Capitolo 16

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Ginevra infilò lentamente il piede nell'acqua e lo sollevò di scatto. "Che fredda!" sbottò. Era l'ultimo giorno all'isola dei Fiori e i ragazzi avevano deciso di fare l'ultimo bagno mentre Lorenzo ed Elena completavano delle cose burocratiche all'hotel.

La sera prima avevano fatto una mega cena ad un ristorante, gustandosi dei piatti a base di pesce con verdure varie come portata. Poi avevano fatto una passeggiata serale nel paese, comprando gli ultimi souvenir. Ginevra e Matilde avevano svaligiato un negozio di numerosi oggetti, tra cui dei braccialetti di corallo che indossavano in quel momento. Leonardo invece sfoggiava con fierezza il suo nuovo costume blu con motivi floreali, comprato a buon prezzo da un venditore ambulante. Erano tutti fieri e nessuno nominava quello che sarebbe successo tra due ore: la fatidica partenza.

"Eddai Gin, hai veramente paura dell'acqua fredda? E io che ti credevo una coraggiosa" disse Leonardo con tono di sfida, ignaro delle conseguenze. Ginevra lo guardò male e si avvicinò a lui con sguardo omicida. A quanto pare Leonardo non percepì il pericolo perché fini in acqua senza troppi sforzi. Poi Ginevra si era buttata dopo di lui ignorando completamente la regola che si erano dati poco prima: non bagnarsi i capelli perché non avrebbero avuto il tempo di asciugarli in hotel.

Matilde rise e ci accise a legarsi i capelli in una coda, poi immergendosi in acqua fino al petto.

"Ehi Mati". La ragazza si girò e guardò con stupore Alex avvicinandosi a lei. Era dal giorno dell'ospedale che non lo vedeva, e sembrava molto stanco e triste da quella volta. Teneva in mano un sacchetto di carta verde, che appoggiò a terra mentre si sedeva davanti a lei.

"Come va?" chiese Matilde. "Tutto bene ... senti vi avevo comprato dei regali. Per Leo avevo preso un libro di leggende greche mentre per Ginevra un olio per capelli. Per te avrei comprato una Polaroid, non so se ti piace o se l'avevi già" disse Alex. Prese dalla borsa una polaroid abbastanza nuova e la mostrò alla ragazza. "Non dovevi" sussurrò. "Certo che dovevo! Hai rischiato la vita per me, fammi fare qualcosa!" sbottò all'improvviso.

Matilde ammutolì stupita. "Scusami" sussurrò Alex. "Mi dispiace ancora per quello che quei tizi ti hanno fatto" disse guardando un punto indefinito della pancia di Mati, osservando la cicatrice lasciata dal proiettile . "Ma adesso sto bene! Anche i miei genitori si sono rilassati, ma solo dopo venti granite e qualche dolce" rispose Matilde sorridendo. E si, perché quando era in coma i suoi genitori erano arrivati da Milano ed erano felicissimi quando si era svegliata, e si fecero raccontare tutti i particolari di quello che era successo dal povero Pierrick. La mamma di Matilde si stava per prendere un infarto se il marito non fosse stato lì a tranquillizzarla.

Alex sorrise tristemente e mise via la polaroid: Matilde sapeva che si sentiva in colpa come non mai e che non sapeva come esprimersi. Quindi fece una cosa che non si sarebbe aspettata neanche lei: lo prese per un braccio e lo buttò in acqua.

Alex riemerse subito spuntando l'acqua che aveva bevuto. "Ma sei scema?!" sbottò infastidito. Uscì dall'acqua e si tolse le scarpe. "Eddai Mati, ci vorranno ore per asciugarsi!" disse Alex mentre si toglieva i calzini e la maglietta. Matilde arrossì nel vederlo a petto nudo, quindi iniziò a nuotare cercando di allontanarsi il più possibile dalla riva. Non si accorse che Alex si era buttato in acqua e la stava seguendo, raggiungendola solo dopo qualche minuto.

Nuotarono in silenzio, ascoltando le onde sbattere contro gli scogli e godendo il placido sole che con i suoi raggi scaldava la gigantesca distesa d'acqua. Adesso Matilde capiva come mai i mattinieri andassero a nuotare presto la mattina: era come se il mondo si fosse messo in pausa donandosi solo ai pochi eletti, che affrontavano la pigrizia e la comodità della vita per vivere a pieno quell'esperienza. "Forse avrei dovuto farlo fin dal primo giorno" pensò tra se e se Matilde, bagnandosi la faccia con l'acqua di mare godendosi per l'ultima volta il sale marino che ti bruciava gli occhi con crudele lentezza.

Vacanze all'isola dei fioriWhere stories live. Discover now