8|Le sfide (parte 1)

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Era arrivato il fatidico giorno della prima prova ed ero talmente nervosa che non ero riuscita a mangiare.
I miei compagni di gruppo si erano dimostrati molto comprensivi nei miei confronti e mi avevano spinto a dare il massimo.

Secondo loro avrei potuto vincere e portare alto il nome del gruppo 7 per una buona volta.
Chissà, forse con un po' di fortuna sarebbe potuto anche accadere, ma Eleonora non mi sembrava molto entusiasta di tutto ciò.

La mattina mi ero svegliata con lei accanto e avevo sentito qualcosa di umido sul cuscino dove stavamo dormendo. Aveva pianto e lo aveva fatto per colpa mia.

Mi sentivo male e non sapevo cosa fosse meglio fare per accontentare sia il direttore e il gruppo 7 e sia Eleonora.

Se avessi passato la prima prova il direttore avrebbe iniziato a trattare meglio il mio gruppo e magari avremmo potuto sperare in cibo migliore e non quelle poltiglie strane raschiate sul fondo di un enorme pentolone, ma forse ci saremmo accontentati di una porzione maggiore di cibo ogni volta che ci sarebbe stato qualcosa di buono.

Tutti coloro che andavano prima di noi se ne facevano sempre mettere di più e a noi non restava praticamente nulla.
Era ingiusta la vita in quel posto, ma con la possibilità che mi era stata data avrei almeno potuto aiutare i miei amici.

Mi trovavo nel cortile dell'Accademia dopo una giornata stressante piena di test e di esperimenti. Mancava poco all'adunata per la sfida ed ero già vestita con la divisa dell'Accademia per educazione fisica. Era sicuramente più comoda della tuta a pezzo unico che mettevamo tutti i giorni.

Eleonora mi stava tenendo la mano, stringendola come se mi stesse pregando di non andarmene.
Sapeva che non ero ben vista dagli altri candidati e che avrei potuto rischiare di farmi seriamente del male, ma non poteva farci nulla.
Ormai non potevo più tornare indietro. Avevo fatto un patto col direttore e lo avrei mantenuto per il bene del mio gruppo.

Intravidi in lontananza il gruppo degli Élite che però non era seduto sulla sua panchina come al solito.
Erano in piedi e stavano parlando con Nicholas Casanova e una manciata di altri candidati.

Quei novellini si stavano comportando da lecchini solo per ottenere l'approvazione dell'altro gruppo. Credevano già di avere la vittoria in pugno e di dover fare prima amicizia con i loro futuri compagni.

Tutta quella superbia sarebbe stata punita dal cosiddetto "karma" o comunque da una forza che equilibra l'universo e occasionalmente punisce le persone idiote.

Infatti mi stupisco del perché quella forza non mi abbia abbattuta sin da subito dato che sono una persona idiota anch'io, ma è meglio così per me.

Mi guardai intorno e mi sedetti sull'erba insieme ad Eleonora lasciando che si appoggiasse su di me.

Isabelle e Martin stavano giocando allegramente con un piccolo bruco verde che avevano trovato poco prima su una foglia, mentre Elisa e Lucas stavano avendo una lunga conversazione sull'utilità degli scarponi con la punta di ferro. Marisol, invece, era assorta nei suoi pensieri mentre che osservava gli Élite. Provai ad intercettare il suo sguardo e notai che lo stava puntando specialmente su una persona: Andrew, un ragazzo dall'aria gentile con morbido ciuffo di capelli castani e dei bellissimi occhi verdi.

Marisol si era totalmente persa in quella foresta a forma di orbita che non si era nemmeno accorta che Elisa la stava chiamando.

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