9. Gli incubi continuano

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Tornai a casa con un sorriso da ebete stampato in faccia

《Ehy! Come mai cosí felici oggi?》
Chiese mio padre sorridendo
《cosí》non potevo di certo dirgli che -forse- mi ero innamorata!

Mi stesi sul letto e mi ascoltai molte canzoni romantiche, ero cosí felice che mi sembrava che tutte le prouccupazioni erano sparite, mia madre;Aurora;Ambra;Veronica

Ero cosí entusiasta e presa da quel ragazzo che mi sentivo...

...mi sentivo felice.

Da quando erano successe tutte queste tragedie mi ero completamente dimenticata che cosa voleva dire essere felici, ma ora eccomi qua, ad ascoltare canzoni e a sorridere al solo pensiero di Mattia, era una sensanzione cosí bella!

Ma purtroppo la mia felicità fu interrotta da mio padre:

《Sofia, vieni, dobbiamo andare dai parenti della signora Aurora per fare le giuste condoglianze》

Ed eccola là, al solo pensiero che Aurora era morta a causa MIA mi fece di nuovo sentire un mostro e la felicità sparí.

《Si, mi preparo e vengo》dissi

Salimmo in macchina e ci dirigemmo in un labirinto di strade a me sconosciute, quando stavo in macchina non facevo mai molto caso alle vie, più che altro passavo il tempo a chattare.

Dopo quasi mezz'ora arrivammo davanti ad un villino tutto bianco, con un immenso giardino, anch'esso riempito di fiori, proprio come il giardino della signora Aurora.

Papà suonò il campanello, e una signora di terza età ci aprí la porta;mio padre si tolse il cappello:

《Le mie-

mi guardò

-le nostre più sentite condoglianze》 disse

《Oh si, la perdita della nostra amata Aurora ci ha spezzato il cuore》 disse mentre gli scorreva una lacrima

Dopo che mio padre e la signora si sono bevuti una tazza di caffè e hanno chiaccherato del più e del meno siamo ritornati a casa mentre mio padre guidava, vedendomi triste, cercò di rincuorarmi dato che sapeva che andavo spesso da Aurora. Ma magari fosse solo quello il motivo della mia tristezza, ma non potevo di certo dirgli che la colpa era mia o fargli vedere il biglietto...

Ora che mi ricordo, prima che mia madre sparisse, dovevo chiedergli se ero stata adottata, potevo chiedere ora a mio padre...ma non volevo, cioè si...glielo volevo chiedere ma...
Non ne avevo il coraggio!

Non era una di quelle cose che tu chiedi e basta del tipo:
mi compri un pasticcino al bar?

NO. Questa è una cosa molto più importante, ne dipende la mia vita! E se sono stata adottata? Chi sono i miei veri genitori? Perchè mi hanno abbandonata? Che cosa ho fatto io per meritarmi tutto questo?!

Mentre pensavo questo mi misi a piangere,non ce la facevo più! La mia vita era un inferno,una prigione,il mondo era una prigione!
Non ce la facevo più,in tutti questi anni avevo trattenuto troppe lacrime,avevo bisogno di sfogarmi. Mio padre dallo specchietto mi vide piangere e accostò

《Hey Sofy, su non piangere, capisco che ora Aurora ti mancherà ma non è colpa tua》e mi abbracciò

invece era colpa mia.

Tornammo a casa e mi chiusi in camera, volevo inviare dei messaggi a Mattia, ma non mi aveva dato il suo numero di telefono ma potevo prenderlo dal gruppo classe.
Nonostante ciò non lo feci, ero cosí triste che non riuscivo neanche a scrivere...

Ma invece provai a scrivere ad Ambra

Hey...è da giorni che non vieni a scuola,ti chiamo e parte la segreteria telefonica...tutto ok?

Dovevo solo sperare che mi rispondesse...

Nel frattempo mi misi a leggere un libro ma dopo un po' lo chiusi, era noioso.

Decisi quindi di mettermi a dormire

La mamma! Rapita, un coltello, schizzi di sangue, una ghigno malefico
C'è una persona coperta da un cappuccio nero
Arriva Ambra, con dei tagli in faccia
Un altro ghigno malefico proveniente dal tizio con il cappuccio

Mi svegliai affanosamente, avevo di nuovo fatto degli incubi, incubi strani però...e se fossero degli incubi premonitori?

SOFIA BENIGNI-Il mistero della famiglia LawreneKde žijí příběhy. Začni objevovat