Chapter 7 - You're like him

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<<Concentrati, ragazzina.>> urlò quasi Ivan. Quell'uomo si era rivelato essere poi lo stesso figlio di Romanov, l'uomo con il mio stesso potere di cui mi aveva parlato Skarsgård. <<Visualizza nella tua mente ciò che vuoi fare. Guardalo mentre prende forma nel tuo cervello e canalizza quella volontà nelle tue mani.>>. Presi un respiro profondo, rilassando i nervi. Alla fine stavamo iniziando con qualcosa di semplice a suo dire. Non dovevo creare un muro o un'esplosione come l'ultima volta. Dovevo semplicemente dare forma ad un inutile e piccolo fiocco di neve. <<Devi avere il controllo, non possono essere sempre le tue emozioni a scatenare il tuo potere.>> continuò. La sua voce risuonava in mezzo agli alberi della radura che avevamo scelto come luogo di allenamento. Eravamo a circa due ore di auto dalla nostra casa-branco, nel caso avessi perso il controllo. Avremmo preso due piccioni con una fava: io mi sarei allenata e allo stesso tempo avrei allontanato i giornalisti e i ricercatori dal nostro territorio, attirandoli lontano da casa. In quel momento c'eravamo io, Ivan, Aidan e disgraziatamente Ulrik. Ivan aveva un piano in testa e aveva insistito per un assurdo motivo ad avere Ulrik con noi. Era da quando era arrivato, ovvero da due giorni, che non la smetteva di osservare e studiare tutti. Evidentemente aveva visto qualcosa in lui di speciale tanto da farlo essere presente anche quel giorno al mio primo allenamento.
Lasciai fuori la sua voce dalla mia testa e chiusi gli occhi. Cancellai le loro facce dai miei occhi e mi concentrai su un'unica ed importante cosa: il fiocco di neve. Lo immaginai nella mia testa, tutto frastagliato e bianco. Immaginai la pelle fredda del mio palmo a contatto con la neve. Lo immaginai fare una lenta e dolce discesa. E poi... <<Apri gli occhi.>> feci come ordinato da Ivan e lo vidi. Un piccolo e freddo fiocco di neve cadeva delicato sulla mia mano a mezz'aria. Sorrisi, più felice che mai. <<Oh Luna ce l'ho fatta!>> risi. Guardai Aidan al settimo cielo e vidi i suoi occhi brillare di orgoglio e felicità. Il suo sguardo m'incoraggio, era un incentivo per continuare a lavorare sodo. Mi girai a guardare Ivan che mi guardava inespressivo. <<Okay, ci serve ben altro... Non capisco tutta questa felicità per un misero fiocco di neve. Dov'è il gelo e dov'è la tempesta?!>> ringhiò Ulrik, interrompendo il mio momento. Ed eccolo che spazzava via la magia come al solito. Persi il sorriso. <<È un buon inizio. È la sua prima lezione, Rik!>> ringhiò di rimando Aidan.
<<Abbiamo bisogno che esploda, dobbiamo allontanare tutta quella gente da casa nostra. Non siamo al sicuro, Aidan.>> spiegò Ulrik. Mi lanciò un'occhiata per poi sospirare e continuare <<Non gliene faccio una colpa perché so cosa significa non avere il controllo, ma abbiamo disperatamente bisogno che ora lo acquisti e che faccia di questo posto una ghiacciaia.>> concluse. <<Ha ragione.>> dissi contro ogni previsione. <<Ah?>> si voltò sconvolto Ulrik, contemporaneamente ad Aidan. Questa cosa fece sorridere Ivan. Presi un respiro profondo. <<Per quanto già questo sia un grande passo per me, Ulrik ha ragione.>> annuii verso la direzione del biondo. Mi voltai a guardare Ivan, prendendo consapevolezza di un particolare. <<Se non riesco a domarlo, allora fatemi esplodere. Fatemi perdere il controllo per questa volta, quando avremmo allontanato tutti da casa nostra ci concentreremo a ritrovarlo.>> spiegai. Aidan mi guardò preoccupato, sapeva quanto mi facesse fisicamente male e glielo leggevo in faccia che non voleva compiere quel passo.
Non voglio che tu lo faccia.
Sentii la sua voce nella mia testa. Lo guardai con dolcezza, avvicinandomi a lui. <<Andrà tutto bene.>> lo rassicurai prendendogli le mani. Mi strappò un veloce bacio e sospiro. <<Come facciamo?>> chiese poi, arrendendosi. Ivan si rivolse a me, osservandomi prima di parlare. <<Solitamente cos'è che ti fa perdere il controllo?>> domandò. Scrollai le spalle. <<A volte capita dal nulla, non serve essere preda di forti emozioni. Altre volte a causa della rabbia o della tristezza.>> spiegai. <<Rabbia...>> sussurrò Ivan tra se e se. Il sorriso che comparve sul suo volto mi mise in allerta. <<Sapevo che mi saresti tornato utile.>> ghignò in direzione di Ulrik. <<No dai...>> sospirai intuendo tutto. Alzai gli occhi al cielo odiando ciò che stava per succedere. <<Devo vomitarle addosso le peggiori cattiverie che mi passano per la testa?>> sorrise Ulrik. Ivan annuì ed io mi passai le mani sul viso. <<Perché non sei arrivato prima?>> ironizzò guardando prima lui e poi me. Aidan mi si avvicinò. <<Non ci sto. Non voglio che ti offenda.>> ritornò sul suo categorico no. <<Non riuscirò ad essere impassibile, lo sai bene.>> continuò.
Fermai le sue mani che continuavano a gesticolare nervosamente. Sapevo che avrebbe reagito e molto probabilmente lo avrei fatto anche io prima di scatenare una bufera, ma era un male necessario.
<<Va tutto bene. Lo farà solo per aiutarmi a perdere il controllo. Non mi sentirò offesa e non mi farà alcun male.>> spiegai con un timbro di voce calma per trasmettere un po' di pace anche a lui. <<Io...>> provò a dire, ma lo interruppi con un cenno del capo. <<Niente tu, Aidan... Questa volta tocca a me.>> sussurrai. Gli baciai una mano e gli feci una carezza, prima di andare incontro ad Ulrik. <<Sappi che metà delle cose che ti dirò non le pensò più, perciò...>> lasciò la frase in sospeso. Le cose erano leggermente cambiate tra noi due in quegli ultimi tempi, ma non erano ancora del tutto rose e fiori, anche se su molti aspetti Ulrik si era ricreduto su di me e viceversa. <<Vai.>> dissi dopo aver preso un respiro profondo.

Alpha's snarl - the revenge of the true heirWhere stories live. Discover now