Chapter 11 - little boy

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Perdonate l'assenza, ma ero in piena sessione🥲.
Non ho revisionato il capitolo come si deve quindi probabilmente si saranno alcuni errori, ma avevo fretta di aggiornare quindi metto le mani avanti😂
Buona lettura 🖤

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Quel giorno, nonostante fossi completamente piena di dubbi e pensieri di varia natura, decisi di andare a parlare con mio fratello Ryan. Lo avevo visto abbastanza diverso in quei giorni. L'episodio accaduto con Ivan non era stato l'unico a destarmi sospetto. Per poco non aveva rischiato di morire cercando di attaccare Sanders e aveva litigato pesantemente con Dominic quando quest'ultimo aveva cercato di calmarlo e parlargli. Erano arrivati a trasformarsi e a combattere seriamente tanta la rabbia e a me non piaceva affatto. Avevo deciso di lasciar lui un paio di giorni per calmarsi e non volevo assolutamente infierire. Ma scaduto quel tempo avevo deciso che era arrivato il momento di parlare seriamente su che cavolo di problema avesse. In quella casa branco c'era già un ordigno nucleare pronto ad esplodere in ogni momento per la minima cazzata, non ne serviva un altro.
Bussai alla porta della sua camera e attesi pazientemente che venisse ad aprire. Non ricevendo alcuna risposta aprii leggermente la porta e sbirciai dentro. Annusai l'aria e percepii l'odore del mio fratellino dappertutto, misto a quello dolce e delicato di Keilani. <<Ry.>> lo chiamai. <<Bagno.>> sentii urlare da dietro la porta accanto al letto. Mi sedetti su di esso e aspettai pazientemente che mio fratello uscisse. La sua camera era un cazzo di disastro. E controllando bene, mancavano circa le mezze cose di Keilani. <<Sei tu.>>
Mi voltai di scatto, trovandomi davanti mio fratello in mutande. <<Ehi.>> gli sorrisi con calma. Se fossi partita in quarta lo avrei innervosito e avrei risolto il resto di niente. Picchiettai la mano sul materasso accanto a me, in un chiaro invito ad accomodarsi. Sospirò e si passò una mano tra i capelli per poi sedersi accanto a me.
<<Ti ho visto strano ultimamente, va tutto bene?>>
Lo vidi grattarsi il mento in un movimento nervoso. Evitava di guardarmi negli occhi e questo perché ero sempre stata brava a leggerli. <<Non voglio parlarne.>> disse. Alzai gli occhi al cielo e sospirai.
<<Non voglio forzarti a parlare, voglio che tu lo sappia...>> iniziai facendo una piccola e veritiera premessa. Mi spostai per poterlo guardare meglio in faccia e finalmente catturai il suo sguardo. <<Ma hai esagerato. Prima Ivan, poi Sanders e addirittura Dominic. Tu non sei così Ry, non lo sei mai stato e sono preoccupata. Voglio solo sapere se stai bene.>> confessai a cuore aperto. Lui non parlò per un bel po di secondi, lasciandomi lì a sperare di ricavare qualcosa da parte sua. <<Kei se ne vuole andare. Ha detto di voler andare al college e molto probabilmente andrà negli Stati Uniti.>> sganciò la bomba. Si girò a guardarmi, gli occhi lucidi e l'espressione di chi sta cercando in ogni modo di non crollare. Gli presi la mano e gliela strinsi forte. <<Ava, se mi lascia io che faccio?>> sussurrò. Me lo strinsi addosso in un abbraccio spacca ossa. Non potevo nemmeno immaginare cosa stesse provando in quel momento. <<Non ti lascerà Ry. Keilani ti ama e il fatto che vada a studiare in un altro stato non significa che chiuderà la vostra relazione.>> lo rassicurai staccandomi per guardarlo in viso. Gli feci una carezza sulla guancia mentre lui continuava a stringermi l'altra mano. Le pensavo per davvero quelle cose. Anche se umana, Keilani riusciva a percepire il legame che c'era tra lei e Ryan, non come lui certo, ma lo sentiva. E legame a parte, si vedeva lontano un miglio che Keilani era innamorata persa di mio fratello. <<Sta solo seguendo il suo sogno e se la ami devi sostenerla, perché è così che deve essere.>> dissi. Sorrisi subito dopo destando la sua curiosità. <<E poi puoi andare a trovarla ogni volta che vuoi. Se ti trasformi e corri non serve nemmeno che paghi il biglietto aereo.>> ridacchiai contagiandolo. Poi si fece immediatamente serio. <<E se andassi con lei?>> chiese di punto in bianco. Presi un respiro e feci finta di pensarci su. Non avevo esperienza in campo umano, ma ero sicura che quelle era un'esperienza molto bella per Keilani e doveva viverla come meglio credeva, senza avere tra i piedi mio fratello. Sapevo cosa significava avercelo sempre alle calcagna, ad ogni passo, e non era né piacevole, né divertente. <<Ti direi che per quanto mi riguarda puoi andare dove vuoi, ma penso che Keilani debba farlo da sola, vivere la sua esperienza in piena serenità senza averti tra i piedi.