Capitolo 4 [Revisionato]

81 18 10
                                    

"Mati!!! A ciccia, svegliati che sennò finiscono tutte le brioche al cioccolato!" mi gridò qualcuno nell'orecchio. Aprì a fatica gli occhi ma li richiusi subito dopo essere stata uccisa dall'intesa luce solare che illuminava la camera.

Riuscì ad alzarmi a fatica e a scendere dal letto con versi poco umani, protestando verso la mia amica per il risveglio troppo brusco. "E dai Mati, muoviti! Alle dieci Alex viene a prenderci e sono le nove e mezza" ribattè Ginevra scuotendomi le spalle con energia. "Si si arrivo subito" dissi mentre gli lancia un'occhiataccia di riproverò che purtroppo non notò visto che aveva preso il telefono e aveva iniziato a guardare qualcosa sullo schermo. Eppure deve ben sapere che odio essere svegliata bruscamente!

Borbottando lamentele tra me e me mi trascinai svogliatamente in bagno per lavarmi il viso e pettinarmi con fatica i capelli. Poi dalla valigia che avevo messo vicino al letto presi una salopette e una maglietta bianca con decorazioni floreali, mi truccai leggermente per rendermi un po' presentabile e poi seguii Ginevra fuori dalla stanza, indossando nel mentre dei sandali in cuoio scuro che avevo comprato il giorno prima in un mercato dell'usato e che avevo già brutalmente rovinato. Poveri sandali.

"Finalmente siete arrivati! Mi state salvando" ci sussurrò Leonardo appena ci sedemmo al tavolo. "Perché, che sta succedendo?" chiesi. "I miei stanno letteralmente litigando se dobbiamo portarci la felpa al museo. Classica litigata tra i genitori" sbuffò inviperito.

In effetti Lorenzo ed Elena stavano discutendo, e anche se erano al tavolo del buffet che si trovava dall'altra parte del ristorante, la loro voce rimbombava in tutta la stanza. "Fa freddo al museo!";"Ma che stai dicendo?! Ci sono quasi quaranta gradi fuori!";"Chi è il capo nella relazione?";"Ma cosa vuol dire Elena!";"Se si ammalano è colpa tua, non mia!".

"Dici che dovremmo intervenire?" chiese Ginevra bevendo con gusto il suo caffellatte che aveva ordinato poco prima di venirmi a svegliare. Io e Leo alzammo le spalle: sapevamo che era molto pericoloso intervenire in una litigata fra adulti, ma volevamo anche evitare di mettere in imbarazzo tutti quanti facendoci fare la figura dei cretini. Alla fine decidemmo cosa fare: Leonardo sarebbe andato a prendere le felpe, mentre io e Ginevra avremmo cercato di calmare gli animi di Elena e Lorenzo.

"In bocca al lupo!" disse Leonardo alzandosi dal tavolo e uscendo dalla sala. Io mi scolai velocemente il mio caffellatte, faccemo il nostro saluto di buona fortuna- che avevamo inventato il primo anno di superiori per superare il test di ingresso e che aveva funzionato- e ci dirigemmo verso i due, tremando di paura come se non ci fosse un domani.

Fortunatamente Lorenzo e Elena finirono di discutere senza essersi linciati a vicenda, e anche se c'era un po' di imbarazzo durante la colazione, andò tutto bene. Poi io, Leonardo e Ginevra, armati di felpe e telefoni, uscimmo dell'hotel e aspettammo Alex.

Dopo qualche minuto, una Fiat rossa tirata al lucido si fermò davanti a noi. Il musetto sorridente di Alex compariva da dietro il finestrino e ci fece segno di entrare. Oltre a lui, c'era il padre che era molto più pulito dell'ultima volta che l'avevamo visto, oltre ad indossare un paio di pantaloncini e una semplice maglietta bianca. Appena entrati l'uomo mise in moto l'auto, poi ci chiese se stavamo bene.

"Benissimo signore. Poi le mele che ci ha dato Lucia erano buonissime" dissi felice. "Il tocco magico di Lucia. In qualche modo riesce a rendere tutto squisito, anche dovesse fare un insalata velocemente " disse Pierrick. "Il tocco siciliano papà. Il tocco siciliano" disse Alex scuotendo un dito in aria.L'uomo scoppiò a ridere di gusto. "Alex, hai preso la moneta?" chiese Leonardo. In tutta risposta, il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei jeans un sacchetto, mostrandoci all'interno la moneta pulita e in perfette condizioni. "Alla faccia! Mia mamma ti adorerebbe! Continua a dire che nei lavori manuali sono negata, se vuoi facciamo cambio" disse Ginevra guardandolo sorpresa. Alex rise. "Non preoccuparti, sono felice della mia vita, e nel caso imparerai e migliorerai nelle cosuccie manuali. Mica si imparono subito" disse il ragazzo. "Dillo a mia madre" disse Ginevra sbuffando scocciata. Guardò fuori dal finestrino e Pierrick, per non far calare un silenzio in macchina, fece partire una classica musica greca che riempi la vettura nel giro di un secondo.

Vacanze all'isola dei fioriWhere stories live. Discover now