Chapter 37: Brothers

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"Perchè i fratelli non si lasciano a vagare nel buio da soli."
ㅡJolene Perry

Un profondo sospiro sfuggì dalle labbra di Jin quando tentò ancora una volta di calmare la bambina che piangeva disperatamente tra le sue braccia. Non aveva smesso di urlare da quando te ne eri andata... ossia un'ora fa. Il principe rosa aveva tentato di tutto, l'ha nutrita con dei piccoli pezzi di pane e le ha dato dell'acqua pulita da bere, ma lei continuava a rifiutare e ad urlare, volendo che tu la riprendessi in braccio.

La bambina posò il viso sul collo di Jin, le sue urla diminuirono fino a diventare dei piccoli singhiozzi.

Jin sospiro, accarezzandole i capelli.

"Lo so, principessa." Sussurrò. "Manca anche a me."

La bambina non rispose, strinse nei suoi piccoli pugni la camicia del principe mentre i suoi occhi dorati cercarono la tua figura familiare in mezzo alla folla.

Jimin guardò da lontano Jin che teneva la bambina, e sentì il suo petto si stringensi dalla tristezza e dai densi di colpa. Ricordò le ultime parole per Jin, e anche se non erano indirizzate a lui, voleva pensare che quelle parole fossero riferite anche a lui.

Il principe argentato sospirò profondamente.

La maggior parte della sua vita l'ha passata ad odiare suo fratello, maledendo il suo nome e ferendolo verbalmente ad ogni occasione che gli si presentava. Detestava il modo in cui si comportava, odiava il fatto che fosse scappato dalle sue responsabilità e che si comportasse come se la morte della loro madre non l'avesse minimamente toccato.

Ma si ricordò le tue parole...

Forse avevi ragione... forse bere e dormire in giro era il suo modo di gestire le proprie emozioni, dopotutto Jimin non è mai stato lì per confortarlo nei giorni bui, e spesso si rifiutò di far avvicinare Jungkook al principe rosa. Jin non era l'erede legittimo, non era nemmeno il figlio legittimo, quando la loro madre è morta Jimin aveva ancora suo padre e suo fratello... Jin non aveva nessuno.

Jimin si passò una mano tra le sue ciocche argentate e i suoi piedi lo spinsero lentamente verso il suo fratello maggiore.

"Jin." Iniziò Jimin, attirando l'attenzione del fratello. "Possiamo... parlare?"

Jin sgranò gli occhi alla richiesta improvvisa del fratello. Jimin non aveva mai parlato con Jin, a meno che non fosse forzato, ma ora lo stava volontariamente approcciando e gli stava chiedendo di parlargli... stava male per caso?

Deglutendo i suoi dubbi, Jin annuì e seguì Jimin su per metà fella scalinata, dove nessuno avrebbe potuto sentire la loro conversazione.

"Hai finalmente intenzione di uccidermi?" Domandò Jin con espressione seria.

Jimin sospirò, scuotendo la testa. "No."

"Allora perchè mi hai portato qui?"

Il più giovane prese un respiro, la sua mente correva mentre i suoi occhi erano incatenati a quelli del fratello.

"Mi dispiace."

Gli occhi dorati di Jin si spalancarono dallo stupore, le sue parole lo lasciarono letteralmente a bocca aperta.

Jin e Jimin sono stati nemici sin da quando erano ragazzini, nessuno dei due osava parlare all'altro. Si divertivano a torturarsi a vicenda e a rendere le loro vite miserabili. Jimin giurò a Jin che lo avrebbe odiato per sempre e che non lo avrebbe mai perdonato per la morte della madre, però eccolo lì... che si scusava.

Gli occhi di Jimin cercarono una reazione nel viso del fratello, i suoi occhi dorati lo analizzarono mentre Jin lo guardò incredulo.

"Co-Cosa?" Sussurrò Jin.

𝐓𝐡𝐞 𝐅𝐨𝐮𝐫 𝐊𝐢𝐧𝐠𝐝𝐨𝐦𝐬▶ bts x reader (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora