Capitolo 9: Missione pericolosa

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Non aveva tempo per seguire la strada battuta: doveva per forza usare quel passaggio nascosto dalle fronde e dai cespugli, a Nord di Hobbiville, percorrendo sentieri sconosciuti a tutti eccetto che a lei.

Il dottore era spinto da una potenza interiore che le facevano sembrare minimi i pericoli cui andava incontro. Per quanto camuffata, aveva tenuto gli abiti femminili e la punta d'una lama non sarebbe bastata a tener lontano i malintenzionati, nemmeno se fosse stata di origine elfica.

: " Sono stata un'idiota! Potevo almeno cambiarmi, no? Sarei passata più inosservata... Ma ne avrei avuto il tempo? No! Bilbo rischia la vita per colpa della mia negligenza. Basta pensare a questo adesso! Devo trovare quella pianta..." Mentre parlava con sé stessa scavalcava la Collina, discendeva dalla parte settentrionale e percorreva la via a passi lunghi e frettolosi fino a giungere al principio di Bindbole Wood. Lì accanto v'era il sentiero principale, e si notava dal solo rettilineo sul terreno dovuto a zoccoli o a piedi che l'avevano attraversato. C'era poi  la scorciatoia nota a Blodyn: una stretta galleria nata naturalmente dall'intrecciarsi di rami secchi e vivi, che si innalzava dal suolo, tra le braccia degli alberi. Era una via più corta perché conduceva velocemente al cuore della foresta; lei l'aveva attraversata così spesso che avrebbe potuto farla ad occhi chiusi, nonostante il buio, per cui non si dette pensiero di quella difficoltà. Con una mano si teneva aggrappata alla vegetazione e con l'altra reggeva la lanterna prestatele da Ham. Camminò sicura per qualche minuto quando inavvertitamente mise un piede su un angolo fragile ed umido, perdendo l'equilibrio. La cavità che creò col suo peso fece sprofondare il piede della ragazza e al contempo incastrarlo tra le radici sovrapposte. Imprecando tra i denti con la mano reggente la luce tentò di liberarsi afferrando la caviglia, però lo strattone fu troppo violento ed ebbe l'effetto di allargare maggiormente il buco e nello spostarsi per evitare di caderci dentro le scivolò la lanterna ed essa precipitò nel buio sottostante. Blodyn si preoccupò vedendo quanto tempo ci stava mettendo quella lucina a toccare il suolo: questo indicava che era in alto di chissà quanti metri! L'idea del rischio di finire sfracellata la spaventò, per cui si aggrappò con forza a un ramo vicino tempestandosi di domande, come soleva fare: " Ma che sto facendo?! Sono una pazza! Non ce la farò mai a trovare quella medicina!... Ho perso la torcia, sono sola al buio... cosa mi è saltato in mente!? Si comporta così un medico responsabile? Lasciare un paziente malato a un giardiniere per correre tra scorciatoie alla ricerca di un'erba?!... – D'improvviso ebbe un'intuizione, come una di quelle che l'aveva resa risoluta e talentuosa nel suo mestiere- Fece allora un ragionamento nuovo, rafforzato ora da un arcano potere che riuscì metaforicamente a risollevarla – Ma Hamfast è saggio e prudente, vuole bene a Bilbo e seguirà ciecamente le mie istruzioni. Bilbo... lui è davvero in pericolo! Ha bisogno d'aiuto e soltanto io posso salvarlo dalle tenebre. Tremo per qualche metro di oscurità mentre lui v'è immerso con tutta la sua coscienza! Egli lotta per non cadere... ed io non dovrei fare lo stesso? Per lui! Sì, lo faccio per lui! " Quella motivazione le rinnovò le energie e lo spavento si dissolse istantaneamente.

Doveva recuperare la lanterna: senza di essa non avrebbe potuto vedere alcunché, essedo ormai calata la sera autunnale. Respirò profondamente per infondersi coraggio, s'avvicinò al buco e lo esaminò a sommi capi: come larghezza bastava per passare e qualche fronda poteva essere usata come appiglio, qualora fossero finite si sarebbe lasciata cadere, confidando in cespugli o cumuli di foglie. Si decise e si calò, facendo attenzione che il ramo che di volta in volta afferrava fosse abbastanza solido da reggerla. La discesa proseguì bene e credette di essere giunta alla fine quando si sentì trattenuta: un lembo del mantello s'era impigliato.

: " Eddai !! " Imprecò Blodyn muovendo a scatti la stoffa ma pareva arrotolarsi sempre di più. Un crack sordo però fece presagire che sotto la hobbit il ligneo sostegno stava cedendo mentre lei era ancora prigioniera. Non fece in tempo a pensare che percepì il vuoto e il suo corpo attratto verso il basso. Il lembo incastrato subì la pressione e durò pochi secondi prima di strapparsi. Il volo di Blodyn fu brevissimo, per sua fortuna: infatti si ritrovò riversa, di fianco alla torcia dalla candela ancora guizzante dentro il vetro e il ferro battuto. Si rialzò un po' barcollante, massaggiandosi la schiena e constatando la mutilazione del suo unico manto. Ne fu scocciata ma non si lamentò: era tutta intera, per adesso, ed era già una buona cosa.

Lo Hobbit - Una magia inaspettataWhere stories live. Discover now