Chapter 12

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//vi prego di leggere lo spazio autrice alla fine del capitolo//

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I due ragazzi passarono la giornata cercando di rimanere il più tranquilli possibile. Jeongukk si sentiva al sicuro, avendo Taehyung al proprio fianco, che stava facendo di tutto pur di farlo ridere o, almeno, sorridere un po'.

Più passavano i minuti, più il legame tra loro due diventava forte. Jeongukk sentiva che, nonostante suo fratello di sangue, Taehyung era la figura fraterna che sempre aveva desiderato. Sempre presente, amorevole e sempre pronto a mettere gli altri davanti a sé stesso, pur di farli star bene. Era arrivato a considerarlo come il suo angelo custode. Si era fatto vivo nel momento in cui ne aveva più bisogno in men che si dica, era diventato la persona che più riteneva importante. Un modello da seguire.

Il maggiore invece sentiva dentro di sé un qualcosa che lo stava spronando a tenere sotto la propria ala protettiva il minore, cercando di essere tutto ciò di cui avesse bisogno. La spalla su cui piangere, l'amico con cui ridere, la retta via da percorrere. Taehyung voleva essere tutto il bene che Jeongukk meritasse.

D'altro canto, Jeongukk non era riuscito ancora a mangiare. Ci aveva provato, si era sforzato, ma non riusciva nemmeno a prendere le bacchette in mano senza che il respiro gli si mozzasse in gola, facendolo cominciare a soffocare. Odiava quella sensazione, odiava non poter controllare i suoi pensieri, la sua mente. Odiava essere sotto pressione , odiava sentirsi oppresso dai suoi stessi pensieri. E Taehyung se ne accorgeva, ogni singola volta. Era lì, a notare tutti i minimi gesti del ragazzino che si trovava sempre al suo fianco. Ed era sempre pronto ad abbracciarlo, a stringerlo tra le sue braccia, dicendogli che sarebbe andato tutto bene, che avrebbe riacquistato la felicità e che ne sarebbe uscito più forte di prima.

*

"Jeongukk, puoi venire qui un attimo?" richiamò il minore, da sé. Senza darlo a vedere, aveva passato tutto il tempo con la testa piena di pensieri. Non sapeva come parlarne con il minore, ma doveva provarci. D'altronde gli aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per aiutarlo, quindi perché tirarsi indietro proprio in quell'istante? "Arrivo!" cinguettò il corvino, mentre camminava quasi spensierato verso il divano, dove Taehyung si trovava. "Cosa c'è?" si sedette al suo fianco, a gambe incrociate, e cominciò a sorridergli dolcemente.

Più Jeongukk guardava Taehyung in quel modo, più il maggiore riusciva a cogliere l'animo gentile, delicato e, purtroppo, sommerso dalla paura. I suoi grandi occhioni scuri erano così espressivi, quasi come se fossero loro a parlare al posto del ragazzo stesso. Occhioni che Taehyung guardava con ammirazione e dedizione. Li trovava così unici, di una rarità superlativa.

"Volevo parlarti di una cosa. Cioè, volevo proporti una cosa" si grattò d'istinto l'incavo del collo, esponendo così l'agitazione che si stava impossessando del suo corpo. Jeongukk lo guardava incuriosito e lo spronava con lo sguardo a continuare il suo discorso. "Ho pensato molto alla situazione in generale. Ho pensato davvero molto a te."

Jeongukk si morse d'istinto il labbro, aveva capito che piega stesse prendendo il discorso, ma il solo pensiero del maggiore che avesse pensato così intensamente a lui lo rendeva felice.

"So che potrai trovare questa cosa molto affrettata e che forse potrà farti pensare che dovrei essere l'ultimo a proporti un'iniziativa del genere, ma sento che io non posso fare abbastanza, almeno non da solo" sospirò, prendendosi una manciata di secondi per ragionare sulle parole che avrebbe usato per parlarne in modo preciso, senza giri stressanti di parole.

