Norwegian Wood

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Quello che è forse considerato come il più famoso e apprezzato dei romanzi di Murakami è probabilmente anche il meno vicino allo stile e genere dell'autore. Nonostante ciò è per me un libro meraviglioso che merita di essere discusso.

Norwegian Wood (Noruwei no mori) è stato pubblicato del 1987, iniziato in Grecia, finito in Italia e ambientato in Giappone. Si tratta di un lungo flashback nel quale il protagonista e narratore Toru Watanabe, nell'ascoltare Norwegian Wood dei Beatles, ricorda l'evento che ha segnato la sua gioventù. Sul retro della mia versione del libro (edizione Einaudi) si parla di un "triangolo amoroso" che inizialmente mi aveva fatto storcere il naso. Ma come le descrizioni dei film e delle serie su Netflix, a volte bisogna fingere di non aver visto nulla e andare avanti.

Quello che ci troviamo davanti è un mescolarsi sapiente di sentimenti eterei e malinconici che sono tipici della letteratura Giapponese con l'ambiente di una Tokyo degli anni sessanta realistica, con la gioventù affascinata dall'America, che vuole divertirsi e passa la vita in ambienti studenteschi, vivendo una vita non troppo diversa da quella dei loro coetanei dell'Ovest. Ascoltano la stessa musica, leggono gli stessi autori. Al tipico stile "fatato" di Murakami viene aggiunta una mattonella di realismo in più, che rende la lettura un'esperienza diversa da quella che ci si aspetterebbe di avere leggendo un altro dei suoi libri, più tangibile, personale e intima. 

La trama, senza fare troppi spoiler, tratta di Watanabe e del suo rapporto con due ragazze, Naoko e Midori. Una lo ricollega al suo passato e alle sue sofferenze, ma è anche quella più intangibile, che meglio rappresenta il barlume di fiaba che spesso impregna le storie di Murakami e che qui è più che altro parte di un tutto. Ciò che riguarda Naoko sembra essere intangibile, metaforicamente (e letteralmente) lontano dalla Tokyo rumorosa e reale che caratterizza invece le parti in cui a interagire sono Toru e Midori. Midori rappresenta una realtà vera, fatta tanto di allegria e alcol e canzoni cantate sul tetto quanto di drammi tangibili e reali, Naoko è soffusa, è più incomprensibile, è ricollegata a una tragedia irreale che ancora adesso porta in lei qualcosa di strano e non totalmente umano.

La storia sembra dunque divisa tra queste due vicende, queste atmosfere parallele, e allo stesso modo è Toru a sentirsi diviso, emblema dell'incertezza e insicurezza della propria età, del desiderio di sentirsi vivi e di godere di ogni singolo istante.

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