Capitolo 14

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"Mati!"gridò Ginevra buttandosi sull'amica per abbracciarla. Matilde scoppiò a ridere, stringendola a sua volta. "Ginevra calmati, si è appena svegliata!" provò a dire Pierrick. "Chissene!" sbottò la diretta interessata. Pierrick si ritirò in un angolo, battuto violentemente su tutti i fronti.

"Che bello rivederti viva e vegeta" disse Leonardo sorridendo. Matilde sorrise: era stravolta, il volto stanco e la pelle di un bianco terreo. Quel maledetto dell'amico la stava prendendo in giro, ma l'avrebbe fatta pagare in futuro. Bastava trovare qualcosa di abbastanza imbarazzante per ricattarlo, ma adesso avrebbero solo scherzato. Alex invece non disse niente, sorridendo soltanto. Sembrava che stesse per piangere da un momento all'altro per la gioia.

Matilde distolse lo sguardo da lui e lo posò sui suoi amici."Sono felice anch'io, almeno posso torturarvi dal vivo" disse sorridendo. "Non ci riuscirai mai! E poi se sapessi cosa è successo dopo che sei andata in coma, che la Bella Addormentata levati proprio, non ci crederesti mai!" disse Ginevra, incrociando le braccia al petto e facendo un sorriso furbetto in viso. Brutto segno: quando lo faceva, Matilde era sicura che gli avrebbe raccontato qualcosa che avrebbe rinfacciato a vita. Meglio prepararsi al peggio.

Sotto lo sguardo incuriosito di Matilde, i due ragazzi iniziarono a raccontare tutto quello che era successo negli ultimi giorni: il ritrovamento del tesoro, la cattura dei ladri, il processo...

Matilde li guardava stupiti, incredula di aver perso tutti quegli eventi. Si ricordò di quando, l'anno prima, aveva saltato un giorno di scuola per il compleanno della cugina e il giorno dopo aveva scoperto che in classe era successo di tutto: un suo compagno di classe si era dichiarato, Leonardo aveva fatto esplodere una lattina di Coca Cola con delle mentos, Ginevra e Laura avevano saltato un interrogazione mortale per via dell'assenza del prof e avevano visto un film di Checco Zalone. Matilde si sentì gelosa e un po' arrabbiata per aver perso tutta l'azione, e si maledì di essere stata messa K.O con così estrema facilità. Che poi nei film sembrava pure così facile schivare i proiettili e stendere i cattivi con una mossa di karatè! O forse aveva visto troppe volte Matrix e si stava facendo troppi film mentali.

"Esattamente quando ti rimetti? Almeno puoi goderti gli ultimi giorni di vacanza con facilità" chiese Alex all'improvviso. "Non saprei, sai mi sono svegliata quasi dieci minuti fa" disse Matilde con un tono ironico. "Allora andiamo a chiederlo agli infiermeri! Subito!" disse Ginevra piena di spirito di iniziativa. Trascinò fuori dalla camera Leonardo e Nicole, con Pierrick che li seguiva con una certa distanza. Alex fu l'ultimo ad uscire e a chiudersi la porta alle spalle. "Poveretti, finiti nella morsa di Ginevra" pensò Matilde ridacchiando.

Chiuse gli occhi per la stanchezza. Chi si immaginava che svegliarsi da un operazione ti lasciasse così spossata? Poi rise pensando a quello che avrebbe potuto scrivere nel tema: Come hai passato le tue vacanze estive. Sicuramente la prof di italiano avrebbe chiesto un colloquio con i suoi genitori per avere delle spiegazioni. E sicuramente neanche ci avrebbe creduto: la prof Rosa era una donna così acida e noiosa che puniva tutti gli studenti che riteneva troppo fantasiosi o che dicevano di aver fatto cose fuori dal comune. Meglio mentire in quel tema. Forse avrebbe potuto dire che in Grecia aveva assaggiato dei polpi arrosto in un ristorante in riva al mare, e si essere stata attaccata da alcune anatre affamate. Poteva essere abbastanza credibile.

Qualcuno entrò in camera e Matilde guardò Alex entrare con una tazza di caffè in mano. "Tutto bene?" chiese. "Certo, certo. Volevo parlare un po' con te prima che Ginevra torni con un infermiera isterica" disse Alex, mentre si sedeva sul divano color blu oltremare di fianco al letto. "E di cosa vuoi parlare?" chiese Matilde all'improvviso preoccupata. E se voleva dirle qualcosa di brutto? E se volesse abbandonarla per averlo messo in pericolo? O peggio: e se fosse arrabbiato con lei perché gli aveva fatto scoprire alla verità sulla morte della madre? Tutti quei dubbi la fecero sprofondare nell'ansia e nella paura più profonda, facendogli agitare debolmente le gambe per il nervosismo.

Alex non parve accorsi del suo stato d'animo, infatti beve tranquillamente un lungo sorso del caffè e poi disse: "Volevo solo scusarmi per averti fatto finire in questa situazione . Lo so che non è colpa mia" disse fermando Matilde con una mano "Ma vedi, ero così arrabbiato per non esserti riuscito a salvarti o a proteggerti che volevo solo vendicarmi di quelli che ti avevano fatto questo. Volevo fargli del male e ci sono quasi riuscito: ho sparato ad uno dei ladri, ed ora è in terapia intensiva per salvarsi. E non so perché ma non mi sento per niente in colpa. Io... ho paura. Sto diventando un mostro" sussurrò. "Alex, non sei un mostro. Era solo legittima difesa ed eri anche arrabbiato: la rabbia può fare brutti scherzi" disse Matilde. Sapeva però che quelle parole non sarebbero servite per mettere in pace il ragazzo.

"Volevo anche chiederti cosa ne pensassi di quello che ti avevo detto prima che finissi qui in ospedale" aggiunse Alex con voce speranzosa. Matilde sospirò, sapendo che quel momento sarebbe dovuto arrivare in un momento all'altro. "Non lo so Alex, proprio non lo so" disse Matilde appoggiando il proprio braccio sugli occhi. Non voleva vedere la faccia disperata del ragazzo, almeno non in quel momento. O forse non avrebbe mai voluto, ne' ora ne mai.

Vacanze all'isola dei fioriTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang