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Prima che potetti tornare a lavoro, passarono diverse settimane e prima che potetti tornare ad allenarmi passarono quasi due mesi.
In quei mesi le cose non cambiarono molto, soprattutto con Zoe.
Eravamo buone amiche, ci vedevamo spesso, ma non andavamo mai oltre.
Un pó ero io che non mi decidevo a fare nulla e un pó era lei che non mi mostrava quel tipo di interesse, per così dire, che mi avrebbe spinta a fare qualcosa.

"Finalmente" disse John vedendomi entrare in palestra e accogliendomi con un grande sorriso.

"Ti sono mancata vero?" dissi ridendo.

"Non sai quanto... dai vai a cambiarti" mi invitó lui e andai dritta negli spogliatoi, una volta cambiata entrai nella grande sala e iniziai con un pó di stretching prima di salire sul tapis roulant e vedere come me la cavavo, e ad essere sincera non andavo affatto male. Corsi a velocità moderata per un pó e quando il mio sguardo si posó sul sacco da boxe, non resistetti e andai lí.

Iniziai a colpire cercando di ritrovare il mio ritmo e dopo un pó vidi Claire mettersi dietro il sacco per mantenerlo.

"Vedo che non hai perso tempo"

"Insomma sono due mesi che manco" dissi fermandomi per paura di farle male. "Come mai qui?"

"Abbiamo la lezione con John... ormai siamo diventate delle esperte possiamo atterrarti senza problemi" disse facendomi ridere.

"Claire la lezione sta per.... Erin? Già sei tornata in palestra? Ma il dottore lo sa?"

"Jude ho avuto l'ok e Claire può confermartelo" dissi poi guardando la ragazza che annui a Jude.

"Allora noi andiamo" fece Jude prima di salutare e trascinare Claire con se per l'inizio della lezione.
Mi allenai ancora un pó e alla fine decisi che per quel giorno poteva bastare. Tornando poi verso gli spogliatoi mi fermai a vedere la lezione di John, dato che la porta era aperta e notai Zoe che con un movimento perfetto atterró Carrie.
Non potei non sorridere notando i suoi progressi e alla fine mi decisi ad andarmi a cambiare.
Mi feci una lunga doccia e mi vestí, quando fui pronta mi incamminai all'uscita nel momento che qualcuno stava entrando e la porta mi finí dritta in faccia.
Portai subito la mano sul naso notando il sangue, avrei quasi riso se non mi ritrovai davanti l'espressione colpevole di Zoe.

"Oddio scusa"

"Tranquilla Zoe"

"Fammi vedere" disse subito, ma appena tolsi la mano il sangue goccioló a terra e così lei mi guidó fino ad un lavandino. Mi disse di sciacquarmi con l'acqua fredda mentre lei prendeva dei fazzoletti, che successivamente mi appoggiò sul naso facendoci cosi ritrovare una davanti all'altra e non so perché, iniziai a ridere divertita e lei dopo un attimo di perplessità mi seguí a ruota.

"Che dire... e come se mi avessi dato un calcio in faccia" le dissi ricordandole il giorno in cui ci eravamo allenate insieme.

"Già, ma credo che il calcio sia più appagante"

"Magari la prossima volta va bene?" Continuai ridendo, lei cambió fazzoletto con uno pulito e non so che mi prese le spostai una ciocca dal viso che era sfuggita dalla coda che aveva, portandola dietro l'orecchio.
Lasciai la mia mano lí, sulla sua guancia per qualche secondo, e alla fine la riportai giù, anche perché non avrei potuto baciarla in quelle condizioni.

"Credo si sia fermato" riprese a parlare Zoe togliendo il fazzoletto.
"Scusa ancora, non credevo ci fosse qualcuno"

"Zoe davvero, tranquilla... posso sempre dire che ho lottato con un sospettato che ha tentato di scappare... non per qualcosa ma prendercele da una porta è un tantino imbarazzante per qualunque agente che si rispetti" dissi provando a farla ridere e riuscendo nel mio intento.
Era bello vederla ridere, soprattutto quando ne ero io la causa.
"Ora sarà meglio che vada e ti lasci tornare a lezione" dissi mettendo un pó di distanza tra noi, così riafferrai il mio borsone e con un ultimo saluto me ne andai.

Quella sera i miei genitori mi avevano invitato a cena da loro, così dopo essere ripassata a casa andai da loro.
Ad accogliermi fu mio padre che con un sorriso mi fece entrare.

"La mamma?"

"È in cucina, ti avviso, spero tu abbia parecchia fame perché ha cucinato per tutto il vicinato" mi annunció lui facendomi ridere, a quel punto andai in cucina e mio padre aveva perfettamente ragione.

"Ciao mamma, hai bisogno di una mano?"

"No tranquilla tesoro, è tutto pronto... chiama tuo padre e mettetevi a tavola" e così feci.

La cena inizió bene, fino a quando mia madre decise di cambiare argomento.

"Sai, l'altro giorno ho visto Zoe" annunció lei facendo fermare la mia forchetta a mezz'aria.
"Perché non le chiedi di uscire? Mi sembra perfetta per te"

"Mamma siamo amiche e usciamo qualche volta"

"Si, ma ho visto come la guardi tesoro e lasciatelo dire, non la guardi come fosse una semplice amica" provai a guardare mio padre in cerca di aiuto, ma il suo intervento fu inutile perché mia madre continuó imperterrita.
"Comunque non so se lo sai, ma quei giorni in cui sei stata inconsciente lei ha passato tutte le notti nella tua stanza" mi riveló a quel punto.
Rimasi sorpresa da quella notizia, possibile che fosse vero? Forse lo aveva fatto perché avevo preso la pallottola al suo posto, oppure, i miei pensieri vennero interrotti da mia madre.
"È un peccato che tu non ti decida... mi piace molto quella ragazza"

"Mamma non è così semplice" dissi infine, lei mi guardó e rise.

"Tesoro, sei tu che ti ostini a farla sembrare complicata.. perché credimi è semplicissimo" concluse riportando la conversazione su cose più tranquille.

Dopo cena tornai a casa con il discorso di mia madre che mi girava in testa e quello di Jude, di diversi mesi fa.
Mi buttai a letto esausta, neanche avessi fatto una maratona e così mi addormentai.

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