Chapter 17

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Il mondo di Taehyung si bloccò all'istante quando capì che tutta la felicità che quel giorno era scorsa nella vita dei due ragazzi si era tramutata, di nuovo, in tutto ciò che più era spaventoso e inaffrontabile

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Il mondo di Taehyung si bloccò all'istante quando capì che tutta la felicità che quel giorno era scorsa nella vita dei due ragazzi si era tramutata, di nuovo, in tutto ciò che più era spaventoso e inaffrontabile. Si alzò di fretta e furia dal letto, senza degnar il fratello di mezza parola o sguardo, prese la giacca, le chiavi della macchina e, ancora in pigiama, corse fuori, sfidando il freddo, per correre dal ragazzo che aveva fatto partire la chiamata d'emergenza proprio pochi istanti prima.

Avviò il motore della macchina senza esitazioni e partì all'istante, senza perdere nemmeno mezzo istante. Aveva il cuore che correva all'impazzata, la mente che stava producendo gli scenari più catastrofici che potessero mai crearsi. E, in un batter d'occhio si stava ritrovando a spingere con forza, col piede, sul pedale dell'acceleratore, per diminuire in modo drastico la distanza che stava separando ancora i due.

E, in men che si dica, Taehyung si trovava a lasciar la macchina davanti al cancello del palazzo in cui il corvino stava alloggiando. Scavalcò il cancello senza degnarsi nemmeno di sprecare qualche secondo per cercare le dannate chiavi, con le mani che ormai gli stavano tremando all'impazzata. Corse per le scale, salendole a gruppi, per trovarsi subito davanti al portone dell'appartamento. In fretta e furia inserì le chiavi nella serratura e la spalancò, correndo successivamente al suo interno.

"Jeongukk! Dove sei?" Si stava guardando attorno e dopo aver tirato la giacca sbadatamente sul divano, corse verso la porta socchiusa del bagno, da cui proveniva la luce. Entrò, e il sangue gli si gelò nelle vene.

Il ragazzo era steso a terra, aveva il viso completamente bagnato dalle lacrime e il suo corpo tremava senza sosta. Il maggiore si accasciò subito verso di lui e gli prese una mano, sentendo quanto effettivamente fosse fredda. Il suo corpo aveva smesso di reagire a quelle tempeste catastrofiche che ormai avevano preso posto fisso all'interno della sua testa.

"Jeongukk, perché...?" sussurrò, prendendolo senza esitazione fra le braccia, dirigendosi poi, subito, verso la sua camera, per metterlo a letto e farlo riscaldare con delle coperte calde e comode. Gli rimboccò le coperte e stette tutto il tempo al suo fianco, con la schiena appoggiata al muro, con lo sguardo fisso sul suo viso stressato. Non si svegliava, nonostante provasse a parlargli, a toccarlo. Però respirava e da come aveva imparato, in quel momento, andava bene così. Si era accorto di come il modo di respirare gli fosse cambiato da quando lo sollevò da terra e lo prese tra le sue braccia per portarlo a letto. Si era calmato e regolarizzato.

Si ritrovò stavolta lui stesso, a guardarlo inerme, steso nel suo letto, con il respiro ancora affaticato, a piangere. Le lacrime avevano cominciato a prendere il via libera, mentre i suoi occhi vagavano sul viso dagli occhi chiusi del corvino. L'uno dormiva, l'altro piangeva.

Stavano diventando la perfetta reincarnazione dello Yin e dello Yang. Il bene racchiuso nel male. Il male racchiuso nel bene. Le loro vite, incastonate, avevano tutti quei piccoli particolari che racchiudevano il bene e il male. Ma Jeongukk stava vivendo una vita in cui il male, senza preavviso, aveva spodestato dal trono il bene e aveva preso il dominio delle sue intere giornate, lunghe e stancanti. E l'obiettivo principale di Taehyung era proprio quello di re-stabilizzare l'equilibrio perfetto di cui una persona aveva bisogno nella vita per potersi portare avanti, giorno per giorno. Taehyung voleva essere quel bene che, in un modo o nell'altro, sarebbe riuscito a tenere a bada il male, portando la pace nella vita disastrata di Jeongukk.

"Perché ti ho lasciato da solo oggi" sussurrò, portandosi una mano a tirarsi leggermente i capelli, cercando di darsi un calmata, in caso il ragazzo caduto fra le braccia di Morfeo si sarebbe potuto svegliare. "Dovevo prevedere che avresti avuto bisogno di qualcuno e io non c'ero" si colpevolizzò fin quando un'ultima lacrima salata cadde delicata dalla punta del naso, sulla mano. "È ora di prendere la situazione in mano, Taehyung. Devi farlo, per lui." e fu proprio qui che Taehyung decise di mettere da parte la sua vita per poter darne una migliore al ragazzo che stava lottando con tutte le proprie forze per uscire da quel tunnel buio.

