Capitolo 12

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Electre cadde a terra nel giro di un secondo. La ferita si allargò rapidamente sul petto colorando di rosso scuro la maglietta. I presenti si voltarono stupiti verso Alex che teneva in mano la pistola della donna ancora fumante. "Ma... ma... COME HAI FATTO A PRENDERE LA PISTOLA?!" urlò Nicole. "Prima che ci sparasse ho girato la pistola verso di lei. Si è colpita da sola" disse secco Alex.

Anche se il viso era duro come il marmo, la mano in cui teneva la pistola gli tremava come non mai. "Brutto stronzo, hai ammazzato Electre!" gridò il pugile avvicinandosi pericolosamente ad Alex. "Prova ad avvicinarti a lui e sarai tu a finire male" disse seccamente Nicole, parandosi tra i due come una leonessa che protegge i propri cuccioli dai cacciatori. L'uomo si fermò e guardò il suo capo per sapere che dovesse fare."Simpatica la sorellina" disse il vecchio guardando con interesse Nicole. "Ma che vuoi vecchiaccio?! Ti rendi conto che stai ammazzando dei ragazzini per niente?!" chiese Ginevra.

Avrebbe voluto lanciarsi sull'uomo e colpirlo con tutta la forza che aveva: per aver fatto male a Matilde, per avergli rovinato la vacanza, per aver rovinato la vita ad una famiglia intera... aveva un sacco di motivi per farlo, ma sapeva che Leonardo l'avrebbe fermata prima che potesse fare qualcosa. "Che seccatura che sei" disse il vecchio tirando fuori fa una tasca della tuta un revolver. La puntò verso di lei, ma Alex fece partire un colpo prendendolo ad un fianco. L'uomo guardò stupito la ferita allargarsi, poi lo fissò con uno sguardo glaciale.

"Piccolo stronzo" disse solo. Cercando di tamponarmi la ferita con la tuta si avvicinò ad Alex. "Non ti avvicinare!" disse Nicole con foga. "Ma zittisciti, piccola mocciosa!" disse il pugile colpendola in viso e Nicole cadde rovinosamente per terra . "Nicole!" gridò Leonardo . "Sto bene" disse la ragazza toccandosi la guancia che pian piano diventava di un rosso scuro, al contrario l'impronta della mano che stava comparendo con sorprendente velocità.

Alex la guardò pietrificato per l'orrore. "Va tutto bene fratellino" disse Nicole con un tono rassicurante. Una risata proruppe nella caverna. Si voltarono tutti verso il vecchio, che si teneva la pancia per il gran ridere. "Andrà tutto bene? Ma ti senti?! Siete finiti, morirete tutti qua dentro! Sarà la vostra tomba per il resto degli anni a venire" disse cercando di trattenere le risate.

E quella volta fu Ginevra a ridere. "E chi lo dice questo?" disse solo. "Ma che..." dissero i due. E in quel momento una forte luce, la stessa potenza che si trovava in uno stadio, si accese all'entrata della caverna. "Polizia! Mani in alto!" gridò una voce. "Ma che diavolo?! Che avete fatto?!" sbottò l'uomo guardando i ragazzi. "Assolutamente niente!" disse Leonardo con una faccia innocente. "Siete stati voi ad incastrarvi, vero Ginevra?" chiese Nicole sorridendo. E Ginevra, con un sorriso smagliante in viso, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il telefono dove aveva registrato tutta la confessione dell'uomo.

Esattamente un ora prima, dopo che avevano letto il diario di Emma, Leonardo e Ginevra avevano avuto un'illuminazione. Il giorno in cui Matilde aveva scoperto la moneta aveva fatto delle foto, quindi poteva aver fotografato inconsciamente anche la posizione dello scrigno. E mentre Pierrick chiamava l'agenzia delle barche, Leonardo e Ginevra si erano diretti verso l'hotel e avevano iniziato a cercare sulla macchina fotografica. Avevano trovato la foto dove si vedeva la moneta sullo scoglio e poi Leonardo aveva notato un piccolo dettaglio che poteva essere sfuggita a Matilde: una specie di rettangolo sotto lo scoglio, ma così buio che non si capiva cosa fosse. Era riuscito a schiarire la foto grazie ad un App sul computer e aveva capito cosa fosse: il tesoro scomparso. Era sempre stato lì, sotto il loro sguardo. Avevano avuto l'idea di chiamare la polizia e una squadra di subacquei, che sarebbero arrivati dopo venti minuti per via della loro lontananza dell'hotel.

E mentre aspettavano il gruppetto avrebbe messo in atto una scena facendo finta di aver trovato il vero tesoro. Non era veramente così ma avevano usato un vecchio baule che Alex aveva utilizzato per un suo vecchio costume di Halloween. E Ginevra aveva acceso il microfono sul telefono appena entrati nella caverna, in modo da registrasse la confessione del gruppo senza che loro ne sapessero niente. Un piano perfetto che si era concluso con l'arresto dei ladri di tesori.