>> corrugò la fronte e lo vidi irrigidirsi infastidito. Subito mi spiegai meglio. <<Cacchio, no non intendo che deve tradirti o cose del genere!>> mi affrettai ad esclamare. <<Solo che deve avere il suo spazio e fare un'esperienza da umana normale. Non metterle limiti. Se tu fossi lì con lei tutto il tempo, metà delle cose che vorrebbe fare non le farebbe, non perché voglia tenerti allo scuro, ma perché preferirebbe passare il tempo con te piuttosto che vivere la sua vita da normale universitaria.>> cercai di farmi capire meglio e sperai con tutto il cuore di esserci riuscita perché non sapevo più che parole usare. Lo guardai e lo vidi annuire debolmente. <<Hai ragione.>> si arrese ed io tirai un sospiro di sollievo. Dentro la mia testa stavo per mettermi a fare la danza della vittoria, ma gliela risparmiai almeno quella visita. <<Devo andare a chiederle scusa, abbiamo litigato ed é tornata in città.>> disse alzandosi. <<Vai e non fare ancora cazzate.>> lo avvertii alzandomi a mia volta. Mi fece un sorriso di gratitudine mentre infilava i pantaloni. Lo salutai con un gesto della mano e mi allontanai, ma non prima di avergli urlato un "ti voglio bene" dal corridoio. Ricevetti un "anche io" e soddisfatta scesi al piano di sotto. Entro pochi minuti sarei dovuta andare a lezione con Ivan, ma non sapevo se se la sentiva quel giorno. Dopo ciò che aveva fatto Aidan, capivo se voleva prendersi una pausa.
Entrai in cucina e mi diressi al frigorifero. Presi un bel bicchiere di succo d'arancia e mi rinfrescai. Era così buono, era da quando aspettavo Fabian che ne andavo matta. Stavo per sedermi quando improvvisamente qualcuno sbatté la porta che dava sull'esterno. Catherine la tenne aperta urlando a qualcuno di sbrigarsi. <<Ma che diavolo succede?!>> sbottai. Capii immediatamente quando Skarsgård entrò. <<Santa madre!>> esclamai inorridita. Aveva la maglietta zuppa di sangue, ma non era suo. Portava tra le braccia un bambino. Poteva avere all'incirca nove o dieci anni ed era in condizioni veramente gravi. <<Ma che cosa è successo?>> domandai con le lacrime agli occhi. <<Lo abbiamo trovato nel bosco, è umano ma ancora per poco.>> spiegò Skarsgård. Non lo avevo mai visto così pallido e sotto shock. <<Corro a chiamare Clara, portalo alla clinica.>> ordinò Cat correndo per la casa. Andai con lui. Il bambino alternava momento di coscienza in cui gemeva e quasi urlava a secondo di incoscienza in cui si accasciava completamente sul petto di Skarsgård.
<<È stato un Alpha. Posso sentire il suo lupo nascere e scalpitare per uscire fuori.>> mormorò. Guardai quel bambino e mi venne voglia di piangere. Era così bello e piccolo. Chi mai aveva potuto fare una cosa del genere? Aveva una divisa da scout, una di quelle con tante spille colorate. Era stracciata, logora e sporca di sangue fresco che continuava a uscire fuori dagli squarci sul suo petto e sulla pancia.
<<Mostri.>> mormorai addolorata. Avrebbero pagato. <<Se non riusciamo a fermare l'emorragia e curarlo morirà.>> disse e sentii qualcosa spezzarsi nel mio petto. Aprii la porta della clinica ancora in costruzione e non del tutto completata e lo feci entrare. Lo adagiò su un lettino e sembrava ancora più piccolo di quanto non fosse. Aveva i capelli biondi e lisci e un visetto paffuto. <<Faremo il possibile.>> dissi guardando Skarsgård negli occhi. Non lo avevo mai visto così sconvolto e preoccupato. Mi sedetti vicino al bambino e gli accarezzai la fronte. Scottava da morire. In attesa che arrivasse Clara presi una bacinella con dell'acqua fredda. Ci inzuppai uno straccio dentro e lo appoggiai sulla fronte del bambino. Con un paio di forbici tagliaci ciò che restava della divisa e scoprii del tutto le ferite, così Clara non avrebbe perso ulteriore tempo a farlo. Dopo nemmeno due minuti la rossa entrò in camera correndo, seguita da Cat ed Aidan. Andai da lui e gli strinsi un braccio. <<È grave.>> sussurrai. <<Ce la farà.>> disse abbracciandomi.
<<Non può reggere sia questo che la trasformazione. È un bambino umano.>> diedi voce alle mie preoccupazioni. La trasformazione era già un momento difficile e molto delicato per un qualsiasi licantropo, figurarsi per un bambino umano oltretutto in fin di vita. Serviva un miracolo.
Clara iniziò a muoversi frettolosamente nella stanza e a dare ordini a chiunque fosse in grado di aiutarla. Ripulì le ferite del bambino e mi si mozzò il respiro nel vedere quanto profonde fossero. Aveva anche numerosi morsi sulle braccia e sulla spalla sinistra. Clara iniziò a ricucirlo, ma il bambino iniziò a rinsavire e Skarsgård ed Aidan furono costretti a tenerlo fermo fin quando Clara non riuscì a fargli una leggere anestesia. Cat era in lacrime, era disperata. L'abbracciai cercando di trattenermi.
