Chapter 7

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Mingi, rendendosi conto che il suo amico non aveva intenzione di ritornare da lui, decise di alzarsi e di andsre a controllare se effettivamente fosse tutto okay per il corvino

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Mingi, rendendosi conto che il suo amico non aveva intenzione di ritornare da lui, decise di alzarsi e di andsre a controllare se effettivamente fosse tutto okay per il corvino.

Il ragazzo dai capelli rossi camminava svelto nei corridoi bianchi, illuminati dalla luce del sole, con lo zaino in spalla, diretto verso i bagni. Sperando che avrebbe trovato lì Jeongukk.

"Amico cos'è successo?" chiese confuso, mentre osservava il ragazzo dai capelli scuri al suo fianco. "Non hai affatto una bella cera, non sebri proprio star bene" e il corvino sospirò. "Andiamo in infermieria" lo prese per il polso ma, in un batter d'occhio il ragazzo riuscì a liberarsi dalla presa. "No! Cioè, n-non serve. Sto bene!" disse, cercando di convincere più se stesso, che l'amico.

"Sì, una meraviglia." indurì il tono, il rosso. "Sembri un cadavere, sei davvero pallido. E sembra anche tu non abbia nemmeno la forza di stare in piedi. Quindi, ora tu corri e vieni con me in infermieria, così poi te ne torni a casa a riposare."

E, finalmente, riuscì a convincerlo, così, in men che si dica, Jeongukk si era ritrovato fuori dalla scuola, ad aspettare l'autobus che lo avrebbe poi riportato a casa.

Durante il tragitto la sua mente diventò un buco nero di pensieri intrusivi, pesanti e tossici.

Era già arrivato a portarsi al completo stremo.

Arrivò a casa, si levò le scarpe e gettò a terra lo zaino con tutti i libri. Per poi andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

Lo sguardo gli cadde sulla mensola dove suo fratello gli aveva riposto ordinatamente una serie di Ramen di vario tipo. Tutti i suoi preferiti.

Ogni volta che il suo sguardo incrociava qualsiasi cosa inerente al cibo, il suo corpo reagiva d'istinto, facendolo sentir male. Sia mentalmente, che fisicamente.

Ormai ci era dentro fino alle ossa.

Scosse la testa e pusò il bicchiere dentro il lavandino, dirigendosi in bagno per farsi una doccia rinfrescante. Una doccia fredda, gelida.

Mise un po' di musica come sottofondo, per distrazione. Per tenere la sua mente concentrata sulle note e sulle parole delle canzoni che scorrevano lentamente e non su ciò che lo stava portando sull'orlo del precipizio.

Non voleva ritrovarsi a piangere, non di nuovo.

Uscì dalla doccia e si strinse un asciugamano attorno alla vita, per poi andare davanti lo specchio psr spazzolarsi i capelli.

Non riuscì a far a meno di squadrarsi da cima a fondo.

Era cambiato. In così poco tempo già non si riconosceva più. Non sembrava più lui. Un mostro, non un umano.

Si intravedevano le costole, nonostante quell'accenno di addominali che spuntavano nel suo addome, a causa di tutta la ginnastica che faceva come, ormai, un'ossessione.

"Jeongukk, come ci sei finito così" mormorò, continuando a fissare la sua figura troppo magra, ma allo stesso tempo troppo grande per sé stesso, nello specchio. "Sembri un mostro" sussurrò.

E, se da una parte la sua mente gli stava urlando a squarcia gola di non farlo, l'altra metà gli stava dicendo di farsi ancora più male, quella giornata.

Aprì l'armadietto e fissò al suo interno l'oggetto che, ormai, era diventato il suo più grande nemico: la bilancia.

L'aveva nascosta per non aver più problemi. Per non avere sempre l'istinto di salirci ogni volta che entrava nel suo campo visivo. Per smettere di piangere, di star male, di voler far finire tutto quel disastro in un qualsiasi modo possibile.

Ma non aveva resisto molto. Aveva ceduto così prestò e si sentiva davvero un grandissimo codardo.

La poggiò a terra e la fissò per qualche istante e, quando alzò i piedi per salirci, sentì lo stomaco chiudersi e i brividi farsi spazio sulla sua schiena.

C'era quasi, ma, come un gioco del destino qualcuno aveva deciso che non avrebbe dovuto davvero compiere quella mossa così azzardata.

Il suo cellulare stava squillando.

-Kim Taehyung- era il nome che segnava sul display. Il fratello maggiore del suo migliore amico lo stava chiamando proprio in quel momento e, senza farci nemmeno troppo caso, spuntò sul sio viso un piccolo sorriso.

Non sapeva il perché, ma quel ragazzo gli dava la sensazione di calore e di tranquillità. Lo faceva sentire a suo agio, anche se non si conoscevano quasi per niente. Ma era una sensazione piacevole.

Prese il cellulare e accettò la chiamata.

"Jeongukk?" la sua voce calda usciva chiara dagli altoparlanti del suo telefono. "Ciao Taehyung" salutò gentilmente in risposta.

"Mio fratello mi ha detto che non sei stato bene oggi, a mensa, volevo accertarmi che fosse tutto a posto e che stessi bene" Jeongukk sorrise sghembo, poi scosse la testa, confuso dalla sua stessa reazione. "Sto bene, grazie, non preoccuparti."

"Sei sicuro che vada tutto bene?" chiese con un tono più delicato, questa volta. "Lo giuro! Ieri sera ho mangiato qualcosa che mi ha fatto male e credo si sia ripercosso silla giornata di oggi" spiegò tranquillamente.

"Ah, ieri sera?" chiese poi il grigio "Sì, ieri sera ho mangiato del ram-" lo bloccò all'istante "Mingi mi ha detto che ti ha dato fastidio la colazione di questa mattina."

Si pietrificò e si maledisse mentalmente. Per la prima volta aveva sbagliato a dire una bugia. Le sue bugie salvavita. E non sapeva minimamente come reagire.

"Jeongukk, ci sei ancora?" silenzio. "Ragazzino, rispondimi" indurì il tono di conseguenza. "Sì, ci sono ancora" rispose lui, invece, con tono lieve.

Taehyung sospirò e Jeongukk riuscì a sentirlo benissimo. Sospiro che al minore fece partire degli ennesimi brividi lungo il corpo.

"Va bene, non andrò oltre. Non sono affari miei, però ricorda che puoi contare su di me come se fossi tuo fratello, va bene?" il grigio sembrava quasi preoccupato. "Grazie mille per tutto ciò che stai facendo Taehyung, davvero, ti ringrazio tantissimo, prima o poi ti ripagherò."

"Ripagami stasera" Jeongukk aggrottò le sopracciglia confuso e, Taehyung non ricevendo risposta, rise "non intendo in soldi, se è quello che ti sta passando nella testa. Stasera usciamo tutti assieme, vieni con noi. Ti farà bene prendere dell'aria fresca, poi se non starai di nuovo bene, potrai andare via."

Taehyung gli aveva chiesto di uscire e, anche se non ne capiva il motivo, gli sembrò una bella cosa uscire assieme. D'altronde gli doveva la vita che gli aveva salvato quella notte.

" Va bene, ci sarò."

Please, eat. | Taekook希望Where stories live. Discover now