Chapter 5 - let it snow

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Passarono circa due giorni dal mio risveglio quando dovetti salutare Skarsgård. Con lo zaino in spalla e la sua fidata pelliccia sottobraccio, l'uomo era partito alla volta di Ojmjakon in cerca di informazioni necessarie. Gli dovevano dannatamente tutto. Cat versò qualche lacrima vedendolo andare via, ma si consolò immediatamente quando le lasciai Fabian. Avevo intenzione di rimettermi in carreggiata. In tutto e per tutto. Era da molto che non scendevo in palestra, da un anno tipo e non era da me. Quando era ancora tutto normale e la mia unica preoccupazione era non farmi beccare da mio padre nelle mie passeggiate notturne, scendevo quotidianamente in palestra ed ero molto allenata al combattimento, anche se praticamente non mi era permesso combattere in guerra. Mi ero rammollita e volevo ricominciare a tirare cazzotti e ad azzannare lupi. Mi cambiai, mettendo qualcosa di più comodo e trascinai i miei fratelli e le loro compagne nel cortile, dove si stavano allenando anche Aidan e gli altri guerrieri. <<Pronta sorellina?>> mi chiese Dom dandomi una gomitata. <<A farti a pezzi? Ovviamente!>> esclamai ridendo. Era più che ovvio che non riuscissi a batterlo dopo un anno di fermo, ma sapevo ancora il fatto mio e la tecnica non si dimentica da un giorno all'altro. Ryan mi arrivò alle spalle, sussurrandomi all'orecchio. <<Ricordi cosa ti ho detto una volta? Non farti guidare dalla rabbia. Sai come combatte, sai i suoi punti deboli. È un gigante ma con un po' di astuzia lo distruggi.>> mi diede una pacca e mi baciò sulla fronte. Lo ringrazia silenziosamente e mi raccolsi i capelli. Aidan si era accorto della nostra presenza e si era avvicinato, lasciando i guerrieri nella mani di Ulrik: poveri loro!
Era tutto sudato e senza maglietta. Doveva andarsene era fonte di distrazione. <<Falle male e ti sotterro nel mio cortile.>> minacciò Aidan mio fratello. <<E tu minaccialo ancora e ti faccio diventare un desaparecido.>> ringhiò Liana, facendo calare il silenzio sul gruppo. Aveva minacciato un Alpha nel suo territorio, davanti alla sua Luna e alla sua famiglia. Non un Alpha qualsiasi. Ma la Bestia. Mi sentii il sangue gelare nelle vene per un istante. Aidan non era ancora in pieno possesso del controllo dei suoi poteri e solo la Dea ed io sapevamo di cosa fosse capace. Lei perché lo aveva creato ed io perché avevo provato sulla mia pelle la collera della Bestia, anche se in quel momento era in possesso del corpo di mio padre.
Ci bloccammo tutti quanti a guardare fissi verso Aidan in attesa di una sua possibile reazione, tutti in allerta. Poteva scattare a tradimento da un momento all'altro. Quando scoppiò a ridere, dopo interminabili secondo di silenzio e sguardo assassino, lo guardammo tutti sconcertati. <<Mi stai simpatica ragazza.>> esordì facendo sorridere Liana e facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti. Lei era l'unica a non aver sudato freddo, degna figlia di suo padre: faccia tosta e coraggio da vendere. <<Ma abbassa le ali nel mio territorio. Abbaio e mordo.>> la minaccio velatamente ed io fui costretta a stringere la presa sul braccio di mio fratello. Ryan gli tappò la bocca con la mano giusto in tempo prima che si scatenasse una rissa. <<Allora combattiamo?>> cambiai discorso, trovando il consenso di tutti. Diedi uno sguardo a Keilani che mi incoraggiò con lo sguardo a vincere quel "duello".

***

<<Non ricordavo facesse così male.>> mormorai sdraiata a terra, vicino a mio fratello. <<Mi hai spezzato le gambe nanerottola, è andata meglio a te.>> ringhiò Dom con l'affanno. Ancora non avevo capito se quella fosse solo una pausa o avevamo finito di darcele di santa ragione per quel giorno. Mi aveva atterrato per un numero indefinito di volte, ma io gli avevo dato pane per i suoi denti, cercando di rimanere con la mente concentrata. Ero sudata e i miei vestiti erano ormai zuppi di sudore. <<Menomale che eri arrugginita.>> commentò a bocca aperta Keilani, porgendomi gentilmente una mano per aiutarmi a rialzarmi. Ryan batté le mani, mentre Liana se la rideva sotto i baffi mentre prendeva amorevolmente in giro Dominic. Lo sguardo che invece mi dedicò Aidan era di pura estasi e di orgoglio. Erano rare le volte in cui lo vedevo rivolgermi quello sguardo ed era dannatamente gratificante. <<Bella pappa molla sei diventato, fratello...>> ridacchiò Ryan. <<Prova tu a schivare i calci dietro al ginocchio di quella piccola vipera!>> cercò di difendersi. <<Non mi ci far pensare ti prego, ne ho presi abbastanza da piccolo.>> continuò, toccandosi istintivamente la parte chiamata in causa. Quello era un posto che colpivo sempre. Destabilizzava l'equilibrio fisico dell'avversario rendendolo vulnerabile per secondi che sarebbero potuti essere fatali in guerra. Qualche insegnamento mi era rimasto dopotutto. Quando si combatteva a casa mia, si faceva sul serio. In guerra nessuno badava alle regole e alle mosse vietate, si colpiva per uccidere e per non farsi uccidere. Era una pura e semplice questione di sopravvivenza.
<<È abituato a farsi massacrare!>> esclamò Liana, punzecchiando un fianco a mio fratello. Lui si contorse e trattenne una risata: era dannatamente sensibile al solletico. <<Cos'è questa storia?!>> esclamò confuso Ryan. <<Succede che ogni volta che combatto con la mia compagna, evito di farle male e da buon cavaliere la lascio sempre vincere.>> spiegò, guadagnandosi un'occhiataccia dalla ragazza. Ghignai. <<Falso. Se ti ho quasi stracciato io non oso immaginare lei!>>
Dominic mi regalò un'occhiata di sbieco. <<Tesoro, ci sono andato dannatamente piano con te.>> inarcò un sopracciglio. <<Falso anche questo.>> mi fece eco Liana. Mi piaceva quella complicità che si stava creando. <<È un complotto contro di me?>> chiese offeso, facendo scoppiare a ridere sia me che gli altri. Tranne Aidan naturalmente, era troppo concentrato a fissarmi la maglietta appiccicata addosso dal sudore che a badare ai discorsi di mio fratello. Gli lanciai un'occhiata  lasciva e ghignai. Lui inarcò le sopracciglia come a dire "mi stai sfidando?". Mi morsi il labbro, continuando a guardarlo e distrattamente mi sciolsi i capelli, scuotendoli leggermente con le mani. Lui si schiarì la voce.
Ti salto addosso indipendentemente dalla presenza dei tuoi fratelli e del resto del branco.
Sentii dire dentro la mia testa. Guardai nella sua direzione e lui mi guardò con un sopracciglio inarcato. Era dannatamente bello in tenuta ginnica. E poi senza maglietta... Le cicatrici sul petto e sulla schiena lo facevano sembrare ancora più bello.
Mi schiarii la voce. <<Scusate ma vado a fare una doccia. E poi ho un bambino a cui badare quindi...>> lasciai la frase in sospeso e indicai la porta. <<Vengo anch'io, oggi l'ho visto pochissimo.>> mi seguì a ruota Aidan, pizzicandomi un fianco non appena fummo vicini. <<Si come no. Attenti a non farne un altro.>> mormorò mio fratello Ryan, guadagandosi un ringhio da parte di Aidan. Salii le scale praticamente correndo e nell'ascensore mi ritrovai schiacciata contro la parete di metallo, con Aidan fra le mie gambe che mi teneva attaccata a lui. Mi stava praticamente divorando. Sentivo le sue zanne allungarsi mentre mi baciava. Quando mi morse le labbra inevitabilmente fuoriuscì del sangue, ma nessuno dei due se ne curò. Ero troppo impegnata ad assecondarlo. Rafforzò la presa su di me e praticamente corse fuori dall'ascensore. <<Nella doccia.>> mormorai contro le sue labbra. Passammo dalla camera e ci chiudemmo in bagno, nel caso Cat fosse tornata insieme a Fabian. Era una benedizione avere quella donna in casa!
Aidan mi strappò via la maglietta e ringhiò contro il mio collo mentre alternava baci a delicati morsi. Aprii l'acqua della doccia e subito fummo inondati dalle gocce gelide. Sobbalzai per l'improvviso freddo, ma poi ridacchiai. Frettolosamente abbassai i pantaloncini ormai fradici di Aidan e lui fece lo stesso con i miei rimanenti indumenti. Improvvisamente si calmò. Ogni suo gesto riprese calma e delicatezza. Poggiò una mano alla parete, accanto alla mia testa e la fronte contro la mia. I suoi occhi erano due rubini. Con l'altra mano mi accarezzò il viso, tracciando una linea dalla guancia fino alle labbra. Si avventò nuovamente contro di esse ed io agganciai le braccia al suo collo. Le sue mani scesero ad esplorare per ennesima volta il mio corpo, regalandomi sensazioni paradisiache. Mi sollevò le gambe ed io le strinsi intorno ai suoi fianchi. Si spinse contro di me ed io dovetti reprimere un urlo. Mi morsi il labbro inferiore, gettando la testa indietro contro il muro. Inarcai la schiena e andai incontro ai suoi movimenti, mentre lui continuava a baciarmi sul collo e sul seno. <<Sei dannatamente stupenda e dannatamente eccitante mentre combatti.>> mormorò contro la mia pelle, facendomi sorridere. <<Allora dovrò farlo più spesso.>> ansimai. <<Cazzo si, ma contro di me. Così posso spogliarti e fare tutto questo per ogni secondo dell giornata.>> ghignò, dando una spinta più forte delle altre. Mi mozzò il respiro. <<Domani?>> proposi ansimante. <<Anche stasera!>> rispose lui, tappandomi poi la bocca con un bacio.
Andammo avanti in quel modo fin quando le mani non mi divennero grinzose e sia io che Aidan non fummo stanchi morti. Avevo perso il contro di tutte le volte che avevo urlato e affondato le unghie nelle spalle di Aidan.
Quando uscimmo dalla doccia ero sfinita, sia per il combattimento improvvisato che per la maratona nella doccia. Volevo solo andare a dormire. Mi avvolsi in un'asciugamano e uscii dal bagno, seguita da Aidan. Mi vestii velocemente e gli diedi un veloce bacio. <<Vado a prendere Fabian e ci vediamo a cena.>> gli dissi. Mancavano una quindicina di minuti alla cena, non mi ero nemmeno accorta di quanto tempo era passato. Presi l'ascensore e mi sistemai i pantaloni, tirandoli un po' su. Ero dimagrita un po' nonostante mangiassi quanto un bue e i vestiti tendevano a starmi larghi. Ancora non avevo capito se era la mia situazione o per l'allattamento. In ogni caso avevo bisogno di vestiti nuovi o di più cinture. Andai in cucina, per vedere se Cat era lì. Quando entrai vidi una scena che mi riempì il cuore. Dominic teneva Fabian e gli faceva le boccacce, mentre Ryan aveva un dito intrappolato nella sua manina. <<Pensavamo dovessi passare del tempo con tuo figlio.>> ridacchiò Dominic. Strinsi i denti e cercai di trattenere il rossore che si propagava sulle mie guance. <<Non fare il santo e taci. È un ordine!>> sbottai andandomi a sedere su una delle sedie libere. Un vociare attirò la mia attenzione e mi obbligò a girarmi in direzione dei fornelli. Cat e la nuova cuoca si stavano battibeccando su quale spezia stesse meglio nel chili. <<Devi metterci il cumino!>> esclamò Cat. Ryan si girò a guardarla con un sopracciglio inarcato, sfoggiando la sua miglior espressione divertita. <<Non ce lo metto il cumino! Non mi piace l'odore.>> Sarah schiaffeggiò la mano di Cat che lentamente andava a verso il vasetto con la tanto odiata spezia dentro. <<Ad Aidan e al resto del Branco piace il chili  come lo faccio io!>> la bionda stava per mangiarsi la nuova cuoca, se non fossi intervenuta Cat le sarebbe saltata addosso. <<Perché non ne mettete solo un pizzico, senza esagerare?>> proposi guardando prima una e poi l'altra. Inarcai un sopracciglio, guardando Catherine che stringeva i denti. Sicuro non le piaceva vedere un'altra donna dietro la cucina che aveva occupato per dieci anni, ma ormai lei era diventata Luna del branco di Skarsgård e per quanto fosse insostituibile, un'altra donna aveva preso il suo posto e doveva capirlo. <<E va bene.>> sbottò Sarah, tirando la boccetta con la spezie dalle mani di Cat con rabbia. Cat alzò gli occhi al cielo e sbuffando tornò a sedersi.
Non la sopporto. Mimò con le labbra nella mia direzione. Aggrottai le sopracciglia ammonendola con uno sguardo. Ripresi Fabian e faci alzare tutti. <<Sarà meglio iniziare a prendere posto.>> mormorai dirigendomi verso la sala in cui solitamente mangiavamo insieme al branco. Catherine era nervosa, percepivo la sua inquietudine pungermi la pelle. Mi ripromisi di scambiare quattro chiacchiere con lei non appena ne avessi trovato il tempo. Quando entrammo nella sala, vidi che Aidan, Ulrik e Marta erano già ai loro posti. Fabian fra le mie braccia iniziò a mormorare e mi fissava con i suoi occhietti verdi. Mi fece un sorriso sdentato e sorrisi di rimando, solleticandogli il pancino.
<<Ah la mia piccola pulce!>> sorrise Aidan, allungando le braccia verso Fabian. Glielo passai e lui lo allungò verso l'alto. Il piccolo guardava con occhi spalancati tutta la sala osservandone ogni dettaglio. Lo riportò giù e gli diede un bacio, poggiandolo poi pancia in giù sul suo braccio. Fabian adorava stare in quella posizione, si rilassava e addormentava ogni santa volta. Era un vero dormiglione, non faceva altro che dormire.
Dopo pochi minuti servirono la cena e Cat guardò la ciotola con il chili turbata. <<Mi da la nausea.>> mormorò. Alzai gli occhi, mette mandavo giù una cucchiaiata. <<Cat non è male, almeno provalo.>> provai a dire. Lei allontanò il piatto con una smorfia e si alzò dal tavolo. <<Vado a prendermi della frutta.>> disse prima di allontanarsi. Mi scambiai un'occhiata con Aidan. Lui scrollò le spalle, non sapendo da dove iniziare ad aiutarmi. Era impossibile fosse nervosa solo per la lite con la cuoca. <<Forse le manca Skarsgård.>> azzardò. Pensandoci era una cosa abbastanza plausibile, tutti erano consapevoli di quanto la distanza dal compagno facesse male. Decisi che ci avrei pensato più tardi, anche perché quando Cat rientro in sala aveva una faccia a dir poco da spavento, non mi sarei mai azzardata a chiederle  qualcosa vedendola in quel modo. Mi avrebbe senza dubbio sbranato. Più tardi ci avrei parlato. Mangiai in silenzio, rendendomi conto che Cat aveva ragione: il suo chili era senza dubbio migliore di quello di Sarah. Era buono, ma niente di speciale. Aidan e Ulrik parlottavano tra di loro senza far capire di cosa. Aidan accarezzava soprappensiero la schiena di di nostro figlio che mancava poco si mettesse a sbavare sul suo braccio. Un'altra cosa che notai fu che Sanders non era al tavolo con noi. Mi chiesi subito cosa gli fosse potuto succedere. Che si stesse ancora riprendendo?
Continuai a mangiare, rimanendo in silenzio. Iniziavo ad avvertire uno strano formicolio alle braccia. Era la stessa sensazione di quando si rimane per troppo tempo nella stessa posizione. L'unico problema era che io mi stavo muovendo e il formicolio alle braccia non dipendeva dall'immobilità dei muscoli. Deglutii a fatica e mi massaggiai il braccio destro con la mano libera. Iniziava davvero a darmi fastidio. <<Tutto bene?>> mi chiese Marta vedendomi preoccupata. Cercai di sorridere e annuire. <<Si è solo un po' di fastidioso formicolio. Niente di che.>> spiegai.
Marta mi guardò scettica, ma poi annuì.
Continuando a strofinarmi il braccio destro, ritornai a mangiare. Immersi il cucchiaino nel chili, sovra pensiero mentre fissavo un punto del tavolo. Che fosse solo un innocuo dolore normale causato dalla lotta con mio fratello?! Ci scommettevo poco conoscendo i miei precedenti. Mi portai il cucchiaio alla bocca, ma mettendolo in bocca percepii qualcosa di strano. Era freddo. Troppo freddo. Il chili era come congelato.
Avevo paura ad abbassare gli occhi, non volevo vedere quale altro casino avevo combinato. Tirai via il cucchiaio dalla bocca e lo ispezionai. Il cibo al di sopra era letteralmente congelato e così anche il cucchiaio. Lo poggiai nuovamente sul piatto, con l'intenzione di correre via prima di scatenarle l'inferno con il dannato ghiaccio. Ma non appena sfiorai il piatto, il cibo al suo interno divenne di ghiaccio. Sussultai e mi tirai indietro di scatto, facendo stridere la sedia. Tutti si voltarono verso di me e seguirono il mio sguardo carico di terrore, guardando il piatto davanti a me. Cosa stavo diventando? Ero caduta in panico. Se avessi toccato qualcuno in quel momento sarebbe diventato una statua di ghiaccio. Dovevamo andarmene prima di commettere un errore imperdonabile. Aidan allungò una mano davanti a me. <<Ava sta calma. Non ti agitare, non è successo nulla.>> scandì bene le parole con un tono tranquillo. Mi girai più indietro con la sedia nel momento in cui notai che la sua mano era sempre più vicina. <<Stai lontano.>> sussurrai in panico, con gli occhi pieni di lacrime. <<Hai Fabian in braccio, se succede qualcosa mi uccido.>> gli intimai. A quel punto lui ritirò la mano. I miei fratelli mi osservavano non sapendo cosa fare. La cosa peggiore era che nemmeno io lo sapevo. Mi alzai. <<Non seguirmi.>> balbettai in direzione di Aidan uscendo fuori dalla sala di corsa. Corsi fuori dalla casa branco come una pazza ed entrai nel bosco. <<Merda!>> imprecai. Cosa diavolo stavo facendo?! Inciampai e caddi sulle ginocchia. Mi accasciai sul terreno e l'erba intorno a me si ricoprì di ghiaccio. Scoppiai in lacrime, sentendo i cristalli scivolarmi sul viso. Urlai. Forte. Fino a raschiarmi la gola. In quel momento fu come se un'onda d'urto si propagasse dal mio corpo, colpendo tutto ciò che mi circondava. Aprii gli occhi e la foresta intorno a me si era trasformata in un paesaggio invernale. A fine agosto.
Mi prese ancora di più il panico. <<Sono un dannato mostro!>> urlai, accasciandomi sulla neve.
Dannata Dea aveva appena firmato la condanna a morte di tutto il branco. Gli umani avrebbero iniziato a girovagare per il bosco chiedendo cosa cavolo fosse successo e orde di giornalisti e ricercatori avrebbero piantato le tende nel nostro giardino. Avevo appena messo tutti in un bel guaio.

Alpha's snarl - the revenge of the true heirWhere stories live. Discover now