Chapter 11

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La luce entrava fioca dalle tapparelle delle finestre, facendo aprire gli occhi al corvino, che si guardò subito attorno. Lentamente portò la mano a contatto con il suo labbro inferiore, arrivando a conoscenza di quanto fosse stato torturato. Le ferite rendevano la sua pelle lucina e, se si concentrava, riusciva ancora a sentire il sapore pungente del sangue sulla punta della lingua.

"Buongiorno Jeongukk" il ragazzo scattò verso la figura appoggiata alla parete della sua stanza, seduta a terra. "T-Taehyung..." e abbassò lo sguardo, sentendosi tremendamente in colpa. "Ragazzino, guardami" il suono fievole e dolce del maggiore arrivò alle orecchie del corvino che, con una lentezza disarmante, portò il suo sguardo verso gli occhi scuri e luccicanti del ragazzo seduto a terra. "Come ti senti stamattina?" Un unico sospiro uscì dalle labbra del minore, mentre scosse la testa.

Non lo sapeva. Non riusciva a capire come si stesse sentendo. O, meglio, non riusciva a capire se effettivamente sentisse qualcosa. Gli sembrava di sentirsi vuoto. Nessun briciolo di rabbia, tristezza, stanchezza o felicità. Niente di niente.

E mentre Jeongukk ragionava sul suo stato d'animo, Taehyung si alzò e andò a prendere una tazza di latte caldo per il minore, che andò subito sulla difensiva appena capì che fosse per lui.

"Non ti costringerò a berlo e, minimamente a mangiare." Taehyung si sedette al suo fianco, osservando la tazza fumante tra le sue mani. "Ma dopo ieri sera penso ti serva bere qualcosa di caldo. Ti farà bene alla gola e ti darà quel briciolo di forze necessarie per affrontare la giornata" mormorò con timore.

Il ragazzino stava ascoltando attentamente ogni singolo suono che stava uscendo dalla bocca del maggiore, seduto al suo fianco, guardando le sue mani candide tenere stretta la tazza di ceramica verde.

"Un solo sforzo Jeongukk" sussurrò al corvino, senza guardarlo. "So che puoi farcela" Annuì lentamente. E bastarono quelle parole per far scattare l'ingranaggio bloccato nella mente del minore, che, sospirando, prende la tazza dalle mani del maggiore e la fissò per qualche istante, prima di portarla a contatto con le sue labbra rosee.

Si fece forza e mandò giù, pian piano, la bevanda calda e fumante.

Ogni sorso gli sembrava un pugno sferrato al suo stomaco. Ogni sorso, un brivido lungo e opprimente.

Però continuò a bere. Sorso dopo sorso, la tazza rimase vuota. E Taehyung, osservando il ragazzino, cominciò a sorridere con fierezza.

"L'ho... finita?" chiese, corrucciando l'espressione, osservando l'interno vuoto della tazza, tra le proprie mani. "Sì Jeongukk" Taehyung annuiva, portando una mano sulla spalla del ragazzino per dargli delle carezze fraterne, di cui aveva davvero bisogno.

*

Mentre Jeongukk si trovava nel bagno per darsi una rinfrescata, Taehyung stava sistemando un po' qua e là, l'appartamento del minore, per alleggerirgli il peso di fare le faccende domestiche.

Aveva il terrore di poterlo ritrovare di nuovo svenuto, lungo a terra, privo di forze. E più capiva quanto stesse provando paura per una situazione in cui effettivamente non era coinvolto, più sentiva il bisogno di entrare in azione con tutte le sue forze per poter portare anche solo un briciolo di felicità all'interno della vita del minore.

"CAZZO!" un urlo proveniente dal bagno fece tornare sulla terra il ragazzo perso nei suoi pensieri, che tirò tutto ciò che teneva nelle mani, in aria, correndo poi verso la porta chiusa. "Jeongukk che succede?" chiese spaventato, rimanendo fuori dal bagno. La porta si aprì di scatto, facendo sussultare Taehyung, che si ritrovò il corvino con i capelli ancora bagnati davanti gli occhi.

Lo squadrò da cima a fondo: stava bene.