I ragazzi guardarono con un sorriso smagliante in volto la banda che veniva arrestata. Electre dovette essere trasportata in urgenza in ospedale e Alex sapeva che avrebbe dovuto spiegare un po' di cose alla polizia. Inoltre Leonardo aveva rivelato la posizione del tesoro ai subacquei e ora stava assistendo al suo ritrovamento con uno sguardo pieno di orgoglio. "Alla fine è andata tutto bene no?" chiese Ginevra stiracchiandosi. "Purtroppo no". I tre si voltarono verso un poliziotto che aveva finito di fare delle domande al pugile e che ora si stava dirigendo verso di loro. "E come mai? Siamo nei guai?" chiese Nicole. "Non siete nei guai, non preoccupatevi. Solo che dovete fare da testimoni chiavi al processo di questi malviventi" spiegò il poliziotto. I tre sospirarono di sollievo. "E Matilde? Come facciamo con lei?" chiese Alex. Ginevra e Nicole si guardarono imbarazzante: si erano completamente dimenticate dell'amica. "Secondo il capo della banda aveva ordinato di uccidere due ragazzi stasera: uno è qui, mentre l'altra è all'ospedale vero?" chiese il poliziotto leggendo qualcosa dagli appunti che aveva in mano. "Purtroppo è così. La stanno operando in questo momento" disse Ginevra soffocando un singhiozzo. "Mi dispiace che state subendo tutto questo, ma vorrei che deponiate la vostra testimonianza sul caso" disse l'uomo. Annuendo i tre ragazzi iniziarono a spiegare tutto fin dall'inizio: l'arrivo all'isola per le vacanze, la scoperta della moneta, il ritrovo dei cadaveri vicino al relitto della nave, la sparatoria a Matilde, il ritrovo del tesoro.

Ripensandoci era strano che tutto quello era successo solo qualche giorno prima. Sembrava passata una settimana o forse di più. Il poliziotto terminò , e ringraziandoli li lasciò soli. "Andiamo a vedere se hanno ripescato il vero tesoro?" chiese Nicole. Senza dire una parola Alex, Ginevra e Nicole si avvicinarono a Leonardo , che si stava divertendo a fare i classici gesti delle hostess per indicarti le porte di evacuazione mentre i sub trasportavano a terrà uno scrigno. Non era tanto differente da quello che avevano usato i ragazzi per il piano, solo che era molto più sporco e coperto di alghe e granchi. "Che spettacolo!" esclamò una voce dietro Ginevra.

Si voltarono e si trovarono il capo della banda. "Che ci fai qui?!" sbottò Alex. "Volevo vedere il tesoro che mi fa finire in prigione. Ditemi c'è non vi sentite orgogliosi nell averlo scoperto! Infondo il mio lavoro non è tanto differente da quello del archeologo" disse alzando le spalle. Ci mancò poco che Ginevra gli tirasse un calcio nelle parti intime. "Simile?! Ma uccidi la gente!" sbottò infuriata. "Consideralo un effetto collaterale". "È un caso perso" pensò Nicole. "Comunque è strano. Faccio questo lavoro da anni e vengo fregato da dei ragazzini. Sorprendete" disse l'uomo pensieroso, osservando con attenzione lo scrigno e i ragazzi. A quanto pare voleva essere sicuro anche lui di quello che era appena successo. "C'è sempre una prima volta no?" disse Leonardo avvicinandosi ai suoi amici. "Lo so. Lo so" fu la risposta. Guardarono in silenzio i sub portare su un furgoncino bianco lo scrigno e metterlo al sicuro. "Comunque mi chiamo Erastos" disse l'uomo a bruciapelo. Nicole, Alex, Ginevra e Leonardo lo guardarono con un'espressione confusa in volto. "Che c'è? Voglio che si sappia come mi chiamo. In fondo siete stati più furbi di me no?" disse Erastos ridendo.

Si avviò verso la volante della polizia ridendo tra se e se, con i lunghi capelli grigi che brillavano sotto la luce lunare. "E poi" disse fermandosi "È la prima volta che mi diverto così tanto. Non lo sarà invece al processo. Ta léme ta epómena paidiá!". E detto questo entrò nella macchina della polizia che partì a tutto razzo, lasciando dietro di se una grossa nuvola di fumo.

"Ma che ha detto?" chiese stupito Leonardo . "Ha detto: Alla prossima ragazzi! È greco" tradusse Nicole. "Sicuramente sarà molto difficile: abbiamo vinto la battaglia ma non la guerra" disse Ginevra voltandosi a guardare la gigantesca distesa di acqua scura davanti a lei, respirando e godendosi con tranquillità l'aria del mare greco. Poi i ragazzi se ne andarono il più fretta possibile visto che quel posto metteva i brividi di paura per via delle sciagure impresse in quel luogo.

Vacanze all'isola dei fioriNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