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Dopo aver mangiato ci ritrovammo nuovamente sul letto.
Questa volta ero tra le sue gambe e con le testa sui suoi pettorali intenta a sonnecchiare, mentre Erwin leggeva un libro e mi faceva le coccole sulla schiena, partiva dal basso e poi andava verso l'alto, con un movimento fluido e delicato, dolce e timido, caldo e amorevole.

Non avrei mai immaginato che avrei trovato una persona così, io: che ero sempre timida e riservata, insicura e educata, bullizzata e ignorata da tutti.

"wow..."

Riuscì solo a pensare questo. Mi hanno sempre detto che lo studio e la scuola veniva prima di tutto, che non c'era mai tempo per gli altri e che le cose bisogna farsele prima per sé stessi.
Mia madre mi diceva questo, sua figlia doveva essere uguale a lei e non ci sarebbe stato nessuno ad ostacolarla.
E invece....

"- a che pensi? -"

Chiese Erwin fermandosi e mettendomi la mano con cui mi coccolava su un fianco.

Mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lui.
Con sguardo perso e quasi con le lacrime agl'occhi provai a trovare le parole giuste per dirgli di che razza di persona fosse mia madre senza dirgli di che razza di persona fosse mia madre.

"- beh, stavo pensando che sicuramente quando tornerò nel mio mondo mi ritroverò in sacco di critiche e di insulti da parte di mia madre...-"

Dissi.
Lui rimase stupito, mise via il libro e tirandomi su da lui mi mise poco lontano così da potersi alzare e guardarmi meglio.

"- come fai a dire questo di tua madre, T/N... È la donna che.. - "

" - che mi ha cresciuta?...Che mi ha dato la vita? più che altro direi che me l'ha tolta... - "

Dissi finendo la sua frase.

"- beh lei prima di conoscere mio padre era una donna spregevole, una donna diciottenne nel corpo e nella mentalità di una ragazzina di quindici anni. Mi spiego meglio: quando sono nata non era felice come tutte le madri che elogierebbero tutto dei loro figli, la prima cosa che mi disse appena mi vide fu "schifo" e poi se non fosse per mio padre mi avrebbe lasciata lì in ospedale, letteralmente, se ne stava andando senza di me. - "

Lui mi guardò stupito, ancora una volta.
Continuai a raccontare.

"- non sono cresciuta con una madre che mi ha insegnato a parlare, camminare o che mi abbia insegnato quali fossero i diritti delle donne. Sono cresciuta con un padre sempre al lavoro che quando tornava a casa mi dava solo un bacino sulla fronte e poi andava a dormire. Per un breve periodo sono cresciuta con mia nonna che, al contrario di entrambi, mi accompagnava a scuola, mi coccolava e mi raccontava delle storie, dalle più divertenti alle più tristi ma con un finale bellissimo. - "

Una lacrima mi scese.

" - solo adesso mi rendo conto di aver avuto un'infanzia del tutto rovinata dalla donna che mi ha messo al mondo. Ogni giorno tornava a casa ubriaca fradicia e quasi a poco senza indumenti. A volte mi picchiava, è vero, si intrufolava nella mia cameretta e mi svegliavo con lei che mi alzava le mani, era l'effetto dell'alcol a parer di mio padre, mi diceva: "va tutto bene, sta bene e ti vuole bene", inutile dire che era tutto il contrario. -"

Erwin prese tra le sue mani le mie, tremolanti e fredde.

"- un giorno, sempre a casa, sempre ubriaca e io sempre piccola, a causa di una distrazione di mio padre mia madre fece cadere 'ACCIDENTALMENTE' un armadio su di me causandomi varie ferite. Beh, da quel giorno tengo le dovute distanze da lei e da quel lato della casa. Appena capì che ero diventata una signorina mi obbligò a farmi fare un trattamento che fin da quando ebbe inizio lo trovavo inutile, mi iscrisse contro la mia volontà in palestra e adesso la frequento più di quanto dovrei frequentare il campo dove mi alleno. In un periodo di tempo dovetti vestirmi con delle vecchie magliette di mio padre perché mia madre finiva quasi tutti i soldi per prendersi dei vestiti che ancora oggi sono impacchettati nell'armadio dei miei genitori, mi obbligava a mangiare fette di carne di cavallo giganti e per una bambina di pochi anni non è facile da mandare giù.... -"

Dissi guardando quella pellicina che stava per saltare via dal mio pollice.

"- beh, io mia madre non l'ho mai conosciuta, ma so cosa senti quando cerchi di dire: 'Mi sento sola' -"

Disse prendendomi da sotto le ascelle e mettendomi di nuovo tra le sue gambe, sta volta eravamo ancora seduti ma i nostri copri combaciavano alla perfezione lo stesso.

" - lei era una donna bellissima, capelli biondo paglia, occhi azzurro cielo e tutto quello che le donne vorrebbero avere nel loro aspetto fisico. Mia madre era una donna dal molto umorismo e molta timidezza, da bambino tutti mi dicevano che ero la sua copia, timido, biondo e con gli occhi azzurrini.
In realtà sono la copia spiaccicata di mio padre, letteralmente se guardi una sua foto sono uguale a lui! - "

Ridacchiai e mi accoccolai sul fianco di Erwin, che mi abbracciò da dietro e fece combaciare i nostri corpi.

Il mattino dopo mi svegliai nella stessa posizione in cui mi addormentai: con Erwin che mi abbracciava da dietro e con i nostri copri che combaciavano.
No, non era un sogno e no non mi ero immaginata tutto.
Era una posizione molto comoda in realtà, potevo sentire il suo respiro sul mio collo e appena senti un leggero russare mi voltai verso di lui.
Il suo braccio sotto il mio collo era caldo.

Quella casa era calda, LUI era caldo.

Il suo viso sereno mentre dormiva sembrava un sogno, era il classico ragazzo che mi descriveva la nonna nelle storie, e se rincontrassi la me di cinque anni direi che vedere lui sarebbe un sogno realizzabile

Era all'altezza del mio petto e quando mi avvicinai lo svegliai per sbaglio.
Mi guardò e iniziò a coccolarsi con le mie tette.

Mi irrigidì subito ma mi abituai immediatamente a que caldo contatto tra il suo volto e il mio seno.

Mi abbracciò arricciando le sue braccia alla mia vita.
Avrei voluto che quel momento non finisse mai....

...

~il segreto di Northway~ Erwin Smith X Reader  Where stories live. Discover now