Capitolo 1 [Revisionato]

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"Mi raccomando Matilde, non fare casini, capito?" disse mia madre guardandomi con severità. Sbuffai annoiata e ricambiai il suo guardo con una "mi prendi in giro?". "Lo so tesoro che sei grande e che sai cosa devi fare o no, ma per favore Mati. Non devi distruggere niente, non disturbare Lorenzo che è stato così gentile ad invitarti, non dire parolacce ad ogni ora... Insomma, fai la brava. E ultima cosa, non mischiarti nei guai" replicò la donna con tono quasi supplichevole, sperando che per una volta la figlia L'ascoltasse e non agisse di testa sua.

"Certo mami, non combinerò niente da qui fino alla fine della vacanza, e se succederà puoi prendere la mia paghetta del prossimo mese. Posso andare adesso? Perdo l'aereo sennò" dissi dopo aver fatto il nostro segno segreto della fiducia.
Rassicurata mamma mi sorrise teneramente e mi tirò leggermente una ciocca di capelli . "Va bene. Allora ciao tesoro. Divertiti e chiamami quando arrivi" disse sorridendo. Le diedi un grosso abbraccio, poi entrai in aeroporto salutandola per l'ultima volta.

Esattamente quattro giorni prima di quel fatidico giorno in aeroporto, io mi stavo godendo l'inizio delle vacanze estive spaparanzata sul divano cercando di non morire di caldo grazie al mio fidato condizionatore e a un bicchiere di Coca Cola con ghiaccio in mano. Sfogliavo annoiata un album di foto su paesaggi, passando poi a chattare con i miei amici su Facebook.

Mi ritrovai in un sito di fotografie e le guardai ammaliata. Si, lo so che sono fissata con le fotografie. Ma è stato da sempre così. Secondo i miei genitori, da piccola riempivo le gallerie dei loro telefono con migliaia di foto sfuocate e di oggetti che non si capiva cosa fossero da quanto erano fatti male: pezzi di pareti con fotografie incorniciate, briciole di pane sul tavolo della cucina, il telecomando sul divano.

Ora, a diciassette anni sono migliorata un sacco con il corso di fotografia al liceo figurativo, tanto che per fare un selfie ci metto un sacco di tempo per trovare la luce giusta.

Oltre a questa mia passione, sono una ragazza abbastanza normale. Alta un metro e sessanta , ho i capelli neri con qualche ciocca tinta di blu, gli occhi di un bel azzurro pieno il naso abbastanza appuntito. Adoro il caffè, la pizza,le spiagge al tramonto e specialmente adoro divertirmi. Quindi le feste di paese e le uscite con gli amici è la cosa più divertente per me.

Ritornando alla storia, stavo navigando su internet quando il mio amico Leonardo, o come lo chiamo io Steven Univers tarocco/ 2.0/ o dei poveri ( lo chiamavo così perché il protagonista del famoso cartone gli assomiglia sia in carattere e un po' in aspetto e anche perché lo guardavamo da qualche tempo) mi telefonò.

"Ciao Steven 2.0" dissi rispondendoli. "Simpatica come sempre Mati" disse lui."Che vuoi? Hai distrutto un'auto di qualcuno e hai bisogno di me per liberarti delle prove?" chiesi ironica. Lui in tutta risposta rise.

Il fatto è che, qualche settimana prima, durante la festa di compleanno di una mia compagna di classe, per scherzare Leo aveva bruciato un tovagliolo e poi lo aveva buttato in uno dei cestini, facendo bruciare l'interno. E io avevo risolto la situazione svuotando all'interno del bidone un'intera bottiglia di acqua minerale. Era per quello che lo prendevo molto spesso in giro.

Dopo esserci ripresi dalle risate iniziamo a parlare di serie Tv da guardare e gossip di compagni di classe, Leonardo mi fece una proposta piuttosto inaspettata. "Io e mio padre andiamo in vacanza in Grecia e ho chiesto se potevo invitare sia te che Ginevra. Ovviamente Ginevra ha accettato, aspetto solo la tua risposta" spiegò lui.

Ginevra, scroccona di merende e di uscite dal 1987, non si sarebbe fatta scappare così facilmente una vacanza in Grecia. "Per me va bene, ma prima devo chiedere ai miei"."Perfetto. Che comunque, ti do un po' di informazioni. Quest'isola si trova nell'arcipelago greco e visto che ha il nome più complicato del mio nome su Twitter, viene anche chiamata Isola dei Fiori per via dei numerosi fiori che trovi OVUNQUE!!! E se lo cerchi su internet, è vero. Comunque, io e mio padre ci andiamo perché mia madre ci va per il suo lavoro di marketing, quindi avevo chiesto se potevo portare le mie fantastiche amiche per fare un po' di cavolate insieme" disse lui."Mi sembra giusto. A dopo allora" dissi io ridendo. "See you later" rispose lui.

