturare un ragazzo innocente e uccidere un uomo che voleva fare solo il suo lavoro.

Mi presentai sul tetto dell'Accademia insieme agli altri Élite e mi misi in riga di fronte al direttore.
Il pinguino psicopatico dagli occhi di ghiaccio camminava su e giù lanciando sguardi apatici a Lidia e a Scorpione che si trovavano davanti ad un gigantesco elicottero nero.

Quando si convinse di aver raggiunto l'apice della suspense, ci fece un lungo e noioso discorso per augurarci buona fortuna per la  missione.
Ma di buon augurio non c'era nulla. Le sue parole suonavano minacciose e dure e crudeli. Lasciavano intendere che se avessimo fallito, la punizione sarebbe stata esemplare.

I suoi occhi di ghiaccio guardarono Bryn per tutta la durata del suo discorso. Faceva affidamento su di lei, voleva che sentisse il peso di quella missione così da costringerla a impegnarsi al massimo. 
Ma Bryn dava già il 1000% ogni volta, anche per le cose più piccole e all'apparenza stupide. Lei era l'incarnazione della perfezione.

Finito il discorso fummo chiamati uno ad uno per salire sull'elicottero che ci avrebbe portati all'aeroporto per andare a Londra.

Quando venne il mio turno, prima di salire, venni fermata da Lidia. «Il mondo là fuori è pericoloso per le persone come me e te, scricciolo. Non dare nell'occhio, controlla le tue emozioni e soprattutto stai attenta. Ci sono nemici potenti là fuori, mostri in grado di ucciderti in un attimo. Ancora sei piccola e inesperta, ma un giorno capirai»

«G-grazie»

La sentii sospirare. «Di nulla. Voglio solo che tu sia preparata al peggio, perché vedrai il peggio»

Sbarrai gli occhi mentre Thomas mi trascinava dentro l'elicottero e mi lasciava prendere posto di fianco a lui. 

«Non preoccuparti, Lidia adora spaventarci prima di una missione, la diverte. Cosa ti ha detto?»

«Vuole che io tenga bene gli occhi aperti. Dice che è pericoloso» risposi dando un'occhiata agli altri Élite.

«Ovvio che lo è! Londra è pericolosissima. Parli con la persona sbagliata nel territorio sbagliato e finisci sotto le rotaie di un treno»

Sbiancai dal terrore. 

«Ehm... volevo dire che sì, Lidia ha ragione, bisogna stare attenti. Ma non preoccuparti» mi mise una mano sulla spalla, arrossendo lievemente, «ci sono io con te»

Le farfalle nel mio stomaco decollarono insieme all'elicottero. Erano impazzite, non mi permettevano di pensare lucidamente. 
Staccai lo sguardo dai meravigliosi occhi celesti del ragazzo e mi concentrai sui miei guanti di lana. Erano comodi, rinforzati con delle lamine di carbonio leggere e resistenti. Se avessi tirato un pugno con quelli, avrei potuto spaccare il volto di qualcuno. 
Mr. Slave non badava a spese quando si trattava di munirci di armi.

«Secondo te come ha fatto il ragazzo che stiamo cercando a fuggire?» mi chiese Thomas rompendo il silenzio.

«Ne so meno di te, purtroppo» risposi giocando con un laccetto del giubbotto.

L'AccademiaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz