If We Were Villains

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"Cos'è più importante? Che Cesare sia stato ucciso, o che sia stato ucciso dai suoi amici?"

If We Were Villains, in italiano Non È Colpa Della Luna (mi rifiuterò categoricamente di chiamarlo così per il resto della mia vita), è il romanzo d'esordio dell'autrice M. L. Rio, pubblicato nel 2018.

In un college dedicato interamente alle materie umanistiche è stato commesso un omicidio, per il quale Oliver Marks, il nostro narratore, è stato giudicato colpevole.

L'incipit ci riporta al ben più famoso Dio Di Illusioni di Donna Tartt e non a torto. È evidente che l'autrice ne abbia tratto ispirazione, ma questa non è solo una versione revisionata del romanzo degli anni novanta.

Protagonisti anche qui sono dei ragazzi accomunati da uno stesso percorso di studi, in questo caso dedicato al teatro shakespeariano. Durante il loro ultimo anno al college Dellecher, dopo aver formato un legame più stretto di quello di una famiglia, gli attori si trovano a interpretare ruoli a cui non sono abituati, tanto sul palco quanto nella realtà.

Una lieve tensione si trasforma presto in una spirale di violenza e caos che distrugge un ragazzo dopo l'altro, rendendo ognuno a suo modo colpevole. A un inizio idilliaco segue dunque un vero e proprio effetto domino, una disgrazia che tira l'altra.

Interessantissimo è notare i parallelismi che si creano tra gli eventi delle tragedie che i ragazzi interpretano e la loro vita. Le azioni dei personaggi anticipano o rispecchiano ciò che accade al di fuori del teatro. Questo non solo viene usato come particolarità narrativa, ma i protagonisti stessi si trovano a citare i propri personaggi e battute di spettacoli nella vita privata, come una lingua a loro esclusiva, a comportarsi volenti o nolenti come coloro che interpretano, influenzati da una passione che viene definita tra le pagine stesse come una dipendenza.

Dovendo trovare una cosa che mi ha fatto davvero torcere il naso mi vorrei soffermare però su una a mio parere pessima rappresentazione dell'anoressia, usata letteralmente solo come un "plot device" (letteralmente, uno strumento della trama) che tra l'altro serve quasi solo a un lato marginale della storia. Se per di più contiamo che il personaggio anoressico è letteralmente solo "il personaggio anoressico" ed è anche visto sotto una luce completamente negativa e praticamente come un disturbo al protagonista... eh.

(In tutto questo io mi lascerei calpestare molto volentieri da Meredith e probabilmente le direi pure grazie)

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⏰ Last updated: Jan 11, 2021 ⏰

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