Si alzò da terra e si avvicinò lentamente al letto, mettendo una mano, delicatamente, sulla fronte del ragazzo ancora dormiente, per sentire la temperatura corporea. Sembrava essersi rialzata. Non tremava più e, finalmente anche il respiro si era completamente regolarizzato. Un piccolo passo avanti, quella notte, l'avevano fatto.

"Sono qui Jeongukk" sussurrò, guardandolo attentamente "ne verremo fuori insieme."

Uscì dalla stanza da letto e accostò la porta. Prese un grande sospiro e, nonostante fosse ancora notte fonda, impugnò il telefono tra le mani schiacciò il contatto della sua amica che, gentilmente, si era offerta di dargli aiuto in ogni istante, giorno e notte citando che ogni medico deve fare il suo lavoro nonostante le ore improponibili e Taehyung gliene era davvero estremamente grato.

"H-Hyewon" Taehyung sussurrò con voce quasi spezzata quando la ragazza accettò la chiamata. "Taehyung? Cosa succede?" la voce impastata dal sonno arrivò dritta alle orecchie del maggiore che, in men che si dica, si era ritrovato di nuovo in lacrime che scorrevano senza sosta sulle sue guance. "Calmati, respira" la ragazza cercò pian piano di farlo calmare e quando ci riuscì, gli chiese di spiegargli la situazione.

"Jeongukk... sembrava andare tutto bene, oggi. È stato a scuola, mio fratello mi ha detto che sono stati sempre in compagnia, hanno mangiato, e all'improvviso, di sera, mi ha chiamato, ma quando ho risposto alla chiamata, non parlava. Sono corso a casa sua ed è svenuto, in bagno. Era a terra, privo di sensi e tremava-" farfugliò cercando di esplicare gli avvenimenti nel modo più lucido che gli fosse possibile, in quell'istante. La ragazza sospirò. "Sta ancora dormendo ora?" chiese dolcemente, mentre sorrideva intenerita dalla reazione spaesata e preoccupata di Taehyung, quando le rispose. "È fortunato ad avere qualcuno come te che si sta prendendo cura di lui" lo elogiò "domani, quando si sveglia, venite da me. Dobbiamo parlarne seriamente. Credo che Jeongukk sia realmente allo stremo."

E la chiamata si chiuse poco dopo, con il cuore di Taehyung che correva sempre di più senza una meta, non sapendo come rallentare il passo. Gli sembrava che da un momento all'altro potesse scoppiargli il petto dall'agitazione. Finché tutto si calmò, facendolo tornare alla realtà.

"T-Taehyung?" sentì un sussurro provenire dalla stanza socchiusa. Il maggiore si alzò e corse senza esitazione dentro la stanza, rivelando così, davanti a sé, un Jeongukk dagli occhi quasi chiusi che a stento riusciva a guardarlo. Si stava tenendo una mano sulla testa, probabilmente per il dolore, per lo stress o chissà per quale altra cosa. "Come ti senti?" Taehyung si sedette al suo fianco, portandogli una mano istintivamente sulla fronte per sentire come e se si fosse stabilizzata la temperatura del suo corpo. "Non... non ne ho idea." Quella risposta così distrutta fece sì che, la mano poggiata sulla fronte, scese delicatamente sulla guancia ormai calda del minore. "Va bene così. Non devi per forza sapere ciò che senti. Va bene così. È un passo avanti anche dire queste cose." Taehyung sussurrava, guardandolo senza timore o pietà. Lo sguardo fermo fece percepire, per l'ennesima volta, la forza che gli stava dando.

"Scusami" il corvino abbassò lo sguardo verso il pavimento. "Non riesco più a far qualcosa di giusto, sto andando continuamente nella direzione sbagliata" e Taehyung scosse subito la testa, prendendogli le mani e stringendogliele dolcemente tra le sue.

"Stai andando alla grande Jeongukk. Non importa quante ricadute tu possa avere. Stai combattendo. Sei un combattente. Stai cercando di trovare la direzione giusta, sbagliando, cadendo, si impara. Ce la farai. Ce la faremo. Insieme."

E finalmente Taehyung riuscì a tranquillizzare l'animo disperato del corvino, che, nella totale disperazione si era rannicchiato al suo fianco e, con la luna e la sua fioca luce che illuminava fiocamente la stanza, i due si addormentarono insieme. Finalmente tranquilli, sapendo di avere l'uno al fianco dell'altro.

E Jeongukk era ormai consapevole che non sarebbe davvero più stato solo. Ora erano insieme.



Please, eat. | Taekook希望Where stories live. Discover now