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"Erin perché non mi parli di quello che è successo in quei giorni?" Mi chiese Jude quando mi venne a trovare qualche giorno dopo.

"Jude non cominciare per favore" la pregai.

"Ti farebbe bene sfogarti... non puoi tenerti tutto dentro ogni volta... così finisci per scoppiare" per fortuna in quel momento qualcuno bussó alla porta stoppando quel discorso con Jude.

"È qui la festa?" Fece Leo entrando insieme a Claire, la quale dal camice dedussi stesse ancora lavorando.

"Entrate pure" disse Jude e solo quando i due si spostarono vidi Zoe dietro di loro.
In quei giorni non avevamo avuto modo di parlare, o meglio io evitavo qualunque discorso inventando stupide scuse. Non so perché continuassi a comportarmi così, ma quando avevo visto quell'espressione sul suo viso in ambulanza, non so, era come se mi fossi tirata indietro.
Perché? Bella domanda del cavolo.

"Ho portato lo scarabeo, battaglia navale e, rullo di tamburiiii, il rovina amicizie per eccellenza, il monopoli" fece Leo facendomi ridere.

"Sai vero che domani esco e che non è la serata giochi si?" Cercai di dire seriamente, ma senza successo.

"Eh vabbé che ne so, puo esse che un pazzo psicopatico viene qui iniziando a sparare e ti colpisce facendoti rimanere qui ancora un pó" le ragazze si ammutolirono fissandolo come se avesse appena detto una bestemmia, io invece scoppiai a ridere.

"Per quanto la cosa sia nelle mie corde, per il momento preferirei un pó di tranquillità"

"Bene ragazzi ora dovete uscire un attimo però che la dobbiamo visitare" prese parola Claire.
Osservai le due dottoresse confusa, visto che avevo un'altro dottore.

"Il dottor Adams e stato chiamato per un'emergenza e ci ha detto di occuparcene" mi spiegó Claire come se mi avesse letto nel pensiero.

"Dovete proprio? Non che non mi fidi di voi, ma l'infermiera ha cambiato le medicazione questa mattina"

"Erin non farla complicata.. ti visitano e basta" disse Jude e cosí annuí.
Zoe aveva visto solo alcune delle ferite e non volevo che le vedesse.
Dopo che i ragazzi uscirono le due mi iniziarono a fare alcune domande mentre facevano una visita generale, tra febbre, pressione e quant'altro. Poi quando presero a vedere i due tagli sulle braccia.
Tenni gli occhi fissi in un punto preciso per tenere la mente occupata, ma il cercapersone di Claire suonó e dopo essersi scusata disse a Zoe di finire lei.

"Sai... ho visto le tue radiografie Erin... non ho bisogno di vedere le cicatrici per capire che hai subito fratture e traumi... non vergognarti di me" disse quando Claire fu andata via.

"Lo so e che-"

"Sono un medico e non mi impressiono facilmente... non provo pena o compassione per te, se è questo quello che pensi... quando ti guardo vedo solo una persona forte che molto probabilmente ha fatto da scudo al suo collega per evitare che soffrisse più del dovuto... quando ti guardo vedo una persona che non si tira mai indietro, una che per qualcuno a cui tiene è capace di beccarsi un proiettile o che semplicemente rimane la notte con te solo per farti sentire al sicuro... è questo quello che vedo quando ti guardo Erin" i suoi occhi non lasciarono mai i miei, voleva farmi capire che era sincera e infatti non vedevo altro nei suoi occhi e così sollevai il camice facendole controllare le altre ferite.
Le sue mani erano delicate, al suo passaggio avevo brividi lungo tutta la schiena, ma lei rimase professionale per tutto il tempo e quando finí mi sorrise e fece rientrare gli altri.

La serata passó così, con il pensiero fisso di Zoe e delle sue parole.
Non sapevo che fare, lei mi piaceva e molto anche, ma io ero un casino. Non volevo farla soffrire in nessun modo, ma sapevo che cose come queste potevano capitare di nuovo. Speravo di no, ma in questo lavoro erano poche le certezze.
Mi addormentai chiedendomi cosa dovevo fare.

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