Capitolo 28

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ALEC'S POV:
-Isabelle quest'attesa mi sta divorando...- sbottai guardando mia sorella.
-Ti capisco, ma so che tornerà. Viva- rispose lei.
-Speriamo- le dissi io.
-Alec so quanto sei preoccupato ma ora serve che ti calmi...lei non ti vorrebbe in questo stato- si sedette vicino a me affianco al camino e mi abbracciò.
Mia sorella mi era sempre stata accanto e le volevo un mondo di bene. Mi fidavo di lei e anche io sotto sotto sapevo che sarebbe tornata.

JADE'S POV:
L'indomani mattina alcune guardie mi scortarono nella sala della spada.
Era sempre più gelida, ogni secondo che passava, ogni minuto...
-Finalmente ci rivediamo Jade- disse Maryce di fronte a me.
-Purtroppo si-
-Ti rifaccio la stessa domanda, se mi rispondi sinceramente posso lasciarti andare. Cosa è successo ad Edom?-
Ecco che la spada ricominciò di nuovo a bruciare, come una specie di lieve tortura. Ma io esitai qualche minuto a rispondere.
-Quando siamo arrivate, Grace mi ha dato una boccetta contenente un liquido viola. Non sapevo cosa fosse ma lo bevvi- iniziai a spiegare e le mani bruciavano e bruciavano sempre di più.
-Dopodiché arrivammo nel palazzo e mi portarono in una sala con al centro un pentolone contenente lava fusa- mi bloccai.
Il ricordo di quel marchio sul mio collo mi fece tornare in mente il dolore provato.
-Continua-incitò la donna.
Bruciore...ovunque. Tirai un urlo di dolore.
-Presero uno stampo e mi fecero questo marchio sul collo...poi non mi ricordo più nulla- conclusi.
Il punto in cui avevo il segno mi faceva male e vidi Maryce allarmarsi.
Urlai. Il dolore era insopportabile.
Tortura. Solo tortura. Parlavo con i singhiozzi dovuti al dolore, come se avessi mille aghi conficcati nella mani e nel collo.
-Ora voglio farti io una domanda- dissi fissandola negli occhi.
Maryce non parlava, ma si limitava a guardarmi con la sua espressione seria.
-Dimmi pure- rispose lei sicura.
-È vero che volevate uccidermi?- chiesi senza smettere di guardarla. La donna si irrigidii. Sapevo che l'avevo colta alla sprovvista.

ALEC'S POV:
Ero nello studio di mia madre a fissare il camino scoppiettante. Non facevo altro che pensare a lei, pensare e pentirmi per averla lasciata alla Città di Ossa. Ma in fondo sapevo che sarebbe tornata...
-Alec- la voce di mio padre riecheggiò nella stanza e mi voltai verso di lui -abbiamo notizie dai Fratelli Silenti, Jade tornerà- annunciò con un sorriso.
Non potevo credere...finalmente.
Sorrisi anche io.
Stava tornando. La mia Jade...

JADE'S POV:
Maryce dopo un po' si decise a parlare.
-Si, lo ammetto volevamo ucciderti. Rappresenti un pericolo per noi ed era l'unico modo per tenere al sicuro l'istituto- spiegò lei.
Avevo ragione. Grace aveva ragione.
Mi ritrovavo a combattere una guerra creata per colpa mia.
-Potresti essere d'aiuto e ripongo in te fiducia. Non deludermi- disse lei sorridendomi leggermente.
Avevo capito che Maryce voleva uccidermi, era evidente. Ma l'avrei comunque accettato.

FIGLIA DEL NEMICO: L'inizio // Alec Lightwood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora