Chapter 15 - Unlock your power

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Una settimana. Mancavano solo sette giorni all'incontro con Aslan. Nella mia mente riuscivo a percepire lo scorrere del tempo, minuto dopo minuto, ora dopo ora. Ero così in ansia da non dormirci la notte. Ero ossessionata da quella storia, non ce la facevo più. Avevo i nervi a pezzi e mi allenavo tutto il giorno tutti i giorni. Ero davvero al limite, ma dovevo essere pronta. Aidan cercava di tenermi lontano dal cortile per impedirmi di andare in mille pezzi e non facevamo altro che litigare. Non volevo passare quei giori con lui in quel modo, ma non capiva. Lo stavo facendo per lui, per Fabian e per il branco. In compenso ero migliorata moltissimo, tutta la pratica che stavo facendo stava dando i suoi frutti. Naturalmente non era mai abbastanza per Ivan, che non perdeva occasione di ricordarmi quanto fossi debole, lenta e "poco letale". Sapevo che lo faceva per spronarmi ma sentirmi dire continuamente che quello che facevo non era mai abbastanza era mortificante. <<Non ti piace la zuppa?>> mormorò Sanders, seduto accanto a me. Mi girai a guardarlo <<Non ho fame.>> dissi, lasciando il cucchiaio sul bordo de piatto. Non avevo molto appetito qul giorno, come da un periodo a quella parte. <<Devi mangiare, altrimenti come pretendi di essere in forze per i tuoi allenamenti?>> continuò. Gli lancia un'occhiataccia, ci mancava solo lui. Sospirai e mi lasciai andare con la testa contro lo schienale della sedia. <<Ha ragione.>> mormorò Aidan. Mi girai a guardare male anche lui che ricambiò la mia occhiataccia con un sopracciglio alzato. Avevo troppa ansia per mangiare, quei giorni erano un vero inferno. Era come stare in un limbo, dove non vi era nè pace, nè guerra. Mi sentivo davvero svuotata di ogni speranza, non riuscivo a vedere la luce infondo al tunnel, nessun futuro. Era come essere circondata dal buio più totale, nessuna scintilla di luce. Ne erano successe così tante in quell'ultimo anno che quell'avvento di una nuova guerra era davvero l'ultima delle disgrizie. Ce la mettevo tutta ad allenarmi, a migliorare e la mia voglia di vendetta era davvero tanta e non vedevo l'ora di uccidere Aslan... Ma poi c'erano momenti come quello in cui mi lasciavo andare allo sconforto e i pensieri avevano la meglio su di me. Mi divoravano e non riuscivo a riprendere il controllo del mio stato d'animo. Non vivevo un attimo di tranquillità da quando... Già, da quando? Non lo riuscivo nemmeno a ricordare. <<Dai mamma fallo per me.>> mi girai verso Aidan e vidi che teneva Fabian tutto sbavato davanti la faccia, imitando una voce infantile. Mi scappò un mezzo sorriso. Che idiota. Acchiappai un baccio del bambino e lo mangiai di baci, strappando un sorriso anche all'unica creaturina che mi regalava i pochi attimi di gioia in quel momento di merda. <<Sei una polpetta.>> mormorai pizzicandogli una guancia. Mi guardò male, emettendo un verso poco contento a causa del pizzicotto. Aidan sbuffò dietro di lui. <<Ma cosa dici, questi sono bicipiti: guarda!>> e piegò il braccio di Fabian, mostrando i suoi rotolini deliziosi. Quella volta mi lasciai andare ad una risata e gliene fui grata. Incrociai i suoi occhi verdi ricolmi di amore e non servirono parole. Lui era lì. Ed io gli ero grata per quelle improvvisate. Sospirai ed afferrai il cucchiaio, iniziando a mangiare quella zuppa. Effettivamente era molto saporita, ma il mio digiuno dipendeva da tutt'altri fattori.

Dopo pranzo tornammo ognuno alle proprie faccende, Aidan dovette sbrigare alcuni compiti riguardanti i suoi immobili in città e il branco, mentre io tornai ai miei allenamenti con Ivan che continuava a sbraitarmi dietro come il peggiore degli animali. Ad un certo punto iniziai a pensare di far "capitare un incidente" per toglierlo di mezzo, ma poi pensai che il suo sapere mi era ancora utile, perciò cambiai idea. <<Devi metterci più forza, cosa non capisci di questa semplice frase?>> ulrò. Sospirai, sul punto di tirargli un dardo di ghiaccio alla gola. <<Ci sto provando e non mi aiuta essere mortificata in questo modo!>> urlai di rimando. Lui si passò una mano sulla barba chiara, frustrato e quasi annoiato dalle mie repliche. <<Sei una viziata e un'illusa se pensi che ti tratterò con i guanti. Il tempo stringe e tu sei a malapena un diversivo. Devi sbloccarti Ava cazzo, nessuno ti darà il tempo di giustificarti in guerra.>> sputò acido, alzando il tono della voce mano a mano che le parole lascivano la sua bocca. <<Lo so!>> urlai facendo piombare entrambi nel silenzio più totale. <<Credi che non lo sappia che non sono abbastanza? Che potrei far morire tutti se non sarò brava abbastanza?>> lui mi gurdò in silenzio, ascoltando paziente la mia sfuriata. <<Vivo con questa angoscia da quando so di essere "la chiave" e credimi quando ti dico che sono sopraffata. Questa è una cosa più grande di me e mi sta distruggendo, cavolo!>> conclusi con il fiatone. Non volevo piangermi addosso e né tantomeno volevo la sua pietà, ma ne avevo davvero le scatole piene. Mi guardò in silenzio e per un momento mi parve di vedere un minimo di comprensione nei suoi occhi. Ma quella luce svanì velocemente così come apparve. <<Tutti andiamo incontro a cose più grandi di noi. Prima lo capisci, meglio è. Ora se hai finito datti da fare, non abbiamo tempo da perdere.>> mormorò. Sospirai e mi passai una mano sul viso, scocciata dal suo comportamento irritante. Ma non aggiunsi nient'altro, tornai a lavoro e lasciai cadere la conversazione. <<Ora fammi un muro Ava, voglio una cazzo di muraglia intorno a questa casa e la voglio ora.>> ordinò. Oh 'fanculo... Pensai. Mi aveva rotto. Alzai le braccia al cielo e senza pensarci un minuto di più iniziai a ad alzare un muro davanti la casa branco. <<Bene, hai migliorato i tempi.>> constatò <<Ora non fermarti, lo voglio più spesso e resistente. Non deludermi Ava so che ce la puoi fare.>> mormorò e per la prima volta udii un po' d'incoraggiamento nel suo tono di voce. <<Sbloccati Ava, fallo e sarai padrona di te stessa. Non avere paura del tuo potere, abbraccialo e rinascerai.>> continuai. Accolsi le sue parole come un mantra e ci provai, misi tutta me stessa per abbattere le barriere mentali che mi ero costruita ne tempo. Il mio era un dono e davvero volevo che fosse tale dovevo abbracciarlo, proprio aveva detto Ivan. Basta avere paura. Ero una Luna e se la Dea mi aveva messo davanti quella difficoltà significava che ero in grado di affrontarla, niente capitava per caso. Sentii qualcosa scattare dentro di me. Il mio sangue iniziò a pulsare velocemente nelle vene e una nuova forza mi pervase il corpo, rigenerandomi. <<Così Ava, così cazzo.>> urlò ringhiando. Un vento gelido si alzò nel cortile, facendomi volare i capelli dietro le mie spalle. Aprii gli occhi, che non mi ero accorta di aver chiuso, e finalmente la vidi. La barriera, la mia barriera. Sorrisi, come non facevo da tanto tempo e mi sentii orgogliosa di me stessa come non mai. <<Oh Dea ce l'ho fatta!>> eslamai. Mi scappò una risata, guardando il mio capolavoro. Era altissima, circondava tutta la casa branco ed era così spessa da sembrare una costruzione medievale. Abbassai le braccia, cessando la crescita della barriera. Mi girai, euforica, a guardare Ivan. I suoi occhi brillavano e lo vidi sorridere. Iniziò a battere le mani. <<Questo è quello di cui parlavo Ava. Vedi cosa succede quando mi ascolti? Questa è una barriera!>> urlò euforico più di me. Poggiai una mano sul ghiaccio freddo, sentendolo forte e gelido sotto il palmo della mano. Ero così orgogliosa. << Ora distruggila.>> disse e il mio sorriso si spense. <<Cosa?>> domandai di getto girandomi a guardare i suoi occhi azzurri. Lui annuì, confermando le sue parole. <<Devi essere altrettando veloce a distruggere le tue creazioni nel caso fossero d'intralcio. Se la barriera non dovesse funzionare devi distruggera in modo che il combattimento sia più scorrevole.>> spiegò.  <<Dovrai creare qualcos'altro che aiuti i tuoi lupi.>> confermò. Lo guardai e annuì, stranamente aveva ragione. Dovevo essere pronta a qualsiasi cosa dopotutto... Alzai le mani e le incrociai, facendo scoppiare la barriera in una pioggia di ghiaccio. <<Bene.>> disse compiaciuto. <<Ora che hai finalmente sbloccato la parte più recondita del tuo subconscio, voglio vedere cos'altro sei in grado di fare.>> <<Va bene.>> dissi ritrovando la concentrazione. Mi aspettava un lungo pomeriggio.

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⏰ Last updated: Apr 27 ⏰

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Alpha's snarl - the revenge of the true heirWhere stories live. Discover now