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Non staccavamo gli occhi da quel foglio enorme ormai da ore.
Passammo la giornata a escogitare un piano per illudere al meglio tutti i ricognitori.
In conclusione saremmo andati verso il Wall Maria solo io, Hanji, due cadetti qualsiasi e Erwin, per non dare sospetti della scomparsa di Erwin e la mia avremmo preso dei vestiti in più e comuni così dopo aver dato la divisa di Erwin e hai cadetti e dopo averli sacrificati, con Hanji saremmo andati a Shiganshina per andare dal dottore.

"- benissimo, hai fame? -"

Chiese alzandosi dalla sedia con evidente stanchezza.

"- sto morendo di fame! -"

La sera prima nonostante la presenza di tutti gli ingredienti per cucinare, alla fine non lo facemmo, vista la decisione di passare la serata in modo diverso.

Uscimmo dall'ufficio, Erwin chiuse a chiave la porta e mi prese per mano.
Arrossi, anche lui.
Lo guardavo dalla mia bassa statura.
Il sole stava tramontano e la sua figura dalla mia prospettiva era molto scura.
Il suo profilo era molto affascinante, come un profilo da scultura greca, il naso non troppo appuntito e non troppo grosso era perfetto, così come i muscoli mascellari e i suoi occhi grandi.
Mi misi un braccio davanti agl' occhi, il vento era molto forte quel pomeriggio.
Una volta arrivati all'alloggio ci fiondammo in cucina a preparare ciò che avevamo preso il giorno prima.

Erwin iniziò con il tagliare le verdure, partì con le cipolle.

"- come le devo tagliare? -"

Chiese prendendo un tagliere da un cassettone posto sotto i fornelli.
Gli spiegai come andava tagliato tutto.
Quindi iniziò.
per un attimo pensai di aver preso quelle sbagliate poiché non pianse come avrei fatto io, ahaha.

Lo aiutai a tagliare le carote e poi insieme tagliamo il sedano.
Presi la carne, Iniziai a tagliarla finemente.

"- Erwin, per favore metti dell'olio e del burro in una pentola grossa? -"

Chiesi mentre presi un coltello piccolo per evitare di tagliarmi.
Era una carne fine e morbida, infatti si parlava di "macinato" di carne.
Una volta tagliata anche la salsiccia mettemmo la cipolla a imbiondire e poi il resto a soffriggere.
Mettemmo la carne, lasciammo che si cuocesse e poi Misimo il pomodoro, il latte e il sale.

"- adesso? -"

"- adesso lo lasciamo sobbollire per un po' intanto che facciamo? -"

Dissi io coprendo il ragù con un coperchio.

"- mmmh, io direi di andare fuori, che dici? -"

Disse mentre uscivamo dalla cucina.

"- possiamo andare da Hanji! -"

Dissi io cercando di tenere il suo lungo passo.

Lui annuii e ci recano nell'alloggio di Hanji.
Era piccolo ma fornito di tutto ciò che in un classico laboratorio da liceo scientifico poteva disporre come materiale.

Le spiegammo la situazione, lei accettò l'incarico di comandante, pur sapendo di avere sulla coscienza un cadetto morto non a scopi militari.

Una volta tornati indietro all'alloggio di Erwin decidemmo una data per la missione.

"- se la facessimo di lunedì? -"

Propose lui.

"- tra una settimana? -"

Chiesi conferma da lui.

Annuì mentre con una mano giocherellava con la mia maglia.

Eravamo stesi sul letto, io ero con la testa sul suo braccio e giocherellavo con i suoi capelli.
Dopo svariati minuti lui si fece avanti a mi baciò.
Un bacio delicato, senza precedenti.
Nulla da fare, mi scioglieva ogni volta con le sue labbra morbide.
Continuava a darmi leggeri bacini, veloci ma sentiti.
La mia schiena si ricopriva di brividi ogni volta.

