14. Hanno riaperto le indagini, quindi?

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« Hanno riaperto le indagini, quindi?» chiede Harper, la mamma di Clary.

Il giorno precedente era stato un successo. Avevo convinto papà a portarmi alla centrale di polizia e abbiamo consegnato insieme il foglietto che ho trovato. Ti consiglio di prendere un biglietto di andata senza ritorno per un altro continente, perché giuro che finché resterai qui ti renderò la vita un inferno. I poliziotti sono rimasti senza parole quando hanno visto le cose che c'erano scritte, si sono quasi anche sgridati a vicenda per non aver controllato in ogni angolo della casa. Avrebbero mandato il reperto che avevo trovato a farlo esaminare lo stesso pomeriggio.

« Mi raccomando, cercato di non farvelo scappare di mano anche questa volta » fu l'unica richiesta che ebbi nei loro confronti, visto cos'era successo con il corpo di mia madre, che era sparito nel nulla.

« Non ancora, ma hanno detto che sono parecchio fiduciosi. Da un foglietto possono emergere tante informazioni, le impronte ci restano sopra anche per quattro anni se non viene esposto ad altri fattori. Stessa cosa vale anche per l'ortografia... Spero sia veramente la volta buona » risposi.

Ci speravo per davvero. Un foglietto avrebbe finalmente potuto far riemergere un intero caso... Avrebbe potuto darmi qualche indizio in più su chi volesse farle dal male. Dovevo restare fiduciosa. Prima o poi la fortuna sarebbe girata anche dal mio lato, no?

« Ma è grandioso » disse Clary.

Come le avevo promesso, la mattina prima di andare a scuola avevo deciso di raggiungerla a casa e fare colazione con lei e Harper. Stare in casa loro riusciva a farmi tornare indietro nel tempo, era come se il tempo si fosse bloccato a mesi prima. Per di più, Harper era stata davvero molto brava a cucinare, aveva preparato una crostata ai mirtilli che faceva venire l'acquolina in bocca solo a guardarla. Insomma, se nella mia vita tutto stava andando a pezzi, almeno quella mattinata mi aiutò a ritrovare, per quella mezz'oretta, la mia normalità.

« Lo so » risposi.

« Allora incrociamo le dita » disse Harper.

Finimmo di prendere il caffè e io e Clary cominciammo a dirigerci verso scuola. La giornata che avevamo davanti ci avrebbe stancato appieno, la verifica di matematica era solo uno dei tanti ostacoli che avremmo dovuto affrontare.

« Sai, me lo sento che prenderà un altro quattro » ipotizzò lei.

« Con le cose che ho per la testa, me ne sono anche dimenticata » riposi, non dando nemmeno troppa importanza.

Controllavo il mio cellulare ogni dieci minuti, avevo lasciato il mio numero in centrale perché sapevo che mio papà non sarebbe stato raggiungibile a lavoro. Per di più, sembrava in generale aver perso le speranza. Non c'era tutto quell'entusiasmo nello scoprire che forse si sarebbe potuto capire qualcosa di più sull'omicidio di mia madre, sembrava davvero spento. Forse non voleva illudersi, forse si era proprio arreso.

Io no, non lo avrei mai fatto.

Quando arrivammo a scuola, il professore di storia mi passò accanto con aria minacciosa e preoccupata allo stesso tempo. Non sapevo perché temesse così tanto le mie domande, speravo in realtà che lui c'entrasse con quella lettera, avrebbe finalmente dovuto aprire bocca e smettere di coprire chi c'era dietro l'assassinio di mia madre. In qualche modo, sentivo dentro di me che il preside fosse la chiave di tutto, non sapevo ancora come e perché. Ad ogni modo, il professore aveva un comportamento a dir poco strano. Fu così che decisi di intimidirlo ancora di più. Non aveva apprezzato che gli avessi fatto domande riguardo alla morte di madre, sicuramente non gli avrebbe allora fatto piacere che il caso probabilmente si sarebbe riaperto.

LOVE AND LOSSWhere stories live. Discover now