24. La conoscevo molto bene

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«Sì, mia mamma è stata abbastanza comprensiva per fortuna... Non mi ha detto molto su, ha capito la situazione e mi ha detto che mi aiuterà a mettere da parte i soldi per prendermene una nuova» mi spiegò la mia migliore amica al cellulare.

Fortunatamente sua madre era una donna abbastanza pacata, non era solita sgridare o fare grandi discorsone, era più per il vivi e lascia vivere. Motto che, personalmente, appoggiavo quando ero più piccola, ma avrei pagato il possibile inimmaginabile per poter sentire di nuovo la voce di mia made che mi faceva le solite raccomandazioni che un tempo sembravano pesanti, ma che i quel momento avrei ascoltato volentieri all'infinito.

«Menomale Clary, mi stavo preoccupando... Anche perché tutto questo è in parte colpa mia» confessai.

«Colpa tua? Non è colpa tua se c'è uno psicopatico in giro che ti sta minacciando in tutti i modi solo perché stai cercando di trovare l'assassino di tua mamma» mi difese la mia migliore amica.

In fondo, aveva ragione. Ma era anche vero che dovevo cercare di passare più inosservata, mi ero esposta più del previsto e ormai molte persone, troppe, sapevano che ero sulle tracce dell'assassino di mia madre. Ma temeva davvero una ragazzina? Inesperta, tra l'altro, che non sapeva nemmeno come si portassero avanti delle indagini? Persino sospesa da scuola... Cominciai a ipotizzare che la persona in questione non stesse agendo in prima persona, ma che stesse usando un intermediario per intimidirmi... Magari qualcuno che potesse avere la mia età.

Poi cancellai l'ipotesi, i ragazzi della nostra età avevano di meglio da fare. Verifiche, interrogazioni, problemi adolescenziali... Non avrebbero mai avuto voglia di perdere tempo dietro a una loto coetanea che, per di più, si era già cacciata abbastanza nei guai.

«Spero solo che mi lasciano in pace e che non mettano in pericolo le persone che mi circondano»

«Anche se dovessero farlo, sai che potrai sempre contare su di me, vero?» Chiese la mia migliore amica.

«Grazie Clary» sussurrai sorridendo al telefono.

«Ti voglio bene... Ora devo scappare, ho lezione. Ci sentiamo dopo?»

«Anche io, ci sentiamo dopo» chiusi la chiamata e mi lasciai cadere sul letto della mia stanza.

La persona che si nascondeva dietro la maschera dell'assassino stava facendo il possibile per intimidirmi. Ma non avrei mollato, non mi sarei messa da parte, sapevo che per quanto avesse potuto minacciarmi, non mi sarei mai potuta tirare indietro.

Mai, lo farò per te mamma pensai tra me e me.

Poi il mio telefono squillò, era il poliziotto che mi aveva consigliato di farmi i fatti miei. Lo stesso al quale avevo consegnato i due fogli con la scrittura dell'assassino. Sperai con tutta me stessa che ci fossero state delle novità...

«Pronto» risposi subito.

«Signorina Moore, posso parlare con suo padre... Ho provato a chiamarlo ma non mi ha risposto al cellulare» mi disse.

«Sarà impegnato a lavoro, può riferire tutto a me» gli consigliai.

Lui sbuffò:«Poi però so già che lei non si darà pace e si metterà nei guai»

«Non è vero, giurin giurello» ma era chiaramente una bugia, se si fosse tratta di una notizia importante non avrei esitato a mettermi in moto per proseguire con le mie indagini personali.

«Abbiamo avuto il risultato del foglio che lei ha trovato sotto il letto di sua madre... Purtroppo non ci sono stati ritrovarmi sulla carta, chiunque le abbia fatto del male è stato molto attento a ogni dettaglio, ma la grafia potrà sempre tornare utile... Difficilmente una persona la muta nel corso del tempo, non appena avremo dei sospettati...» ma lo interruppi.

LOVE AND LOSSWhere stories live. Discover now