Mi alzai con la schiena quando approfondì particolarmente un bacio.
La sua lingua picchiettava sul mio labbro e io gli diedi accesso.
Le nostre lingue danzavano insieme, come se fossero una coppia.
Gli misi una mano sulla guancia, la mia testa stava esplodendo di emozioni.
Lui era ancora sdraiato e io mi misi a cavalcioni sul suo bacino.
Non ci staccano nemmeno per prendere fiato.
Ero chinata verso di lui e con delicatezza mi prese i fianchi che riusciva benissimo a cingere con due mani.
Ero una bimba in confronto suo, la sua grandezza risultava piuttosto eccitante.

Si stava per muovere lui quando qualcuno bussò violentemente alla porta.
Ci fermammo guardandoci negl'occhi tutti rossi in viso, mi alzai da lui che mi lasciò dolcemente i fianchi.
Bussarono un'altra volta.
Si alzò anche lui e si avviò in soggiorno alla porta principale.

Mi avviai anche io, ancora rossa in viso, mi fermai a pochi metri da lui e guardai meglio chi ci fosse alla porta.
Era Hanji con due cadetti che non conoscevo.

"- salve, sono Nio Jasky, signore.-"

"- Io sono Kaya Mino, signore. -"

Quest'ultima mi scrutò con rabbia e fece il saluto militare davanti a Erwin e così fece anche l'altro cadetto. Hanji si intromise quasi bruscamente:

"- hanno accettato la proposta di fare da esca, hanno detto esplicitamente: 'Voglio morire' -"

Li guardai confusa. Lei mi guardava con odio, lui mi continuava a fissare e questo mi preoccupava, Erwin se ne accorse e mi tirò dietro la sua schiena, dove mi appesi con le mani e appoggiati la testa.

" Erwin è.... Geloso? "

" - questo è per farmi perdonare del disturbo, spero vi piaccia l' ho cucinato proprio questa mattina! -"

Dai movimenti di Erwin so che afferrò qualcosa che aveva portato il comandante di divisione Hanji.

" - entrate, prego. - "

Disse Erwin con fare sempre gentile, sapevo che in realtà dentro stesse bruciando dalla gelosia.

Uscì dal mio nascondiglio quando ci recammo in cucina per discutere del piano.
Hanji aveva portato del purè, sarebbe stato ottimo da mangiare con il ragù.
Dopo un po' chiarimmo la situazione e il ragazzo accettò comunque l'incarico.

" che ragazzi strani"

Pensai.

Dopo aver scambiato quattro parole andarono via, li acconpagnammo alla porta e quel frastuono che prima riempiva la casa ora era solo calma e silenzio, quasi pace per le mie orecchie.

"- sai che ore sono Erwin? -"

Chiesi io andando verso il fornello dove era posta sopra la pentola con dentro il ragù.

"- sono le nove di sera, vuoi mangiare comunque? -"

Annuii, lo sapevamo entrambi che mi sarei svegliata a notte fonda per mangiare.

"- d'accordo allora, io apparecchio-"

Le tovaglie erano poste in un cassetto proprio vicino al mio bacino, così furbamente per stuzzicarmi un po', si avvicinò a me.
Prese la mia vita con entrambe le mani e fece combaciare i nostri corpi.
Chinò di un po' la testa e delicatamente con una mano mi spostò i capelli dal collo.
Da lì iniziò una danza tra il mio collo e la sua bocca, potevo sentire a pieno il suo respiro accarezzare la pelle e creare mille mila brividi.

Mentre continuava a stuzzicare il mio povero collo aprì il cassetto e prese la tovaglia, poi andò verso il tavolo, così come era arrivato.

Ero imbambolata a guardare un punto fisso davanti a me mentre mi massaggiavo il punto in cui sicuramente ci sarebbe stato un segno rosso o un livido, rossa come un peperone e per poco non mi cadevano i capelli nel sugo.

...

~il segreto di Northway~ Erwin Smith X Reader  Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt