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Il suo passo era costantemente leggero, nonostante i muscoli, l'altezza e il peso, caratteristiche molto diverse dalle mie.

"-Siamo arrivati-"

Disse mentre rallentavamo.
Ci fermammo davanti a un grande portone che alla sua apertura cigolò. Il suono alto e stridulo mi aveva fatto salire dei brividi di disprezzo ma d'altronde c'era da aspettarselo da una porta all'apparenza molto vecchia.

"- prego!-"

Mi girai sorpresa dalla sua affermazione.
Dove vivo io l'educazione nei ragazzi era rara da trovare, tutti ti parlavano in modo così diretto da darti i nervi e sinceramente preferivo starmene in casa anche per questo motivo. Sorrisi a Erwin e appena misi un piede nella sala un silenzio assordante perforò le mie orecchie...

Tutti mi fissavano, io odiavo essere fissata...
Mi feci piccola piccola e un punta di piedi uscii dalla sala e mi misi dietro le schiena di Erwin (che mi nascondeva alla perfezione).

Sentii Erwin emettere un sospiro di delusione e quando iniziò a camminare io mi aggrappai alla giacca nera che aveva addosso dalla stessa mattina.
Ero molto a disagio, nella sala si sentivano solo i nostri passi e qualche forchetta che picchiettava sul piatto, qualcuno che tossiva a vuoto e qualcun'altro che se ne fregava e continuava a mangiare in silenzio.

Una volta che Erwin si fermò mi ritrovai davanti a un tavolo, dove erano presenti la ragazza dai capelli castani, Hanji, il ragazzo che mi aveva annusato prima di entrare in tribunale e il ragazzo, dai capelli corvini, che sempre in tribunale mi aveva difeso con successo.

Erwin mi indicò una sedia vuota accanto ad un' altra, sempre vuota.
Lui si sedette a capotavola e io vicino a lui, alla sua destra, davanti al ragazzo corvino.

C'era sempre silenzio.
Solo quando un uomo, con un tovagliolo in testa e un grembiule sul busto, annunciò che erano pronte le patate come contorno del primo piatto tutti tornarono a parlare dei fatti loro.

Il mio volto era rivolto verso il piatto grande di ferro vuoto sul tavolo, davanti a me.

"perché quando sono entrata mi hanno guardata così?"

Il mio sguardo pensieroso accese un velo di curiosità al corvino davanti a me.

"- che hai, mocciosa?-"

Disse perforandomi con il suo sguardo di ghiaccio tanto che esitai nel guardarlo negl'occhi...

"-N-Niente-"

Dissi semplicemente.
Anzi, dovrei ringraziarlo piuttosto, è stato lui a farmi entrare qua, senza di lui, chissà dove sarei ora...

" - Grazie... -"

Lui mi guardò con sguardo freddo ma con un sopracciglio alzato

"- senza di lei non sarei qui -"

Tenevo sempre il mio sguardo tra il triste e pensieroso, rivolto verso il basso.

"- vieni T/N, andiamo a prendere qualcosa da mangiare!-"

Disse la castana vicino al corvino.

Insieme ci alzammo e andammo verso dei tavoli, dove erano riposte pentole, posate, piatti, bicchieri, ceste con dentro diversi tipi di pane e molti vassoi con all'interno diverse pouree e verdure che andavano dal crudo al bollito.

Io presi della pourea di patate e delle carote bollite insieme a del pane.
Non presi grosse quantità, anzi esagerando direi che presi poco niente.

Tornai al posto e con la forchetta iniziai a imboccarmi, mentre con sguardo basso picchiettavo il dito sul tavolo.

"- che hai?-"

Ripeté il corvino.
Io alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi.

"-..... -"

Solo un fischio assordante alle orecchie, durò tre secondi netti.
Senza accorgermene mi tenevo un dito sull'orecchio sinistro, e feci un sorpiro trattenuto e mi sentii sollevata quando il fischio se ne andò.

"cos'è successo?"

....

"- ti senti bene? -"

Chiese Erwin, visibilmente preoccupato mentre teneva una sua grande mano sulla mia schiena.

Annuii.
Mentivo.
Non stavo bene.
Un forte mal di testa invase i miei pensieri e mi impediva di agire lucidamente.
Però... Passò in un attimo.
Tutto il dolore sparì, così come era comparso.

Quella sera conobbi meglio la figura di Erwin: era un uomo intelligente, furbo e astuto.
Il suo carattere dava spazio anche all'umorismo, alla dolcezza e alla simpatia.

Conobbi meglio anche Hanji che non fece altro che parlarmi delle sue ricerche sui giganti e ricerche scientifiche. Lo ammetto: la maggior parte del tempo non la ascoltai, erano discorsi che, anche a scuola li ho sempre trovati noiosi e inutili, ma non dissi niente, non volevo essere scortese.

"- Chiudi quella bocca quattrocchi di merda. -"

Disse il corvino osservandola freddo. Un'espressione di stupore si fece largo sul volto della castana, che fermò di colpo la sua costante parlantina e iniziò a fissare il corvino.

Non se ne fregò molto, dato che dopo nemmeno 2 minuti continuò a parlare...

La cena finì.
Io mi alzai con il piatto, posate e bicchiere in mano, ma Erwin mi spiegò che c'era già chi avrebbe sparecchiato e pulito la mensa.

Quindi ci dirigemmo agli alloggi di Erwin, dove prese il minimo indispensabile e si preparò per andare dal ragazzo con i capelli corvini per dormire.

"-Bene, io vado. Se hai bisogno di qualcosa, io sono nell'edificio più avanti, coprirti bene per dormire e -"

Fermai la sua camminata verso la porta principale tirandolo per la manica della sua maglia bianca in tessuto non troppo pesante.

"-che succede? - "

Mi guardò confuso.

" - s-so che avevo detto che avrei preferito stare sola...-"

Lui si avvicinò di più a me, facendo mettere in risalto la differenza di altezza.

"-.. Ma?-"

Chiese con sguardo curioso..

"- e-ecco.... Mi sentirei più sicura se stessi qui... -"

Lui mi guardò confuso...

Lasciai la presa dalla sua maglia e con passo lento e leggero rimise al suo posto le cose prese in precedenza per uscire.

....

~il segreto di Northway~ Erwin Smith X Reader  Where stories live. Discover now