E in effetti, quando i miei genitori tornarono dal lavoro quella sera e chiesi se potessi andare con i miei amici in Grecia, accettarono dopo un breve consulto. A quanto pare si volevano liberare di me durante le vacanze, anche se la loro scusa fosse quella di fare qualcosa in estate se non starmene sul divano per tutto il giorno.

Anche se erano tutte delle scuse, felice diedi la notizia a Leonardo. Ed era per questo che quattro giorni dopo mi trovavo all'aeroporto a cercare di rassicurare mia madre sul fatto che non avrei distrutto nulla e che avrei ringraziato un sacco i genitori di Leonardo per quella vacanza. Dopo le innumerevoli regole e "non distruggere niente", mi incontrai con Leo e Ginevra, che io chiamavo anche Gil, davanti al bar.

Ginevra era una bellissima ragazza dai capelli castani chiaro e dagli occhi verdi smeraldo, con migliaia di lentiggini su tutto il viso che le comparivano solo in estate. Era come avere un Enzo Miccio portatile, visto il suo magnifico stile. Insomma, era elegantissima anche se doveva andare a buttare la spazzatura sotto casa e se ti vedeva con un solo capo di abbigliamento fuori posto, eri letteralmente morto: devo ammettere che è un amica abbastanza esuberante in tutte le sfaccettature possibili ed immaginabili. Anche quel giorno era vestita bene: maglietta bianca con un giubbotto senza maniche color legno e dei pantaloncini. Invece io mi ero messa una maglietta a caratteri floreali e dei jeans, ma da come Ginevra mi stava guardando sapevo che mi avrebbe portato a fare shopping pur di migliore il mio armadio. Altra curiosità che mi aveva rivelato tempo prima è che fosse una bravissima pianista che sapeva suonare difficilissimi pezzi con tranquillità, il cui sogno nel cassetto era partecipare almeno una volta a Xfactor. Ovviamente io e Leonardo, insieme ai suoi genitori e parenti, eravamo i suoi ammiratori e speravamo con tutto il cuore che ci riuscisse il quell'impresa. Ma insomma, cosa non riusciva a non fare Ginevra se sapeva quante persone la sostenessero? Quasi nulla effettivamente.

Leonardo invece era un ragazzo dai capelli neri e dagli occhi blu, con il mento affilato e dal fisico abbastanza muscoloso. Andava molto il palestra per via del padre militare, anche se la domenica insieme alla madre e alle due sorelline gemelle andavano a mangiarsi un hamburger in un ristorante. Grazie alle sue conoscenze informatiche, riusciva letteralmente a creare di tutto, da semplici slide per le interrogazioni a cose ben più complicate. Una volta era riuscito ad hackerare un computer di un tizio che a quanto pare aveva rubato dei fondi della nostra scuola. Come abbia fatto, non si sa. Fatto sta che sia i prof che gli alunni lo sfruttavano un sacco sull'informatica. E segretamente ne facevo parte anch'io di quel gruppo informatico clandestino. Inoltre Leo aveva una passione esagerata per i gialli, sia film che libri, tanto che ogni volta che passavamo insieme una serata pizza insieme finivamo sempre a guardare l'ultimo film giallo uscito di recente. Credo che il suo sogno nel cassetto sia di diventare il prossimo Poirot, ma speravo che non lo diventasse visto che non notava neanche la data di scadenza sulle confezioni di cibo che prendeva al supermercato.

"Allora, tutti eccitati per questa vacanza ?" chiesi buttandomi su una delle sedie del tavolino ."E certo" dissero Gil e Leo in contemporanea. Ridemmo tutti e tre. Anche se eravamo diversi uno dall'altro, ci capivamo benissimo. Notai che i genitori di Leo stavano comprando alcuni panini per il viaggio e sperai che non si arrabbiassero con me per essere arrivata troppo tardi, guardando la mia vecchia valigia sperando che potessimo sistemarla a bordo senza troppi problemi. "Per il volo 419 per l'Isola dei fiori, i passeggeri sono gentilmente pregati a dirigersi verso il gate" disse l'altoparlante . Ci alzammo tutti e tre e corremmo verso il gate, dove le hostess ci controllarono i biglietti per poi farci salire con tutta tranquillità sull'aereo.

I nostri posti erano uno di fianco all'altro, quindi non avevamo problemi di chiacchiere interrottamente. Sistemai la valigia sul porta valigie, poi mi sedetti sul sedile, in mezzo ai miei amici. "Chissà quante foto farò in questa vacanza"dissi tutta eccitata, dando poi un colpetto alla mia borsa con il materiale di fotografia. "Io invece spero di avere a fine vacanza un'abbronzatura perfetta" disse Ginevra. Ci girammo tutte e due verso Leonardo che stava cercando di trovare una posizione comoda sul sedile . Lui ricambio lo sguardo con un sorriso compiaciuto in viso . "Io voglio fare un sacco di bagni e mangiare i piatti tipici. Sapessi quanto é buona l'insalata greca" disse lui. "Mi sembra giusto" dissi io convinta.

Sarebbe stata una vacanza fantastica.
Quanto ci sbagliavamo.

Vacanze all'isola dei fioriWhere stories live. Discover now