"Conosco una persona che lavora in ospedale. Non nell'ospedale civile, non uno normale. Un centro di terapia che si occupa di questi problemi. Un centro dove cercano di aiutare chi ne ha bisogno. Potrebbe essere un'alternativa che potresti prendere in considerazione. Saprebbero essere molto più utili delle mie inutili parole insieme alla mia sola presenza" concluse Taehyung, tutto d'un colpo.

Non sentiva di star facendo abbastanza, come se sapesse che Jeongukk non sarebbe riuscito a venirne mai fuori se non avesse chiesto aiuto ad un qualche professionista che sapeva come svolgere adeguatamente il suo lavoro.

"Mi stai dicendo di rivolgermi ad un centro specializzato...?" la voce del mino uscì fuori come un sussurro e a Taehyung sembrava di sentire i pensieri opprimenti e impauriti dentro la testa del corvino.

E, dopo attimi che sembravano diventare eternità, Jeongukk alzò lo sguardo, facendolo incontrare delicatamente con quello spaesato del ragazzo seduto al suo fianco. Il minore aveva gli occhi pieni lacrime, che sembravano stessero facendo a lotta con le emozioni contrastanti del ragazzo per uscire e farsi strada sulle guance rosee, ormai segnate anch'esse dal suo drastico calo di peso.

"Sì" riuscì a dire a voce decisamente udibile, ma spezzata. Risposta che spiazzò all'istante Taehyung, che mai si aspettava una risposta positiva. "P-posso provarci. Posso fare lo sforzo." il minore annuiva a sé stesso, cercando di convincersi che quella fosse la scelta giusta e che avrebbe potuto farlo star un po' meglio.

Taehyung sorrise d'istinto. Era questo ciò che aveva capito di Jeongukk: era davvero forte e coraggioso. E, per quanto la paura e la tristezza si stavano prendendo possesso di lui, riusciva comunque a far capire loro chi è che comandasse la situazione. Anche se si ritrovava con un fallimento tra le mani, sapeva di averci provato e, soprattutto, che nessuno sforzo sarebbe stato vano.

"D-davvero?" il maggiore gli sorrise, facendo trapelare tutto l'amore fraterno e l'ammirazione che provava per il minore, che annuì energicamente, sorridendo a sua volta. "Però, ti prego, vieni con me." sussurrò, continuando a tenere lo sguardo incatenato a quello dell'altro. "Ho bisogno di te..."

E, senza proferire parola, Taehyung si buttò a capofitto verso il ragazzino al suo fianco, per abbracciarlo stretto a sé. Tenendolo al caldo e al sicuro per un tempo lungo, che ad entrambi sembrò solamente una manciata di secondi.

"Ne uscirai fuori Jeongukk, e lo faremo insieme." sentenziò, guardandolo con fierezza negli occhi. E Jeongukk sorrise, sinceramente e felice.

Sapeva finalmente di non essere più solo. E in quel momento capì che Taehyung era davvero il suo angelo custode, il miracolo di cui tutti parlano e che cercano disperatamente nella propria vita.

E, per quanto burrascosa fosse stata la sua esistenza, lui l'aveva trovato. Aveva trovato il suo miracolo.


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spazio autrice:

Salve a tutti! Finalmente tornano gli aggiornamenti e io non posso esserne più che felice e, spero che questa cosa possa far sorridere anche voi. Come molti sanno tengo davvero molto a questa storia, perchè ritaglia un altro specchio della mia vita e sapere di poterla portare avanti è per me una grande rassicurazione. Però sono qui anche per scusarmi con tutte le persone che stanno seguendo gli aggiornamenti, perchè sono sparita per un po', vi spiego in breve: ho deciso di andare all'università e per questo ho dovuto studiare davvero tanto. E' stata dura, ma sono riuscita ad entrare e sto sfidando la mia stessa vita per portare avanti questo "sogno", sperando di riuscire a portarlo al termine e, per quanto ardua sembri la situazione, sono comunque felice di poterci provare. Spero riusciate a capire;; 

love you all! 


-Marts


-stay tuned for chapter 13-

Please, eat. | Taekook希望Where stories live. Discover now