"La scuola! Non ho informato la segreteria! Quest'anno mi bocceranno, perderò l'ultimo anno!" il panico si impossessò del minore, facendo comparire sul volto di Taehyung un'espressione divertita e intenerita. "Cosa...? Cosa c'è da sorridere così?" chiese, assottigliando lo sguardo.

"Sei proprio carino Jeongukk" Taehyung rise, facendo arrossire all'istante il ragazzino. "Ci ho pensato io. Ho informato che non ti sentissi affatto bene e ti hanno segnato il permesso per rimanere a casa." La bocca del corvino si trasformò in una piccola 'O'. "G-grazie."

*

"Taehyung, puoi anche tornare a casa ora. Devi riposare anche tu, non puoi star dietro ai miei capricci, non finirti le forze così..." il minore si trovava seduto, di nuovo, al suo fianco, ma stavolta si sentiva davvero preoccupato, perché sapeva che il maggiore non avesse dormito quella notte proprio a causa sua.

Scosse la testa. "Non mi muovo da qui, ragazzino." Alzò un sopracciglio, mentre lo guardava seriamente negli occhi scuri. "Anzi, ora che sei in te, dobbiamo parlare."

Jeongukk chiuse istintivamente gli occhi e pressò le sue labbra in una linea sottile. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma non si aspettava di doverlo affrontare così presto.

"So che non vuoi e probabilmente non te la senti nemmeno. Però, cerca di capire quanto importante possa diventare il fatto di non parlarne proprio con nessuno." Annuì. Il corvino annuì solamente, senza emettere alcun suono.

"Immagino quanto difficile sia parlarne. Quanto ti possa far male. Ma Jeongukk io sono qui, per favore, usa me, usami come sfogo. Usami per star meglio. Usa la mia esistenza per far del bene a te stesso." Taehyung parlò senza giri di parole, guardando la testa bassa del ragazzo seduto accanto ad esso. "Hai bisogno di aiuto, più di quanto tu creda. Te ne rendi conto di questo fatto?" chiese con una premura che Jeongukk non aveva mai sentito prima d'ora in tutta la sua vita.

E si decise a rispondere con quelle poche forze che si stava ritrovando per intraprendere quella conversazione. "Sì. Me ne rendo conto." annuì, senza mai staccare lo sguardo dal pavimento. "Me ne rendo conto ma non ce la faccio. Non so come fare. Sembra così una bambinata, un capriccio. Come devono prenderla gli altri se ne parlo? Oh, il ragazzino non mangia perchè si sente grasso, perché non crede più sia importante vivere, cerca solamente attenzioni" finse la reazione che si aspettava da qualsiasi persona. "Non voglio compassione, non voglio tristezza. Preferisco tenerlo per me stesso, invece di ferire gli altri."

"Ti ho dato compassione? Mi sono messo a piangere? Ti ho detto che cerchi attenzioni?" Taehyung indurì il tono, facendo alzare di scatto la testa al minore, che portò lo sguardo in quello cupo del maggiore, seduto ancora al suo fianco. "Rispondimi." Jeongukk boccheggiò per qualche istante prima di rispondere "N-no."

"Sono qui perché voglio aiutarti, non perché voglio ridere dei tuoi problemi. Non sono qui perché devo sminuire come ti senti. Non sono qui per dirti che cerchi attenzione. Sono qui perché voglio che tu stia bene, perché so che non meriti di vivere in questo modo. Perchè so che riuscirai ad uscirne. Perchè credo in te e nella tua forza." Il tono duro arrivava dritto e ferreo alle orecchie attente del corvino.

"Non vuoi aiuto? Bene, non ti chiedo di accogliermi a braccia aperte. Ma sappi che, qualsiasi cosa ti passa per la mente, io rimango qui. Non sarai più solo, che tu lo voglia o meno. Farò del tutto per aiutarti a riacquistare quella felicità che ti meriti." e così, in men che si dica, Jeongukk si ritrovò con gli occhi pieni di lacrime, mentre teneva saldo lo sguardo negli occhi di Taehyung, senza volerlo lasciare andare.

"T-Ti prego... Non m-mi lasciare solo" e pianse, buttandosi a capofitto tra le braccia del maggiore per un abbraccio caldo e rassicurante. "Non me ne vado Jeongukk. Non me andrò mai più."

"Aiutami."  

Please, eat. | Taekook希望Where stories live. Discover now