Capitolo 5: Esplorando Casa Baggins

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Tra Bilbo e Blodyn era iniziata così una convivenza forzata con non pochi momenti di imbarazzo. Condividere una quotidianità che per entrambi era sempre stata autonoma risultava complessa; le abitudini si scontravano e i "scusate", i "prego, fate pure" s'accavallavano ed erano divenuti incalcolabili.

Bilbo era un po' insofferente e non riusciva mai a isolarsi come avrebbe voluto per immergersi nella nostalgia, anche perché la ragazza gli stava sempre attorno con qualche pretesto, spesso sfiorandolo quasi per caso. Cercava forse di...? No, sicuramente era involontario, dovuto all'incertezza della situazione in cui nemmeno lei avrebbe voluto essere. Forse la vedeva più fastidiosa di quel che era... se ne rendeva conto e probabilmente non avrebbe dovuto. Eppure non riusciva a pensare di volersi liberare di Blodyn.

Per fortuna ogni tanto giungeva Hamfast, che le faceva compagnia mentre lavorava in giardino o durante piccole commissioni in città. Purtroppo lui veniva coinvolto in quelle passeggiate e la giovane Hobbit pareva una bambina che correva su e giù per la Collina, sgambettando vicino a pozze d'acqua cristallina, curiosando in ogni angolo, ogni bancarella del mercato, fermandosi a parlare con chiunque la salutasse, sorridendo tanto da illuminarsi. Ham rideva di gusto quando vedeva Blodyn saltare sui covoni di fieno dei contadini per osservare il paesaggio da quell'altezza mentre Bilbo la rincorreva goffamente affannoso, chiamandola: " Signorina Blodyn! Vi prego, state attenta o vi farete male!" Oppure osservandola da lontano in apprensione: " Non sporgetevi troppo, finirete per cadere! Oh cielo... Ham, fai qualcosa!" Il giardiniere se ne stava serafico, Bilbo invece se la prendeva a cuore, sebbene non lo ammettesse, in quanto sentiva la responsabilità di quella ragazza: in fondo era davvero come se fosse stato il suo protettore.

Hamfast era molto soddisfatto: " Di certo è una strategia del Dottore per distrarlo... geniale!" Ipotizzava nella mente, ed ecco perché era poco incisivo nei suoi rimproveri.

In effetti Blodyn voleva portare Bilbo a stare del tempo fuori casa a contatto con la natura e ad altre persone, eppure quel comportamento leggero e spontaneo sorprendeva molto sé medesima: era come se quel luogo bucolico e quieto, quelle genti semplici e socievoli, avessero resuscitato in lei una parte che era stata sepolta dai doveri dello studio medico e della sua famiglia. Una giovinezza consumata sulle pagine di polverosi manuali e nel ménage domestico di tre maschi da aiutare. Aveva dimenticato come fosse correre in mezzo a un prato e sentire i fili d'erba solleticare le dita dei piedi, respirare aria fresca con la mente sgombra da preoccupazioni e da appuntamenti. Si stava scoprendo molto fanciulla nel suo esplorare Hobbiville e Casa Baggins.

Dopo due giorni aveva infatti cominciato a osservare con attenzione l'ambiente in cui viveva il suo paziente per cogliere alcuni aspetti della sua personalità e per conoscerlo meglio, desiderio che provava sinceramente. Gli stava simpatico e la affascinava in maniera particolare, in quanto era un miscuglio di gentilezza e mistero che la portava ad un sentimento di attaccamento insolitamente istintivo. Ancora non le aveva detto granché delle sue famose avventure e questo le pareva strano: taceva per riservatezza? Per vergogna? O per dimenticare? E in questo caso cosa: un delitto, un dolore?

Blodyn aveva già intuito qualcosa del suo anfitrione mirando gli oggetti che stonavano in una casa così ben fatta e dall'atmosfera accogliente: spade, un'armatura, uno scudo, due grossi forzieri in ferro battuto il tutto posato in ordine ma non in evidenza. Alcuni cimeli erano posti in bauli profondi posti agli angoli dei corridoi; l'armatura sporca di terra vecchia e sangue secco era collocata nell'armadio nella camera del proprietario quasi dovesse essere pronta ad essere utilizzata. Aveva visto spade affilate e dalle particolari incisioni... una l'aveva colpita: la lama sibilante era sottile e brillava come appena forgiata, sebbene ispirasse un lungo uso da alcune macchie sulla punta e sul manico. Non era un brando qualunque: era nato da un'arte fine, antica e potente.

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