Pasto nudo

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Io. Ehm.

Ah. Sì. Ecco. Eh. Qualche... cosa?

Beat, postmodernismo. Un libro dove dove circa ogni due righe è nominata merda, peni, droghe o simili. 

Di cosa parla? Beh, apparentemente si tratta solo di una serie di scene assurde, esplicite, e poco piacevoli che hanno a che fare con sesso, dipendenza e violenza, in pratica, a quanto mi viene detto, seerve a descrivere il controllo del governo sull'uomo, ed effettivamente questo è un elemento che impregna l'intera narrazione. 

Riesco davvero a dire poco, è caotico e prepotente sui tuoi occhi come un Guernica, estremo e violento e terribile come un grido d'aiuto proveniente direttamente dall'Inferno, una profonda fossa di male e sofferenza.

Anche questo è tutto meno che un libro per tutti, soprattutto se vi piacciono trame coerenti e lineari, dialoghi sensati o ispiranti, un inizio e una fine. Questo è decisamente un'esperienza diversa, mi sono ritrovata ad avere paura di voltare la pagina, non sapendo quale orribile frammento di dannazione l'autore, William Burroughs, mi avrebbe mostrato. 

Dato che mi piace farequalche paragone,potete immaginare un Arancia Meccanica o un 120 Giornate Di Sodoma, il tutto però in uno stile post-moderno che rende ogni scena ancor più delirante e confusa. Credo che il segreto per leggere il libro sia lasciarsi scorrere le parole addosso come acqua, fermarsi a ragionare alla ricerca di una coerenza è inutile. Si tratta solo di una raccolta di storie o trip di acidi come volete chiamarli più o meno brevi, senza collegamento tra gli uni e gli altri, senza la struttura tipica del racconto breve, con alcuni personaggi che appaiono più volte come unico filo conduttore vero e proprio insieme al sangue, alla sofferenza e ai liquidi corporei umani.

Mi è piaciuto questo libro? Credo di sì, ma mi ha lasciata decisamente stranita, è un'esperienza di lettura differente da qualsiasi cosa che io abbia mai letto. 


Tea Pause | Recensioni Di LibriWhere stories live. Discover now