<<Che Odino lo protegga.>> sentii sussurrare a Skarsgård dopo che l'anestesia fece effetto. Gli diede una carezza sul volto e si allontanò, arrivando al nostro fianco.
Clara cercò di fare il possibile. Le ferite erano tutte disinfettate, ricucite e bendate. L'unica cosa da fare era aspettare che guarissero e cercare di ritardare il più possibile la trasformazione, il tempo di far almeno riacquistare le forze al bambino.
Catherine decise di restare con lui mentre noi cercavamo un modo per aiutarlo. <<Sapete quantomeno chi sia o se qualcuno lo sta cercando?>> domandai. <<Max e Tyson sono appena tornati dalla foresta. Per ora lo stanno cercando solo gli altri bambini e il caposquadra.>> disse Aidan. <<Da quanto hanno capito si chiama Bryan e quella non era un semplice gruppo scout. Collaborano con l'orfanotrofio St. George, nessuno di quei bambini ha genitori.>> continuò. Mi si strinse il cuore, dannatamente tanto. <<Quindi nemmeno il nostro Bryan li ha.>> mormorò Skarsgård. <<Se dovesse sopravvivere, non possiamo rimandarlo lì. Ormai abbiamo appurato che diventerà come noi e sapete meglio di me che sarà una mina vagante. Dovrà rimanere qui.>> mi girai a guardare Ulrik che aveva appena parlato e nonostante mi dispiacesse strappare quel bambino dalla sua normale vita, aveva ragione. <<E poi qui è meglio che in un orfanotrofio, saremo la sua famiglia.>> aggiunse.
Mi presi qualche secondo prima di riunirmi alla conversazione, per pensare cosa fosse giusto fare.
Non volevo trascinarlo per i capelli in questo mondo ed isolarlo completamente dal suo. Non era giusto. Sarebbe stato un trauma non indifferente.
<<Ora pensiamo a come rallentale la sua trasformazione.>> ordinò Aidan. Ecco quella era un'altra questione alla quale non avevo la minima soluzione. La prima trasformazione era qualcosa di naturale, di invasivo, distruttivo e non si poteva controllare. Come diavolo avremmo fatto a rallentarla? Era una cosa impensabile.
<<Se lo tenessimo sedato fin quando guarisce?>> propose Ulrik. Storsi il muso. <<Potrebbe essere una soluzione se la guarnizione avvenisse in maniera più rapida. Non gioverebbe al bambino rimanere sotto sedativo per troppo tempo. È come se lo mandassimo in coma, penso sia pericoloso.>> risposi. <<E se accelerassimo la sua guarigione?>> ribatté e tutti ci girammo a guardarlo. <<Il ragazzo è vicino alla trasformazione no? Questo gioca a suo sfavore ma anche a suo favore. La sua guarigione è già più veloce rispetto ad un comune umano, ha già il suo lican dentro di se.>>
Non aveva del tutto torto. <<Però non è così veloce da farlo guarire nel giro di un giorno. É molto debole ed il suo sangue è ancora in gran parte umano.>> gli ricordai. Inarcò entrambe le sopracciglia e ghignò.
Corrugai la fronte non capendo dove volesse andare a parare. <<Penso che questo si possa risolvere.>> disse. Aidan sospirò e si sfregò gli occhi. <<Cosa stai suggerendo?>> domandò.
<<Vuole che qualcuno di noi dia parte del suo sangue al bambino per aiutarlo. Potenzierebbe le sue capacità, lo aiuterebbe a guarire prima e la trasformazione non lo ucciderebbe.>> chiarì Skarsgård a tutti noi. Era appoggiato alla massiccia scrivania di Aidan con aria pensierosa. <<Ma non del comune sangue.>> puntualizzò il biondo. <<Sangue d'Alpha.>> mormorai. Ulrik annuì, facendo calare il silenzio.
Non avevamo la certezza matematica che avrebbe funzionato, ma almeno era una possibilità. Era sempre meglio che aspettare inermi la morte del bambino.
<<Ci sto. Darò il mio sangue al bambino.>> ammise Aidan. Lo guardai orgogliosa e gli feci una carezza sul braccio. Sapevo che sotto sotto aveva un cuore d'oro. <<No.>> mi girai di scatto in direzione di Skarsgård. <<Cosa?!>> mi uscì spontaneo. Alzò il suo sguardo di ghiaccio su di me e fece un mezzo sorriso. <<Darò io il sangue. Sono Alpha da più tempo di te e il bambino l'ho trovato io.>>
Okay, quello di sicuro non me lo aspettavo. E in base alle espressioni degli altri presenti nella sala, nemmeno loro. <<Okay.>> mormorò Aidan.
<<Dobbiamo farlo il prima possibile. Sei pronto?>> gli chiese poi. Skarsgård ghignò. <<Sono nato pronto.>>

Alpha's snarl - the revenge of the true heirWhere stories live. Discover now