Capitolo 44

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Ci ritrovammo nella sala principale dell'Istituto, dove ad aspettarci c'erano Maryce e i membri del Clave. La donna venne verso di noi.
-Avete fatto un ottimo lavoro...il mondo Invisibile ora non avrà più minacce- si complimentò. Poi fece un gesto inaspettato, che non avrei mai pensato potesse fare. Istintivamente mi abbracciò. Rimasi impietrita.
-Jade, mi spiace per aver dubitato di te...in fondo è stata una buona idea la tua- mi disse nell'orecchio. Vidi le facce di Alec, Isabelle e Jace stupite quanto la mia.
-Non si preoccupi, l'importante è che ora sia tutto finito- risposi per poi staccarmi da lei e mi sorrise.
-Per quanto riguarda il corpo, lo seppelliremo nel cimitero, ora che la sua energia è stata spezzata- annunciò prima di andarsene. Il console Penhallow fece un passo avanti dalla sua posizione.
-Complimenti a tutti voi, guerrieri di Los Angeles- disse semplicemente accennando un sorriso. -Il Clave vi fa onore- concluse facendo un cenno con il capo per poi uscire seguita dagli altri membri. Calò un silenzio improvviso nella sala, che fu spezzato dalla voce acuta della mia parabatai.
-Beh ragazzi, credo che dovremmo festeggiare!- esclamò Isabelle.
-Direi che un divertimento possiamo anche concedercelo- approvò Alec facendo spallucce.
-Uuh, il signor "le distrazioni sono un pericolo" approva!!- lo stuzzicò Clary dandogli un colpetto con il gomito procurandosi un'occhiata divertita da parte sua.
-Perfetto, allora io penso ai vestiti!- disse di nuovo la mora prendendo me e Clary per mano.
-Sbaglio oppure ho sentito parlare di festa?- chiese una voce in lontananza avvicinandosi a noi. Era riconoscibile al cento per cento la voce dello stregone.
-Hai sentito bene, organizzeremo una festa e tu ci aiuterai- rispose Clary sorridendo.
-Non devi neanche chiederlo!- esclamò Magnus felice.
-Perfetto, allora tieniti pronto per stasera- gli disse Isabelle. -Quanto a voi due- si rivolse a me e alla rossa. Ci guardammo confuse e consapevoli di quello che stava per dire. Senza spiccicare parola, prese me e Clary per mano prima di trascinarsi nella sua stanza. Lanciai un'occhiata al Alec ma lui si limitò soltanto a ridere per gli strani comportamenti della sorella.

Una volta arrivate, Isabelle ci buttò sul letto e cominciò a d aprire l'armadio in cerca di qualcosa.
-Mmm Jade, considerando che tu sei bionda...questo vestito fa al caso tuo. Mette in risalto i tuoi capelli e la tua carnagione abbronzata- disse lanciandomi un vestito blu, con alcuni ricami di pizzo molto delicati e una gonna che arrivata fino alle ginocchia. Molto molto carino. Lo ammirai in tutto il suo fascino.
-Per te invece- annunciò riferendosi a Clary -un vestito bordeaux non ti starebbe male- concluse lanciandoglielo. -Fidati, farai impazzire Jace così- le fece l'occhiolino e la rossa rise.

Tornai nella mia stanza e misi il mio vestito ammirandomi allo specchio.
-Qui c'è una ragazza che è uno schianto- disse Alec entrando nella mia stanza con un sorriso.
-Hai visto?- lo schernii baciandolo. Ma mi irrigidii subito. Una scarica elettrica attraversò il mio corpo per un secondo.
-Cosa c'è?- chiese lui ma io non risposi. Mi limitai a stare in silenzio con il suo sguardo confuso addosso.
-Alec secondo te...c'è qualche possibilità che la rimozione del marchio abbia lasciato effetti collaterali dentro di me?- chiesi spezzando il silenzio. Lui era ancora più confuso.
-Perché dovrebbe?-
-Non lo so è che, appena Grace è morta, ho sentito come se una parte di lei fosse ancora legata a me. Pensavo che la rimozione del marchio avrebbe spezzato questo legame ma invece sembra di no- spiegai e lui si accigliò.

-Jade, una parte del tuo sangue è demoniaca e questo non puoi negarlo. Devi solo imparare a prendere più controllo di te stessa- disse semplicemente lui. Aveva ragione...la parte demoniaca del mio sangue non poteva essere completante eliminata, quindi dovevo imparare a conviverci, per forza. Lui lasciò la mia stanza e io finii di prepararmi per la festa.
Volevo lasciare alle spalle i brutti pensieri e godermi quella serata, a tutti gli altri problemi ci avremmo pensato più in là. 
-Uh uh uh...stasera farai scintille!- esclamò Isabelle ammirandomi. Io sorrisi.
-Senti chi parla!- ribattei.

Sul terrazzo dell'Istituto era tutto pronto...Magnus è un vero maestro nell'organizzazione. Io, Isabelle e Clary arrivammo tutte e tre mano nella mano, come tre bambine ad una festa di compleanno. Alec e Jace vennero verso di noi. Erano vestiti eleganti, proprio come due principi.
-Tre scintille- commentò il biondo con il bicchiere in mano.
-Attenzione a non accecarvi- ridacchiò Isabelle facendoci ridere.

Alec mi tese la mano.
-Posso rubarti?- chiese sorridendo.
-Certo- risposi ridendo a mia volta.
Mi portò al centro della pista da ballo e mise le mani sui miei fianchi e io dietro le sue spalle, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo, inspirando tutto il suo buonissimo profumo.
Cominciammo a ballare un lento e in quel momento stranissime sensazioni si sbloccarono nel mio corpo.

-Sai...quando dicevo di odiarti, in realtà ti amavo e ti ho amato sin dal primo giorno. Facevo finta di odiarti ma in realtà non era così...- mi confessò nell'orecchio e io sorrisi.
-Pensavo che l'amore non facesse per me, ma quando sei arrivata tu hai stravolto tutti i miei pensieri. Dopo la rottura con Magnus non pensavo di riuscire ad amare di nuovo, ma tu sei la prova che i sentimenti possono cambiare- confessò. Non riuscii a trattenere un sorriso e gli diedi un bacio sul collo.

-Allora scusa- gli dissi io.
-E di che...sei una delle cose migliori che mi sia mai capitata Jade Anderson- concluse mentre continuavamo a ballare. Lo guardai negli occhi e lo baciai.
-Ogni parte del mio corpo ti ama, ogni singolo osso e ogni singolo muscolo. Non smetterò mai di amarti nemmeno dopo la morte. Questa è una promessa- gli dissi io.
-Questa è una promessa- pronunciò lui. Ed era una promessa che avrei mantenuto. Forse l'unica, ma per me questa valeva più di altre mille...

 Forse l'unica, ma per me questa valeva più di altre mille

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FIGLIA DEL NEMICO: L'inizio // Alec Lightwood Kde žijí příběhy. Začni objevovat