Maniaco assassino.

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Un passo indietro, due, tre e poi un forte colpo sulla spalla.
Chi cazzo aveva messo là l'armadio?!
Mi tenni la spalla dolorante e il suo sorriso si allargava ad ogni passo che faceva verso di me.
Mi girai e iniziai a correre, forte.
"Dannazione! Ma perché sono così maledettamente disordinata?"
Pensai distrattamente mentre cercai, a piedi nudi, di evitare i numerosi vestiti e oggetti sparpagliati sul pavimento.
Sentivo passi pesanti dietro di me, e il mio battito cardiaco non faceva che accelerare un po' per la corsa e un po ' perché quella specie di energumeno mi stava alle calcagna.
Non ero riuscita nemmeno a scendere le scale che sentii una stretta al braccio è una forte fitta alla schiena. Mi aveva sbattuto al muro.
Tremai nel guardarlo negli occhi.
Si divertiva lo stronzo.
Aveva un sorrisetto irritante e divertito sulla faccia.

- Correre non è proprio il tuo forte. - mi derise.

- Scusa, non avevo progettato di essere inseguita da un maniaco assassino. La prossima volta sarò preparata. - commentai sarcasticamente.

Mi resi conto solo due minuti dopo delle parole che mi erano scappate dalla bocca e immediatamente me la tappai.
"Me e la mia voglia di rispondere." pensai maledicendomi.
Guardai per un momento la sua espressione, sembrava seria. Come se volesse continuare la conversazione.

- Maniaco assassino non è il termine che mi piace di più per definirmi. -

Sbuffai.

- Non so il tuo nome, e quello mi è sembrato il termine più consono. -

- È vero, non sai il mio nome. -

- E...? - cercai di farlo continuare, e cercando di nascondere la paura che avevo dentro.

- E non sono intenzionato a dirtelo. Nessuna vittima mi ha mai chiesto il nome, e ora che ci penso non ci ho mai parlato molto direttamente. -

- E io cos'ho di diverso rispetto alle altre vittime? -

Sembrò pensarci su. Poi scosse la testa, come ad eliminare un pensiero, e mi rispose.

- Niente, la mia era semplice curiosità. -

- Semplice curiosità? -

Un espressione di fastidio si dipinse sul suo volto, che ritornò immediatamente spaventoso. E io ricominciai a tremare.
"Ma che diavolo, stavo veramente facendo una conversazione con un assassino?"

- Fai troppe domande ragazzina, non ti hanno mai detto che è maleducazione?! - scattò.

"E a te non hanno mai detto che uccidere le persone è maleducazione?"
Stavo per rispondere ma mi morsi la lingua, se continuavo così non sarei arrivata alla fine del mese.

- Scusa... -

Sorrise beffardo.

- Così va meglio... Quindi non abiti da sola, c'è una certa 'Mel' con te no? -

Trattenni il respiro.
Mel non si poteva toccare, era una cosa tra me e lui. Non poteva metterla in mezzo. E se voleva che fosse la sua prossima vittima? E se l'aveva già uccisa?
"Calma Jess."

- Io.. Si, lei... Si. - balbettai intimidita dalla sua figura.

Si fece scappare una risatina: - Da quanto? Non abitava con te prima. -

Ma come cazzo...?
"Oddio."
"Ommioddio."
"Oh Cristo santissimo."
E lui come fa a saperlo?

- Tu.. Com-come lo sai?! -

Si avvicinò ancora di più e pressò il suo corpo al mio sul muro.
Eravamo a pochi centimetri di distanza e un brivido, non so se di paura, mi scorse per il corpo.
Mi soffiò contro prima di sorridere maliziosamente.

- Tesoro, io mi informo sempre sulle mie vittime. -

Cercai qualcosa di sensato da dire, provando a non pensare alla sua vicinanza.

- Non mi piace essere chiamata in quel modo. -

- In quale? Tesoro? -

Sussultai: - Uh... Io, io intendevo 'vittima'. Non mi piace. Sembra.. Che io sia già... morta. -

Sorrise, non so se perché non mi dispiaceva essere chiamata tesoro o perché gli piaceva prendermi in giro.

- Manca poco. - e si allontanò da me.

Rilasciai un profondo sospiro di sollievo, ma lui aggrottò la fronte e seccamente continuò a parlare come se quella conversazione non avesse senso. Senza più l'ombra di un sorriso.
"È un pazzo maniaco assassino. Ed è pure lunatico. Siamo a posto."

- Tu invece avresti dovuto un po' informarti su di me. Ti ho fatto passare una serata d'inferno ieri, ti ho minacciata, sono entrato in casa tua e tu? Non ti preoccupi manco di sapere chi sono e cosa faccio. Sei una di quelle ragazze belle ma rincoglionite? - disse quasi arrabbiato.

- Non sono una rincoglionita. Non mi sono informata su di te perché ti seguivo già da mesi, so come agisci, so su chi agisci, so da quanto, so come, so tutto quel che c'è da sapere. E sai cos'altro so? Che hai dei problemi seri! - urlai.

Un bruciore intenso mi pervase la guancia destra. Mi aveva colpito.
Il dolore continuò in quella sinistra e caddi a terra.
"Aia."
Dolore.

- Forse non hai capito che questo sarà il mese peggiore di tutta la tua vita. Chiudi quella cazzo di bocca se non vuoi peggiorare le cose! - mi urlò contro e nel frattempo tirò fuori un coltellino.

Ansimai forte e mi ritirai in un angolo della stanza, con le braccia strette alle gambe che poggiavano sul petto.
Avevo le guance bagnate. Avevo pianto. Tanto. E continuavo a farlo.
"Qui finisce male."
Mi si avvicinò e mi strattonò il braccio, mi strappò la manica e iniziò ad affondare la lametta nella carne.
Il dolore era atroce.
Urlai, scalciai, e mi dimenai ma niente.. Non sembrava nemmeno accorgersene.
I suoi occhi bruciavano di rabbia.
Quando ebbe finito, sul mio braccio era incisa una specie di 'T'.

- Volevi sapere il mio nome, puttana? Ecco il primo indizio. - la voce colma d'ira.

Continuo a piangere.

- E se mi fai incazzare ancora una volta, questo te lo ficco in pancia. Tante e tante volte. - la voce quasi carica di promesse.

Si avvicina alla porta e la apre. Prima di andarsene dice le sue ultime parole.

- Ah, ci vediamo domani, zuccherino. -

E se ne andò sbattendo forte la porta.

"Ma vaffanculo, stronzo problematico."

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Ehii!
Scusate il ritardo.. Come dire? Colossale? Perdonatemi!
Spero che questo capitolo vi piaccia, commentate e fatemi sapere.. Mi piacerebbe molto!
Ah, e Buon Natale! Anche se un po' in ritardo ahaha❤️
Un bacione,
Al prossimo capitolo:3

Il volto della paura.Where stories live. Discover now