20|Missione (parte 4)

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Era già il 27 ottobre 2019. Era quasi passato un mese.

«Tutto bene, Giulia?» mi chiese Thomas, riuscendo a farmi staccare gli occhi dal mio piatto. «Non hai aperto bocca per tutta la sera»

«Non avevo nulla da dire» mi giustificai, spostando delle carote con la forchetta.

Andrew diede un'occhiata fugace ad entrambi e subito dopo fece una faccia come se fosse stato folgorato. «Dietro di noi...» sussurrò, indicando con gli occhi un uomo in divisa.

Erroneamente mi voltai a guardare l'uomo che doveva essere il poliziotto che avrebbe dovuto aiutare Paul. Che ci faceva in un posto come quello?

Non feci in tempo a ragionarci su che una pistola carica mi venne puntata alla fronte.
«Per violazione della privacy pubblica, omicidio e cospirazione contro un cittadino inglese, vi dichiaro ufficialmente in arresto» disse con voce solenne.

Un gruppo di poliziotti entrò dalla porta immobilizzando tutti i presenti e, in men che non si dica, ci ritrovammo con delle manette ai polsi e centomila domande per la testa.

Che cosa era andato storto? Stavamo seguendo il piano che era stato elaborato dal direttore in persona basandosi su ciò che sarebbe successo, quindi perché ci stavano arrestando?

«Spero che questa sera vi sentiate in vena di collaborare con noi, altrimenti passerete il resto dei vostri giorni dietro delle sbarre, com'è giusto che sia» si augurò il poliziotto.

«Non tradiremo mai il nostro capo» ringhiò Bryn.

«Lo farete se vorrete continuare a vivere»

L'uomo puntò la sua pistola contro Bryn. Ogni secondo che passava, la situazione degenerava sempre di più, ma nonostante ciò non facevo altro che chiedermi se un poliziotto potesse effettivamente trattare dei ragazzini in quel modo.

«Puoi pure puntarmi un'arma alla fronte, ma io ho fatto un giuramento e se dovessi sacrificherei la mia stessa vita per il direttore!» urlò Bryn.

Stava solo peggiorando le cose. 

«Ah sì? Il vostro direttore dev'essere un mago. Ha fatto un ottimo lavoro con le vostre menti, perfettamente controllate. Siete disgustosi»

Un ragazzo sbucò da dietro il poliziotto e gli abbassò il braccio con cui stava reggendo la pistola. «Non serve essere così violenti. È già un miracolo che il nostro piano sia andato a buon fine»

«Piano?» mi lasciai sfuggire.

L'attenzione di Paul venne catturata dal mio intervento idiota. «Certo. Pensavate che fosse così stupido da cadere in una delle trappole di Slave? Sono stato il suo miglior allievo e conosco alla perfezione il suo modo di pensare. Fargli credere di essere il predatore e non la preda è stato più facile di quanto pensassi e tutto grazie a voi...»

«Ma cosa stai farfugliando?!»

«Credevate di avermi in pugno, invece è stato il contrario. Siete caduti nella mia trappola»

Un poliziotto mi strattonò spingendomi la testa verso il basso. La sua presa era così salda che non riuscivo a muovermi. Stringeva e mi faceva male. 
Ero così spaventata che non riuscivo nemmeno a piangere. Avevo tredici anni e non ero preparata a tutto quello. 

«Paul, che stai facendo? Stai rovinando tutto!»

«Rovinare che cosa

«Ogni possibilità di fare la cosa giusta, di mostrarti per il ragazzo buono che sei in realtà! Potevi essere gentile e spiegare civilmente il tuo punto di vista su Slave. Loro avrebbero capito! Loro si sarebbero piegati e tutto sarebbe stato più semplice»

L'AccademiaWhere stories live. Discover now